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lunedì 10 marzo 2025

Anormali fantastici e dove trovarli

Potete avere paura di fare i genitori?
Ma cosa è successo negli ultimi trent’anni?
Non lo so, non capisco.
Siete genitori, una roba bella ma che impone anche avere dei superpoteri. Usateli, tranquilli.
Cercate di non avere paura di questo aspetto della vostra vita. Non dovete avere bisogno dell’approvazione dei vostri figli perché altrimenti, veramente, era meglio dedicarsi ad altro. Che so, un cane, un gatto, qualcosa di questo tipo.

Non è possibile che un genitore non riesca a muoversi in un perimetro di autorevolezza e che abbia bisogno che il figlio approvi le sue scelte: è aberrante. Non potete essere amici dei vostri figli, finitela. L’amicizia è un rapporto simmetrico.
Con voi, i vostri figli, un rapporto simmetrico non lo avranno mai».
Roberta Bruzzone

Queste parole sono tragicamente vere, ma non per una limitata porzione di genitori, per quasi tutti. Io li vedo: per strada, nei negozi, nei supermercati, all'uscita di scuola, al parco, queste madri tenute in ostaggio da bimbetti capricciosi, cresciuti in troppa bambagia e quindi rimbambiti prima del tempo geriatrico necessario. Questi padri che sembra abbiano generato un genio, lo esibiscono come fosse il figliol prodigo, pronti ad assecondare ogni richiesta. Allevano principini supponenti, addestrano principesse sul pisello, infanti esposti e farciti con i peggiori stereotipi, nella totale omologazione, nell' inconsapevolezza delle loro responsabilità. Abbandonati davanti ai furbofoni a sostituzione della babysitter. Sono patetici.

Ma a tutto questo c'è una soluzione...

"Fai di tuo figlio ciò che vuoi; e siccome sei un coglione, è giusto che tuo figlio divenga più coglione di te, un coglione perfezionato, adatto a vivere in un mondo di coglioni quale quello che tu, assieme a tutti noi, hai contribuito a creare. Non vorrai mica allevare un disadattato?"

martedì 24 dicembre 2024

E' famoso quello di Troia 🐎

 

Figlio!

Ho idea che tra qualche tempo anche questo tipo di battute diventerà sessista, ma siccome parlerò di medioevo, ci sta.

In questa immagine si vede il dettaglio di un manoscritto miniato; è raffigurato un monaco che seduce una suora, o forse è la suora che seduce il fraticello. Comunque sia andata, lei rimane incinta, perché nessuno ha spiegato al religioso il salto della quaglia e la monaca non ha tutte le astuzie delle meretrici della sua epoca. Robe che manco la MonacaDiMonza. Tuttavia la soluzione è presto suggerita, la suora getta il neonato nel cesso. Poi va a confessarsi dalla MadreSuperiora che le commina una raffica di PaterNoster, un paio di AveMaria ed alla fine si assicura il paradiso.

Pensate che tutto questo sia usanza del buio medioevo-vergogna? una cosa tipo:

Penitenziagite! Watch out for the draco who cometh in futurum to gnaw on your anima! La morte est supra nobis! You contemplata me apocalypsum, eh? La bas! Nous avons il diabolo! Ugly come Salvatore, eh? My little brother! Penitenziagite!

Lo pensavo pure io; che ingenuo eh?

Invece NO, le antiche tradizioni sono rispettate anche nel nuovo millennio.

28 gennaio 2024 - Neonato abbandonato ad Aprilia (qui)

1 febbraio 2024 - Neonato abbandonato in un androne (qui)

28 maggio 2024 - Neonato abbandonato sugli scogli (qui)

12 settembre 2024 - Era vivo il neonato abbandonato a Vignale di Traversetolo (qui)

La storia del neonato abbandonato due volte in cinque giorni. (qui)

My little brother! Penitenziagite!

venerdì 25 ottobre 2024

Perché dovrei usare la cera sui miei diamanti

Fine.

Lo scolaretto disciplinato e preciso, puntuale ed affidabile oltre il limite della devozione è scomparso.
Saluti e baci e vaffanculo a tutti quelli che non solo se lo aspettavano, ma anzi lo pretendevano.
Questa guadagnata consapevolezza, così facile da scrivere ma complessa da realizzare, è finalmente un dato di fatto, è come aver perso la verginità con una scopata da favola, una di quelle che ti ricorderai per tutta la vita e che potrai ripetere, magari migliorandola... insomma la prima è sempre la scopata col botto che resta nella storia.
Ecco, una roba così, senza rimorsi, nemmeno per le recriminazioni degli altri, per altro interessate.


Aggiornamento di sintesi - 29 ottobre 2024

mercoledì 15 novembre 2023

Dallo scherzo alla tragedia è un attimo

Preciso subito, il tipo in foto non è morto, ma in hangover. La nazionalità è sconosciuta, tuttavia non è l'unico che passa le notti nei dintorni della stazione. Perché le stazioni siano calamite di certi soggetti mi è ancora sconosciuto, tuttavia è un fatto, il luogo che più dovrebbe rappresentare la città per chi vi arriva, è ricettacolo di degrado, spaccio e malavita con tutte le conseguenze del caso. A questo si aggiunge la cronica incapacità di risolvere la situazione da parte di tutti, istituzioni, forze dell'ordine, personale ferroviario e comunale. Spesso mi dico: dai non possiamo arrivare a tanto! quindi una specie di allarme suona ed attiva la mia tolleranza zero. Quando ne parlo passo immediatamente per fondamentalista di destra, xenofobo, razzista, bacchettone, perché la stortura attuale ci ha portato ad essere all-inclusive senza discernere. Ma sono una persona semplice, e scavalcare ubriachi, drogati e vomito inizia a disturbarmi. Sarò perbenista, svizzero, radical chic, poco friendly, ma vorrei un limite perché questo vuoto nella terra di nessuno ci porterà solo a problemi maggiori.

venerdì 28 aprile 2023

Della decadenza irresponsabile

La città si sta trasformando, in modo troppo repentino per i miei gusti, nel centro storico è un fiorire di targhe e targhette, frecce e cartelli, indicazioni e percorsi colorati in base all'epoca che si vuole scoprire. Chiaramente ai cittadini tutto questo dire e direzionare non serve, ma è utile ai turisti, che non sanno e non conoscono luoghi, date, fatti. Quindi è un po' come quando vai al museo e ti soffermi a leggere i cartellini dei quadri, il palazzo Tal dei Tali, fu costruito nel - da - ci visse - ci nacque - vi soggiornò - lo rimaneggiarono nel Medioevo, poi anche nel Rinascimento. Poi nessuno fece più nulla perché andava bene così.
Penso alle file interminabili di persone per comprare una bottiglietta di acqua a due euro, in coda per il gelato, due palline un euro e cinquanta, per entrare al museo col biglietto cumulativo, all'acquario col biglietto del treno e lo sconto, prendere la metro con il pass giornaliero, l'autobus per l'aeroporto, 6 euro per una tratta urbana di 15 minuti, ma vale un'ora e mezza; come se chi sta per partire avesse del tempo per farsi un giro in pullman prima del check in.

Stiamo diventando un'altra di quelle città che il turismo di massa lo macinano e poi lo sputano come un nocciolo di dattero. Pronti ad entrare in qualche selfie stereotipato. Quindi ecco gli effetti collaterali di un assessorato al turismo che legge i grandi numeri e se ne bea, ma che è intrinsecamente organizzato come la pro loco di Busalla, senza nulla togliere a Busalla, dove al massimo in piazza a farsi i selfie trovi nonna Pina e lo zio Mimmo. Qui nel frattempo attorno alle stazioni ferroviarie, come biglietto da visita per i nuovi turisti abbiamo stormi di tossici in cerca di monetine, rasta alternativissimi che pisciano nelle aiuole e pascolano i cani dove capita, senza tetto che dormono nelle sale d'aspetto.

Ma non credo ci sia molto da stupirsi per questa deriva, fa parte del pacchetto. Quanto poi alla tendenza nazionale, siamo quasi in anticipo sui tempi, perché spendere 9 milioni di euro per una campagna pubblicitaria che lascia perplessi perfino i francesi... a me fa pensare all'ennesimo regalo all'amico dell'amico del ministro che inizia la carriera di promoter pubblicitario, ma fino a ieri aveva un sali&tabacchi in centro.

lunedì 15 agosto 2022

Della Negritudine e dei Musei

La negritudine oltre ad essere stato per brevissimo tempo un movimento letterario, è un termine inventato dal padre della Ginzburg per indicare...

"....Oltre ai «sempi» c’erano i «negri». «Un negro» era, per mio padre, chi aveva modi goffi, impacciati e timidi, chi si vestiva in modo inappropriato, chi non sapeva andare in montagna, chi non sapeva le lingue straniere. Ogni atto o gesto nostro che stimava inappropriato, veniva definito da lui «una negrigura». Non siate dei negri! Non fate delle negriture! - ci gridava continuamente. La gamma delle negriture era grande. Chiamava «una negrigura» portare, nelle gite in montagna, scarpette da città; attaccar discorso, in treno o per strada, con un compagno di viaggio o con un passante; conversare dalla finestra con i vicini di casa; levarsi le scarpe in salotto, e scaldarsi i piedi alla bocca del calorifero; lamentarsi, nelle gite in montagna, per sete, stanchezza o sbucciature ai piedi; portare, nelle gite, pietanze cotte e unte, e tovaglioli per pulirsi le dita..."

Quindi l'altro giorno passando davanti ai Palazzi della Duchessa di Galliera e mi è capitato di guardare i visitatori che entravano al museo. Un vago senso di fastidio mi ha colto quando, nella comitiva di turisti in fila, ne ho scorti almeno un paio in ciabatte. 

Un senso di fastidio che mi sarebbe piaciuto poter sfogare, come fanno quei pazzi che circolano per le strade parlando ad alta voce a personaggi immaginari, e poi si concentrano su un passante qualsiasi, destinandogli le peggio invettive.
Non è detto che un giorno non accada veramente!

Avrei detto ad alta voce additando il convenuto: «sempio» che non sei altro! entri in un palazzo rinascimentale patrimonio Unesco, entri nella più grande pinacoteca civica e vai a vedere i dipinti di Rubens, Caravaggio e VanDyck, sempre che tu sappia chi sono i maggiori esponenti dell'epoca barocca, vedrai quadri famosi e preziosi, il violino di Paganini... e tu? Tu ci vai calzando la stessa ciabatta di plastica da piscina che usi quando esci dalla doccia, e ci abbini il pedalino di spugna bianco, lercio e puzzolente, pensando che la tua tenuta sia cosa? comoda e adatta o degna al luogo in cui ti trovi?

Tu nella città in cui vivi ti conci a questo modo ridicolo? e ci vai al lavoro con le ciabatte da pezzente comprate al supermercato per due euro? e adesso pretendi di entrare in un palazzo che era una residenza nobiliare in cui sono transitati principi e dogi, banchieri e abili imprenditori, personaggi che col loro sapere ed ingegno hanno contribuito alla ricchezza di questa città per secoli e tu ti presenti in canotta sudata e bermuda hawaiano?
E non conscio della tua negritudine esibisci quella faccia da ebete soddisfatto, con la mente svagata di chi sta per entrare nella turca del campeggio per cagare.

Io ti esorcizzo abominio in ciabatte puzzolenti, che tu sia condannato alla maledizione di Montezuma per tutta la prossima settimana.

martedì 19 luglio 2022

Quando il culo brucia la lingua sparla

La spiaggia portacenere è stata finalmente ripulita!

E l'accanimento di certi haters che hanno imperversato nei commenti alla notizia data sulla pagina facebook ufficiale del Comune di Genova, non si spiegherebbe diversamente, se non con il proverbio del titolo.

Sono molto affezionato a questo tratto di costa, una piccola baia chiusa dalla scogliera e dalle case, a levante c'è anche il depuratore; insomma nonostante tutto è ancora la spiaggia urbana con una certa genuinità. Sino a qualche anno fa era frequentata solo dai residenti. Ed era lì sul moletto che ci incontravamo con Cristina per due chiacchiere tra un tuffo e l'altro, la chiamavamo la spiaggia dei cugini, perché cugino P. che abitava a poca distanza, aveva fatto enclave sulla punta del moletto e qualcuno lo beccavi sempre per sapere le ultime delle zie. Arrivarci mi strappa sempre un sorriso, quando passo davanti all'asilo neogotico dove i genitori di Marina erano custodi, e quando saluto la tabaccaia che da tre generazioni vende sigarette e costumi da bagno.

Ma ora la notizia...


𝗜 𝗧𝗜𝗞𝗧𝗢𝗞𝗘𝗥 𝗣𝗨𝗟𝗜𝗦𝗖𝗢𝗡𝗢 𝗟𝗔 𝗦𝗣𝗜𝗔𝗚𝗚𝗜𝗔 𝗗𝗜 𝗩𝗘𝗥𝗡𝗔𝗭𝗭𝗢𝗟𝗔
Una decina di TikToker provenienti da tutta Italia ha ripulito la spiaggia di Vernazzola dai rifiuti. E' l'iniziativa "in rosa" lanciata da Worldrise Onlus per sensibilizzare la popolazione sul tema della salvaguardia degli oceani di tutto il mondo.
Le ragazze hanno raccolto diversi rifiuti e oltre 500 mozziconi di sigaretta, successivamente smaltiti da Amiu Genova Spa

Apriti cielo! nemmeno avessero scardinato una cassaforte. Mi sono chiesto cosa potesse esserci di così scomodo in questa attività di pulizia, da scatenare tante calunnie e commenti derisori. Ebbene credo che molti, se non tutti coloro che hanno commentato, si siano sentiti chiamati in causa, per due motivi fondamentali; uno per non averci pensato loro a rimuovere la merda che giornalmente viene lasciata sulla spiaggia ed in secondo luogo per essere loro stessi i produttori di quella spazzatura.

La tattica è tipicamente nostrana, l'italiano medio mediocre va al mare, ciuccia caramelle, fuma, beve una birra, mangia la merendina, si lecca un gelato e lascia tutto quel pattume sulla spiaggia, i più evoluti lo seppelliscono sotto la sabbia, accanto all'asciugamano.
In questo modo l'immondezzaio è pronto ad attraversare lo sdegno degli altri, coloro che arrivano dopo e si comportano allo stesso identico modo o al massimo, quando qualcuno li vede, portano via un po' del loro pattume, guardandosi bene dal rimuovere ciò che hanno trovato, che non essendo loro può essere additato al pubblico ludibrio, a dimostrazione che LORO sono degli eroi e raccolgono persino il chewing gum masticato dal figlioletto. 

Quindi tutti si sentono in diritto di berciare come delle lavandaie quando si accorgono che nessuno è passato a pulire dove vogliono posare il culo. Perché LORO pagano fior di tassa sui rifiuti e il COMUNE non fa nulla.  
VERGOGNA
In questa visione distorta AMIU con i suoi addetti, dovrebbe far loro da badante, quando non accade frignano! un po' come quei bimbetti stizzosi che buttano il ciuccio e si aspettano che il genitore premuroso lo raccolga per loro. Quindi si aspettano, anzi pretendono, che stuoli di spazzini servili e solleciti passino dietro a loro per raccogliere la merda che lasciano sulla battigia, distribuita con la stessa noncuranza usata dalle ancelle con i petali di fiori.

Poi invece arrivano delle perfette sconosciute, che lo stereotipo corrente vuole belle, bionde e sceme, e invece di restare nel virtuale a mostrare le tette per conteggiare followers, vanno in spiaggia, la puliscono e si fanno dei selfie in mezzo a tutta la merda che hanno raccolto... e oltraggio! osano perfino postarla sui loro social, rendendola reale. Tutta quella merda che era nascosta così bene sotto la sabbia, o lasciata lì, nel totale disinteresse, pronta a sfidare le maree, adesso compare nel web.

Ma la cosa ancora più fastidiosa è che queste influencer, bionde e smutandate, riescono anche a dare una lezione di educazione civica a tutti coloro che sono transitati su quella spiaggia, ma hanno fatto finta di nulla, hanno calciato la bottiglia e seppellito la carta del ghiacciolo.

Ma poi tutto questo servirà a sensibilizzare gli interessati? Mi sono chiesto!
Manco per nulla, anzi sarà ancora più divertente per loro proseguire a cacciare mozziconi e pattume in giro, così all'AMIU imparano a non mandare spazzini a setacciate la sabbia; e il Comune? lui è il vero responsabile di tutto, reo non solo di non fornire gratuitamente i posacenere cleansand, magari consegnati personalmente dal sindaco ai bagnanti, e non glieli porta nemmeno a domicilio, quel fannullone!!!! però la tassa sui rifiuti la pretende, eh quella sì.

E poi vuoi mettere la soddisfazione di avere le tiktoker belle, bionde, biotte e sceme, che periodicamente vengono a pulirti la spiaggia gratis? 
Meglio che avere la domestica! Meglio che avere la badante che ti cambia il pannolone.

lunedì 27 giugno 2022

Visitare Philadelphia - 1993 versus 2022

La città di Philadelphia è famosa nel mondo per varie ragioni, principalmente è storica, "Filadelfia fu uno dei centri più importanti della Rivoluzione americana e la Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America (4 luglio 1776), nonché la Costituzione degli Stati Uniti (1787) furono firmate nella Independence Hall".
Qui di seguito riepilogo alcune tappe turistiche di questa città, definite come imperdibili.
1) La scalinata del Philadelphia Museum of Art. Le guide consigliano la scalinata, ma anche il museo è molto interessante; costruito nel 1877, il museo ospita importanti collezioni di artisti europei ed americani moderni e contemporanei, ed una serie di altri manufatti artistici con ambientazioni d'epoca.
2) L'osservatorio di Philadelphia. Noto come One Liberty Observation Deck, il belvedere più alto della "città dell'amore fraterno" così viene definita. (n.d.r. - da ricordare questa attribuzione).

3) Independence Hall. Con una visita di venti minuti al costo di un dollaro, è possibile visitare la sala dove nel 1776, il Congresso firmò la Dichiarazione di Indipendenza. Undici anni dopo, nella stessa stanza, i delegati alla Convenzione costituzionale hanno creato e firmato: la Costituzione degli Stati Uniti.
4) Liberty Bell. La campana della libertà, simbolo della rivoluzione americana e dell'impegno per l'abolizione della schiavitù. Fusa a Londra nel 1752; narra la leggenda che si crepò appena giunta a Philadelphia e nonostante tre tentativi di riparazione, la crepa si ripresentò ogni volta, compromettendone il suono. Nel 1846 la usarono per l'ultima volta. Essendosi rotta la campana della libertà, io qualche domanda me la farei.
5) Il museo di Benjamin Franklin. Con cinque dollari è possibile scoprire la vita e le invenzioni di questo scienziato e politico statunitense, morto a Philadelphia nel 1790. Vegetariano e donnaiolo Franklin fu il padre di molte invenzioni utili alla società (ed anche di molti figli illegittimi), una tra tutte il parafulmine, ma anche il caminetto Franklin che sfrutta al massimo il potere calorico della legna ed è in uso ancora oggi.
6) Estern State Penitentiary. Sito di interesse storico, è la classica costruzione carceraria di concezione ottocentesca. Oggi completamente in abbandono, mantiene tuttavia il fascino dei luoghi maledetti, ed è diventata un polo di attrazione al pari di un parco divertimenti, con visite guidate ed eventi. Tra i detenuti famosi annovera Al Capone.


E qui si concluderebbe la visita della città di Philadelphia, due giorni per scoprirne tutte le bellezze. Per completarne il fascino poetico potrei citare la canzone che Bruce Springsteen scrive nel 1993 - Philadelphia - appunto. Tre minuti per un viaggio introspettivo (e romantico) tra le strade della città...


Troppo datate quelle ambientazioni con Springsteen che cammina cantando? è il 1993, dopo tanto tempo qualcosa sarà cambiato?.

Oh fratello mi lascerai ubriacare
Oh brother are you gonna leave me wastin' away

Per le strade di Filadelfia?
On the streets of Philadelphia?
Ho camminato lungo il viale, finché le mie gambe non mi sono sembrate di pietra
I walked the avenue, 'til my legs felt like stone
Licenze poetiche e scenografie artificiali? Manco per niente, se avete lo stomaco forte e vi piace un po' di neorealismo sporco, potete godervi questo video dal titolo illuminante:

“True story,” May, 23, 2022. Streets of Philadelphia.

L'auto con la videocamera circola in Kensington Avenue, ed anche se non c'è il sottofondo musicale del Boss, lascio a voi suggerire una colonna sonora adatta.


Conclusione: avete ancora voglia di visitare Philadelphia?

sabato 18 giugno 2022

Il pane degli altri ha sette croste

Claire deve andare di nuovo a Roma per lavoro, e non ne ha assolutamente voglia, e per questo viaggio veloce si trova nuovamente incasinata dall'urgenza-emergenza della sua capa. Distrutta dallo stress, dal caldo e dall'impossibilità di stabilire dei ritmi di lavoro decenti; una vita con la valigia, che manco il problema del commesso viaggiatore potrebbe risolvere.
Incapacità sua o della capa? a quanto mi dice è una tiranna, o forse un dirigente isterico ed incompetente, ne girano molti in questi tempi di benefit fiscale.

Da quel poco che ho capito non ha accettato di buon grado la partenza della sua collaboratrice; Claire dopo aver sopportato per anni, ha infatti deciso di licenziarsi, ma nel mese di preavviso in ufficio si è aperta la porta dell'Ade, inteso come l'oltretomba nella mitologia classica e per estensione Dio dell'Ade, delle ombre e dei morti e non come acronimo dell'Agenzia delle Entrate, anche se spesso il tutto coincide.

L'ultimo mese è quindi stato caratterizzato da un clima pessimo e ricattatorio, infatti le referenze sono sempre un buon guinzaglio per i datori di lavoro. Per contro il dipendente non può parlare male dei propri capi a nessuno, per non fare una pessima figura con i futuri datori di lavoro. Così la tiranneggia. E stronza? Oppure è Claire che è una frana sul lavoro? 

Non lo saprò mai e nemmeno me ne frega, da tempo ho smesso di immedesimarmi nei casini altrui, trovando preferibile e più utile osservarli con dovuto distacco. Tuttavia mi spiace per lei, perché oggi era presa malissimo da una serie di incombenze che avevano tutto il sapore della vendetta; quindi incasinata e frignona. Mi ha mandato una serie di messaggi con le lacrime agli occhi. Le ho risposto che è così che ci si forma il carattere. Poi l'ho invitata ad un giro in Spianata per un gelato e quattro chiacchiere in vista tramonto, quello è un posto che aggiusterebbe l'umore di chiunque.

mercoledì 15 giugno 2022

Scarsissima necessità di essere sociale

 Non so quanti di voi si ricordino di Scopetta, il mio vicino perfettino che passa il tempo ad insaponare il tetto dell'annesso. Almeno un paio di volte all'anno è possibile trovarlo impegnato in questa operazione ed io spero che un giorno quando sarà vecchio e rimbambito cada di sotto e la smetta di rompermi i coglioni alle otto della domenica mattina con la sua idropulitrice.

Quindi lo ritenevo un povero demente, ma ho dovuto ricredermi, almeno in parte, colpevole di un giudizio affrettato e sommario; infatti a quanto pare pulire il tetto è un'operazione tutt'altro che assurda. Anzi essa è pratica necessaria e salvifica.


L'ho scoperto parlandogli, perché non mi faccio mai i cazzi miei ero curioso di sapere il motivo del suo indaffararsi, insomma è paranoica patologia del pulito curabile con gli psicofarmaci, oppure una reale ed indifferibile necessità manutentiva?

Quindi ho chiesto approfittando di un incontro casuale presso il luogo del delitto. Quegli approcci da pensionato che guarda il cantiere e si complimenta. Lui ha abboccato all'amo e mi ha spiegato la tattica. 15 minuti di cordoglio e poi l'ho salutato sperando di non doverlo più incrociare per il resto della sua vita, infatti il mio pensiero è subitaneamente andato al giorno in cui affacciandomi alla finestra dopo aver sentito un tonfo, scorgerò un mezzo della Pubblica Assistenza e qualcuno dirà: respira ancora, portate la barella!

Per le prossime volte, tuttavia vedrò di arginare la mia socialità con elementi del genere, principalmente perché lo trovo arrogante e fastidiosamente saputo, insomma è uno di quelli che... tranquillo, lascia fare a me, quelli che parlano al cellulare mentre passeggiano come degenti di un nosocomio psichiatrico che si sono cagati nel pannolone. 

Da Genova è tutto, la linea allo studio.

venerdì 27 maggio 2022

La tua bellezza è potente, ci puoi fare cose belle, anche fottere la gente

Dice così Jovanotti nella sua ultima canzone, I love you baby. Ma non parla della bellezza di una pistola e nemmeno della bella Merica. Si tratta della bellezza che una donna usa per fottere le persone. Un titolo in inglese per una canzone tutta italiana. Ma passiamo oltre, e restiamo sul fottere la gente. ♬♫♪

In questa foto vediamo uno statunitense, felicemente in posa nella sua squallida casa, circondato dalle armi che ha regolarmente comprato e che ci mostra con orgoglio. Impossibile non notare la desolazione del salotto, in cui l'unico elemento oltre al divano, è il televisore mangia cervello. Ma potrei risultare troppo giudicante e classista!?! Insomma una stanza essenziale, d'altra parte se spendi tutti i soldi in fucili e pistole, non resta molto per i mobili o per libri ed altre amenità d'arredo. O forse ha appena traslocato e stava facendo l'inventario. Va a sapere gli usi di questa gente dal grilletto facile.

In quest'altra foto invece una famigliola mostra al fotografo la sua dotazione di armi e non siamo in Ucraina, ma sempre in USA. Non sappiamo nulla sulla salute mentale di queste persone e nemmeno della loro stabilità caratteriale. Forse un giorno la piccoletta, potrebbe prendere merenda e pistola per recarsi a scuola per mostrare alle sue compagne di classe, quanto sia migliorata la mira con gli occhiali nuovi. Insomma prima o poi a qualcuno verrà la curiosità di provare il funzionamento di tutta quella roba? Uno non compra la bicicletta se non ha voglia di pedalare. 

Cosa c'è di sbagliato o preoccupante in queste foto? per noi occidentali, molto, ma per un qualsiasi Mericano Testosteronico Egoparanoico: NULLA.

Ma passiamo alla questione del post di oggi, ovvero: perché gli Statunitensi comprano le armi e poi le usano per ammazzarsi a vicenda? e lo Stato non sembra riuscire a far nulla per impedirlo?

Quesito parallelo (e tutto nostrano): perché i mafiosi di clan rivali si ammazzano usando armi illegali, coinvolgendo cittadini innocenti? e lo Stato non sembra riuscire a far nulla per impedirlo?

Notizie di entrambe le faccende si trovano in rete, quindi è inutile che vi posto i relativi link, basta googlare: "sparatorie di mafia" per scoprire che la più recente è del marzo 2022 a Nettuno.

Sarà che gli Mericani hanno nostalgia del vecchio far west ed andare al saloon per bere whiskey non basta? anche perché gli alcolici sono vietati ai minori di 21 anni, mentre invece per le armi la cosa è più semplice. Ma battute a parte, non è forse lo stesso nel sud Italia, dove la mafia spara in strada ogni tre per due e chi c'è c'è?

E gli italiani cosa? hanno nostalgia del brigantaggio o forse delle belle faide familiari del rinascimento? che avvelenarsi non è più di moda e quindi meglio una bella sparatoria e na tazzulella 'e cafe?

Ma per restare sui problemi delle armi negli USA, anche se tendenzialmente fregacazzi se risolvono; ho come il sospetto che per i nostri media, sia sufficiente parlarne per dimostrarsi empatici, poi poco importa se ne esce qualcosa di utile anche per noi. Qui in Europa le armi in questo momento servono per fare la guerra ai Russi, ops no, le armi servono per difendersi dai Russi invasori e quindi le armi servono per la PACE. Che scritto così stona, ma vuoi mettere la splendida ipocrisia di un'affermazione del genere!!! Mandiamo soldi ed armi a persone che le useranno per ammazzarsi, poi non importa come e quando e quanto, se c'è del traffico illegale... ect ect. Insomma noi gas e grano li vogliamo, chi se ne frega delle conseguenze.

Insomma... dicevo, le armi ai ragazzetti sono un problema, ma un problema per chi? 
Ricapitolo: dunque c'è un diciottenne che esce di casa, compra un fucile e delle munizioni; evidentemente aveva i soldi e il diritto legale per farlo. Tutto regolare sino qui.
Poi si reca in una scuola elementare e spara a 21 persone. non si sa bene per quale motivo, ma è chiaro che c'è del disagio sociale e personale. Per tutta risposta il padre intervistato dopo il fatto, si dice dispiaciuto e afferma che il figlio avrebbe dovuto uccidere lui e non 21 innocenti. 
E 'sti cazzi! dico io!!!
Che dichiarazione inutile e cogliona è mai questa?? mi chiedo. Ha allevato uno squilibrato e se ne accorge solo adesso? Ma la cosa comoda è che raggiunta la maggiore età, i genitori non hanno più alcuna responsabilità sulle azioni del figlio e quindi bene così, lo mandano al gabbio e buttano la chiave. Peccato però, ancora tre anni e poteva comprare legalmente alcolici e magari ammazzare e/o ammazzarsi guidando ubriaco. Vedi a volte la fretta di farsi arrestare.

Questo può essere visto come una sconfitta dell'istruzione pubblica? o come una debacle dei valori della famiglia o forse è colpa della società e dei servizi sociali che non hanno saputo valutare il ragazzo? Insomma a chi possiamo dare la colpa di tutto questo casino? Non lo sappiamo!
Lo stesso posso chiedermelo per le stragi di mafia, togliendo la parte sui valori della famiglia però.

Non lo sapremo mai ed a questo punto mi verrebbe da dire un bel: chi cazzo se ne frega!

Certo spiace per quei 21 sventurati a me sconosciuti, ma per falsa empatia posso comunque dolermene, così come mi dolgo di molte cose che non mi tangono nemmeno di striscio, ma fa bello mostrare certi sentimenti soprattutto sui social. E spiace anche per quelle famiglie (sane) che non passano il tempo a comprare armi e munizioni, ma si trovano coinvolte nelle psicopatologie altrui loro malgrado.
Tuttavia per amplificare il pensiero da far west che affligge i Mericani, uno direbbe: ma se quei bambini avessero avuto pure loro una pistola, avrebbero potuto difendersi, in fondo i vietnamiti addestravano soldati bambini, che ci sarebbe di male se una famiglia media Mericana, con tutte quelle pistole a disposizione, invece di mandare i figlioletti ad inutili campi estivi nella natura, li spedisse al poligono di tiro. E poi questa faccenda di vietare la vendita delle armi, non è una bella e buona limitazione della libertà del singolo? Nonché un mancato guadagno per la fiorente lobby dei produttori?

E adesso torno per un momento in Italia; immaginate di trovarvi al bar del vostro paesello, ed improvvisamente un clan mafioso qualsiasi, inizia a sparare al tipo che beve il caffè accanto a voi, e ci siete in mezzo, senza poter far nulla. Non è forse un vostro diritto di cittadino potersi difendere?

E non è forse meglio dolersi o sprecare righe e righe sulle nostrane questioni irrisolte anziché ficcare il naso e la penna sulle leggi e sulle etiche altrui, senza per altro cavarne un ragno dal buco?

lunedì 23 maggio 2022

Meglio odiati nella verità o amati nella menzogna?

Dunque c'è che oramai sono attenzionato, su cosa? su questa corrente letteraria che si chiama realismo sporco, nata negli anni '70, potrebbe essere una sorta di evoluzione del verismo verghiano, ma sempre e solo di letteratura sto parlando. Insomma qualcosa che prima di arrivare al lettore passa per le maglie dell'editoria. Un blog non ha questi ostacoli, un blog è tutta un'altra faccenda.

Ora la domanda seguente è stata: ma che stile dovrebbe avere un blog? lo stile di un blog è una cosa a cui spesso non si bada, spesso si va a braccio ed a sentimento, c'è chi scrive cose "a cazzo" ed ha comunque nugoli di lettori-commentatori degni di nota. Ma un blog non è come scrivere un romanzo in cui per tutto il tempo devi supportare una linea narrativa coerente. Tuttavia anche scrivere cose "a cazzo" è una sorta di linea editoriale. Quindi se all'inizio l'ispirazione poteva essere un qualsiasi filone della narrativa contemporanea, oggi questa potrebbe risultare una scelta limitante.

Così ecco! figlio, o forse nipote, sicuramente pecora nera del realismo sporcoecco il neo realismo sporco. Uno stile un po' eclettico, tutto mio, che prende spunto da ciò che leggo, da conversazioni quiete, da altre non propriamente adatte ad un salottino letterario, dal sentito dire nel bar sotto l'ufficio, letto nel web, ascoltato in radio, e poi non avete idea di quanto materiale si possa trovare in un paio di fermate di metropolitana. Il tutto condito con parolacce e cinismo q.b. I contributi più disparati sommariamente mischiati, fusi ed essiccati, formano un cretto, scabroso e imprevedibile come solo un cretto riesce ad essere. Questa è l'intenzione. Una sperimentazione scellerata...

martedì 17 maggio 2022

Una morte umiliante può offuscare una vita ragguardevole?

Questa era la vera domanda da porsi in quell'occasione.

Quando la Rossa gli chiese di accompagnarla a trovare il Nonno, Ruggine storse il naso; stava con lei da meno di un mese e quell'invito gli parve fuori luogo, era un po' come se lo avesse invitato a cena per presentarlo ai genitori. Decisamente troppo presto. Tuttavia accettò, in parte perché non aveva di meglio da fare, ed in parte per curiosità, e poi era sicuro che dopo quella visita sarebbe stato più facile portarsela a letto.

Il Nonno della Rossa viveva in una casa per anziani, una RSA, un modo subdolo per non dire ospizio. L'ambiente in cui entrarono era semi ospedaliero, o almeno l'odore di disinfettante era molto simile, ed anche il tipico odore di vecchio che aleggiava per i corridoi e che nessun deodorante avrebbe mai eliminato. Il personale in divisa bianca, portava gli zoccoletti sanitari come gli infermieri, una targhetta sul taschino e spingeva carrelli in cui tintinnavano flaconi di medicinali. Erano tutti molto calmi e gentili, soprattutto durante l'orario di visita dei parenti.

Il Nonno della Rossa non si ricordava di aver conosciuto Ruggine, all'epoca lui portava i pantaloncini corti ed aveva i brufoli, era appena arrivato nel quartiere dopo la separazione dei suoi genitori e da allora era molto cambiato. Bene così si disse, meno persone si ricordano la mia adolescenza meglio è. Tuttavia era anche prevedibile, vivere in un ospizio senza poter uscire, è come stare sotto stupefacenti, si perde la cognizione del tempo e l'interesse per ogni cosa; già era tanto se si ricordava cosa aveva mangiato a pranzo: minestrina con brodo di pollo e pastina, poi purea di patate con carne trita, e mele cotte. La dieta personalizzata era in bella vista sulla cartelletta appesa ai piedi del letto. Nelle RSA pare diano spesso mele cotte, perché facilitano, pensò Ruggine con un certo divertimento.

Anche gli altri vecchi del reparto in cui si trova il Nonno della Rossa sembravano affetti da una qualche forma di smemoratezza selettiva, un po' per noia o forse per vero disinteresse. Circolavano in tuta e ciabatte e si trascinavano nei corridoi, ingannando il tempo muovendosi lentamente, come detenuti nell'ora d'aria. Ruggine pensò subito al lock down ed agli arresti domiciliari della Zokky, una sua cugina dalla vita complicata. Il loro abbigliamento era simile. Ma anche moltissimi liceali circolavano in città in tuta e scarpe da ginnastica senza calzini, in ogni stagione e in estate si vedevano persone in ciabatte in plastica da piscina e calzini bianchi di spugna. Un tempo l'avrebbe chiamata Moda Down, oggi non sapeva bene come classificarla.

Quindi anche loro sono delle fashion victims senza saperlo? Ruggine non sapeva se preoccuparsi o esserne compiaciuto. Lui comunque preferiva indossare jeans, o quei pantaloni in pelle da motociclista che aveva comprato allo sbarazzo. Nel caso dei liceali invece, era quasi certo fosse una forma di demenza giovanile stimolata dai social, che avrebbe dato i suoi frutti nel tempo. Insomma ne avrebbe viste delle belle se davvero l'abito fa il monaco come dicono gli antichi.

Il grande protagonista del salottino del reparto del Nonno della Rossa era il televisore, a canale fisso. Non serviva nemmeno controllare quale fosse perché tanto emanava un borbottio incomprensibile persino a Ruggine, che sentiva la sirena della pula a tre isolati di distanza, e senza l'apparecchio acustico; tuttavia in moltissimi lo guardavano lo stesso, con quell'occhio tipico della mucca che guarda il treno. Ruggine confrontò quel momento con il ricordo di quei genitori che al mattino per colazione piazzano i figli davanti ai cartoni animati e scorse una rassicurante continuità, che abbinata al dress code di cui sopra, segnava un fil rouge produci-consuma-crepa di inestimabile coerenza.

Tra tutti i responsabili di reparto, Carlos era quello più simpatico, forse perché era l'unico in servizio che non aveva urgenze a cui badare, sorrideva e forse ci stava provando con la Rossa, o magari era quello più sveglio e quello onesto perché non raccattava mance sottobanco per fare il suo dovere contrattuale. Brasiliano di 28 anni, Carlos chiama tutti i vecchi per nome e tutti lo salutano con un sorriso sdentato, anche quelli che non ricordavano chi fosse, lo facevano per gentilezza. 

- Il compito di Carlos è tener puliti tutti i vecchi del reparto - precisò la Rossa - inizia al mattino a cambiare i pannoloni, le lenzuola e si prende cura dell'igiene personale degli ospiti, anche del Nonno.

A Ruggine, Carlos non era particolarmente simpatico, principalmente perché pur non capendo una sola parola di italiano, rispondeva sempre Sì Sì, a tutti. Lo trovava un atteggiamento scostante tipico dei latino americani.
- Insomma Carlos lava i cazzi di tutti questi vecchi - sputò fuori dai denti Ruggine.

- Esatto - gli replicò la Rossa con un certo entusiasmo - sopra sotto dentro e fuori.
Non era un bel lavorare, magari ai vecchi fa piacere che Carlos li insaponi, ma forse anche no. Insomma con tutti i trans brasiliani che lavorano sull'Aurelia, proprio Carlos gli doveva capitare? Ma essendo una RSA di stampo cattolico apostolico, andava bene così. 
- Inoltre Carlos il suo lavoro lo deve fare bene perché, la responsabile di reparto passa a sorpresa per fare dei controlli, e se qualcosa non quadra son dolori. 
- Cioè?! C'è una che passa a guardare se il cazzo di tuo nonno è stato lavato? - Ruggine non sapeva se esserne divertito o sconcertato. 
- Esatto - ripeté la Rossa con lo stesso tono di prima.
Restava da capire come venissero effettuati i controlli, cioè su base volontaria oppure ad estrazione? non importa... a detta della Rossa in modo rigoroso. Forse a qualche vecchio ex erotomane piace mostrare le sue palle alla responsabile affinché ne verifichi la pulizia. Ma questo è un mistero che resterà tale, non tutto ciò che accade nelle RSA infatti, diventa di pubblico dominio.

Inevitabilmente Ruggine fece la conta, la statistica è una sua passione; nel reparto c'erano due letti per camera, per un totale di 15 stanze. Ecco c'è un gran da fare al mattino, e pure la responsabile ha una bella scelta in caso di controlli.

Per tranquillizzarsi Ruggine pensò che da un certo punto del ricovero in poi l'uso di psicofarmaci, sonniferi e morfina diventava una terapia, quindi non è molto imbarazzante se uno sconosciuto, almeno le prime volte, passa tutte le mattine a lavarti il cazzo e cambiarti il pannolone. Poi si entra in confidenza e magari si scambiano pure due chiacchiere durante l'ardimento, giusto per sdrammatizzare un po'.

Uscendo per andare nel giardino passarono dal corridoio delle camere ardenti, immancabili in tutte le RSA. Sistemato in un angolo si scorgeva un sacco nero appeso ad asciugare, era messo in un disimpegno, un po' defilato, ma Ruggine lo riconobbe ugualmente, perché seguire le serie di CSI porta una certa cultura di genere. Un memento mori in versione cinematografica. 
Ruggine immaginò il giorno in cui il Nonno della Rossa sarebbe uscito dall'ospizio dentro quel sacco, C'era qualcosa di ineluttabile e poetico in quel pensiero. Una verità che tutti sanno ma che per comodità o vigliaccheria non si dicono. In fondo sarebbe stato l'ultimo abito indossato prima della cremazione.

Quando sarò vecchio, pensò Ruggine stringendo la mano della Rossa, non so se avrò molta voglia che un Carlos qualsiasi mi insaponi il cazzo tutte le mattine dopo avermi cambiato il pannolone. Insomma meglio uno spinello e un paio di birre, poi ci sarà la morfina a sistemare le cose.
Questo pensiero lo rassicurò, poi si allontanarono in scooter, dimenticando nel rombo della marmitta sflangiata quella strana visita.

martedì 3 maggio 2022

Solo i bugiardi continuano a sorridere

Questa storia inizia nel 2017, quando il quotidiano USA Today pubblica un report che evidenzia la morte o la scomparsa di 38 russi di alto profilo in un arco temporale di circa tre anni, una media di 12 all'anno. Non è inusuale, che gli oppositori o gli scettici che scelgono di contestare il presidente Vladimir Putin vengano imprigionati, assassinati oppure fatti sparire; ma a questa conclusione non si può che far spallucce.
Diciamolo, a noi italiani ci frega qualcosa se gli oppositori del regime russo vengono ammazzati?

Quindi torniamo ai giorni nostri:

1) 30 gennaio 2022, Leonid Shulman, dirigente di Gazprom indagato per frode, perde la vita nel quartiere Lenisky, abitualmente usato come rifugio dai dirigenti russi. Il suo corpo viene trovato nel bagno del cottage in cui viveva insieme a una presunta nota di suicidio in cui si lamentava del dolore alla gamba, scaturito da un incidente avvenuto durante le vacanze di Capodanno.

E siamo a circa un mese prima che il Cremlino ordini l’invasione dell’Ucraina.

2) 25 febbraio, Alexander Tyulyakov, vicedirettore generale del dipartimento di tesoreria di Gazprom viene trovato impiccato nel garage di un cottage di Lenisky, in Russia. Aveva 61 anni e lavorava da circa un decennio per Gazprom. Inoltre, aveva supervisionato la sicurezza aziendale e si era occupato delle risorse umane.

3) 28 febbraio, Mikhail Watford, muore nel garage della sua casa nel Surrey, nel Regno Unito. Le autorità britanniche ipotizzano che il magnate del petrolio e del gas divenuto miliardario dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica si sia suicidato, come riporta la BBC.

4) Marzo 2022, Vasily Melnikov, e la sua famiglia vengono trovati morti nel loro appartamento di lusso situato a Nizhny Novgorod. Il miliardario ha riportato ferite da taglio secondo il giornale russo Kommersant ed è deceduto con la moglie e i due figli piccoli. I coltelli usati per compiere gli omicidi erano presenti sulla scena del crimine. L’uomo lavorava per la società di attrezzature mediche Medstom che era prossima al collasso a causa delle sanzioni imposte alla Russia dall’Occidente.

5) 19 aprile 2022Vladislav Avayev, ex vicepresidente di Gazprombank, viene trovato senza vita, ucciso da alcuni colpi di arma da fuoco, insieme alla moglie Yelena di 47 anni, e alla figlia di 13 anni, nell’appartamento al 14esimo piano di un grattacielo di Mosca. Secondo quanto riportato alcuni media britannici, che citano la Tass, è stata la figlia maggiore Anastasia, 26 anni, a trovare i corpi.

6) 27 aprile 2022, Sergey Protosenya, vicepresidente del colosso del gas Novatek, viene trovato morto insieme alla moglie Natalya e alla figlia Maria, appena diciottenne. Erano nella villa di famiglia a Lloret de Mar, in Spagna. L’allarme è stato dato dal figlio maggiore che non riusciva a mettersi in contatto con i genitori. Natalya e Maria sono state uccise a coltellate, mentre Protosenya è stato trovato impiccato, accanto a un coltello insanguinato e ad un’ascia. Ma sul suo corpo non ci sono tracce di sangue.

In appena quattro mesi siamo già a sei morti, secondo me questa volta la media annuale sarà superata.

mercoledì 20 aprile 2022

Che dote di merda l'intuito

- Ehi ma sei tu? allora sei arrivato?!!

- Eh sì... sono qui... a quanto pare. (perplesso). Ciao, come stai?

- Chi io?

✠ Silenzio imbarazzato ✠

- Oh guarda, è arrivato il tuo autobus!

mercoledì 6 aprile 2022

Il ragno non crea una tela per fare in modo che la mosca stia comoda

La guerra non è fatta per le persone intelligenti, per gli ingenui, la guerra è fatta dai pezzi di merda.
Ho semplificato ovviamente, ma nel caso qualcuno avesse ancora dei dubbi riporto un piccolo aneddoto, di cui avevo sentito parlare e di cui ho ritrovato notizie nel web. Nel 1940, allo scoppio della guerra, si decise di segnalare ospedali e centri culturali smilitarizzati con appositi contrassegni dipinti sui tetti. Questo per evitare che venissero colpiti dalle bombe. Ora... anche a voi questa sembra una trovata degna di Pinocchio nel Paese dei Balocchi?

Ma venne fatto.

In questa foto scattata nel 1940 si può notare il contrassegno dipinto sul tetto del municipio di Genova, palazzo costruito nel 1565.
Anche sui tetti degli ospedali civici e di tutti i musei venne dipinto lo stesso contrassegno. Ben visibile di giorno ed anche di notte nel caso il nemico avesse usato gli spezzoni incendiari per illuminare la città ed individuare gli obiettivi.



Questo è il tetto del municipio alla fine del conflitto, centrato in pieno da un paio di bombe. Stessa sorte per tutti gli altri, compresi i tetti degli ospedali, delle scuole e di buona parte dei musei.
Oggi, a me, viene quasi compassione per tanta ingenuità, pensare che sia possibile indicare al nemico dove non buttare bombe lanciate da un aereo che sorvola la città di notte ad una quota di circa 6000 metri.


Quello in foto è il teatro di Mariupol, i due cerchi rossi indicano delle scritte in russo dipinte sul piazzale davanti all'edificio, c'è scritto BAMBINI 
Sono servite? NO - oggi lo sappiamo.
Ma hanno lo stesso sapore ingenuo del contrassegno dipinto sui tetti degli ospedali genovesi, della croce rossa dipinta sulle navi ospedale della prima guerra mondiale. Un urlo di speranza, un grido di disperazione che resta inascoltato, e magari serve a prendere meglio la mira. Perché?

Perché: la guerra non è fatta per le persone intelligenti, per gli ingenui, la guerra è fatta dai pezzi di merda.

E adesso Bucha, la macelleria russa, triste nome da dare ad una città, la cerco su wikipedia e tutto sembra perfetto, eppure succede sempre così, sono in guerra ed ogni guerra è una macelleria, non prima o poi, ma da subito, perché gli uomini quando diventano soldati si trasformano in assassini, magari non tutti, ma molti di loro sì. E si sa, una mela marcia rovina l'intero cesto.
Esempi ne abbiamo a sfare, recenti o meno, nazionali o meno: Sant'Anna di Stazzema - Grugliasco e Collegno - la strage di Gorla - insomma la lista è lunga, ed è solo un piccolo assaggio.

La realtà è che l'essere umano ha bisogno della violenza, del sopruso, della merda. E' un bisogno che resta assopito, magari per anni, e magari in certe condizioni sociali non si sviluppa mai; ma non appena la situazione lo permette, germoglia, come certi semi nel deserto, che possono restare dormienti per decenni, ma alla prima goccia d'acqua si schiudono. 
La guerra annulla le regole, le leggi, annienta ogni barriera, e così i semi si schiudono.
Lo sappiamo benissimo, ma è più comodo dimenticarsene, pensare che siano cose del passato, un passato in cui eravamo più selvaggi, fingere per ipocrisia che non sia più così, voltarsi dall'altra parte, oppure aspettare che la follia si sia sfogata per controllarne la misura, come durante una manifestazione di protesta, un dopopartita allo stadio, un G8 lasciato alla gestione della questura.
Diverse misure della stessa follia.

Possiamo capirne il motivo? No. Non ragionando da persone "normali", ovvero quelle che non sentono la necessità di violentare una donna per poi ucciderla, o magari trovandosi alla guida di un carro armato avvertono l'esigenza di schiacciare dei cadaveri, uccidere dei vecchi per usare i loro letti, o ammazzare dei bambini perché il loro pianto infastidisce. Ma per un qualche motivo a me sconosciuto, queste cose accadono con una frequenza impressionante, le declinazioni della violenza sono talmente tante e subdole.

Insomma, ci sono persone, e sono tra di noi, magari anche noi stessi in determinate condizioni e sottoposti ai giusti stress, capaci di sovvertire ed infrangere le più elementari norme della convivenza civile, in grado di trasformarsi in carnefici, imprevedibili ed efferati. Senza il guinzaglio della morale, l'uomo diventa bestia feroce. 
Un lato oscuro a cui non si sfugge. E non dite: a me non accade, io sono diverso... perché per dirlo bisogna prima aver sondato l'abisso.

E sul finale Handel... in memoria di tutti quelli che sono caduti nella tela del ragno.

Fronde tenere e belle
del mio platano amato
per voi risplenda il fato.

Tuoni, lampi, e procelle
non v'oltraggino mai la cara pace,
né giunga a profanarvi austro rapace.

Ombra mai fu
di vegetabile,
cara ed amabile,
soave più.