mercoledì 21 ottobre 2020
Ricoveri fund
sabato 17 ottobre 2020
Solo prove indiziarie
“Sai qual è il problema che hanno tutti quanti? Che vogliono sentire solo quello di cui sono già convinti. A nessuno interessa mai sentire la verità.”
(Bojack Horseman)
Ci voleva una discreta dose di cinismo per superare quell'incazzo, era il 1998 e una lettera mi invitava a Londra per un colloquio, avevo spedito la domanda di ammissione assieme a Barbara ed avevano convocato entrambi. Superato l'iniziale entusiasmo avevo realizzato che non mi potevo permettere il viaggio, e men che meno il soggiorno, anche se avremmo diviso una camera in uno studentato prossimo alla sede della scuola. Credo che per la prima volta compresi la frase: l'istruzione è riservata ai ricchi. Ci rimuginai sopra per una settimana, ma alla fine l'unica soluzione che riuscii a prendere fu quella di accompagnare Barbara all'aeroporto e trovare una buona bugia per giustificare la mia assenza senza cadere nel patetico.
Così finì che lei rimase a Londra per un anno ed al termine del corso si trasferì a York per un lavoro che in soli sei mesi le permise di recuperare le spese, mantenersi, pagare l'affitto e scrivermi per chiedermi di raggiungerla.
Oggi un biglietto aereo per Londra costa 16 euro, al cambio sarebbero state 30.980 lire, peccato che all'epoca i voli low cost non esistevano, le stanze a basso costo nemmeno e figurarsi un corso di perfezionamento per una lingua che non ho mai sopportato.
Ma la migliore verità fu che non avrei mai superato il colloquio d'ammissione e questo per molto tempo ha sistemato ogni altra anglofilia sul mio futuro.
domenica 11 ottobre 2020
Questo è il mondo reale...
...il lieto fine non è per tutti!
Pensavo a questa frase mentre mi aggiravo tra i Palazzi dei Rolli, una serie di residenze nobiliari sparse nel centro storico, che la Repubblica di Genova metteva a disposizione degli ospiti importanti. Il prescelto aveva onere di ospitalità e l'onore di poter concludere affari con ambasciatori e banchieri, sovrani e principi stranieri. Il sistema entra in funzione verso la metà del '500 e contava 114 palazzi suddivisi per fasto e ricchezza dei proprietari, in base alla quale venivano smistati gli ospiti secondo la loro importanza. Oggi l'Unesco ne riconosce 42, rimasti pressoché immutati, spesso ancora proprietà delle stesse famiglie che li avevano costruiti. Degli altri 72 se ne sono perse le tracce nei secoli, alcuni sono diventati edifici scolastici, uffici, fabbriche, depositi di merci oppure sono stati sostituiti da moderni condomini dopo i danni della guerra.
Accanto a queste dimore dal fasto spropositato si trovavano le abitazioni dei comuni cittadini, i luridi tuguri dei popolani, le bettole dei marinai, i postriboli, le case dei bottegai e dei faccendieri; e per chi conosce il centro storico genovese, quando dico accanto intendo proprio 'gomito a gomito'.
Così mi sono fatto l'idea che la società dell'epoca, pur essendo rigidamente strutturata in caste, fosse molto più tollerante della diversità rispetto ad oggi, forse anche meno ipocrita di quella attuale. Sicuramente, ma questa è un'idea tutta personale, i committenti di questi edifici erano mecenati illuminati, astuti banchieri, abili mercanti, ma con il pallino per la cultura, sapevano produrre arte e bellezza non soltanto per se stessi ma per uso e decoro pubblico. Quanti sono i potenti di oggi impegnati in attività simili, quanti abili governanti consegneranno opere d'arte uniche ed irripetibili ai posteri?