mercoledì 21 ottobre 2020

Ricoveri fund



Sono preoccupato! 
La situazione contagi sembra nuovamente fuori controllo, almeno a giudicare dalla frequenza dei decreti. Ma serviranno? Se l'Italia è in una fase meno critica rispetto ad altre nazioni forse è per la pronta risposta dei nostri governanti? Non lo so. 
Mi piace pensare che sia così, perché fare affidamento sulle capacità e sul senso di responsabilità dei singoli cittadini non porta molti risultati in fatto di contenimento del virus, perfino quando in campo scendono gli influencer
L'elenco delle regioni a rischio aumenta, negli ospedali alcune terapie intensive sono nuovamente in affanno ed il personale già stremato dal passato lockdown, teme questa seconda ondata che, se tutto va bene, metterà ulteriormente in ginocchio settori già in sofferenza come il comparto ristorazione e quello alberghiero. Tutto il resto promette di finire nel baratro a ruota, per quella faccenda che le camere di commercio chiamano indotto. Gli unici che hanno meno da temere da questa catastrofe sono i dipendenti pubblici, (e le agenzie funebri) che possono accedere a stipendi certi; pochi-maledetti-subito come diceva saggiamente la prozia Giusy. A questo punto ogni tipo di finanziamento, qualsiasi nome possa avere, risulterà una mera elemosina natalizia. 
Le grandi aziende, quelle che ci tengono per le palle, hanno già attivato le loro tutele alla faccia delle raccomandazioni governative, le utenze salgono del 15%, cosa che farà lievitare i costi di tutto ciò che dipende da loro, ed anche se il costo della benzina è in calo la compensazione non mi risulta ancora a favore del cittadino.
Pur pescando in tutto l'ottimismo che riesco a trovare non vedo per l'anno in arrivo un panorama tranquillo, anzi ci sono così tanti punti oscuri e ricadute impreviste che mi verrebbe quasi da pensare in una replica della crisi del '29.

sabato 17 ottobre 2020

Solo prove indiziarie

“Sai qual è il problema che hanno tutti quanti? Che vogliono sentire solo quello di cui sono già convinti. A nessuno interessa mai sentire la verità.”

 (Bojack Horseman)

Ci voleva una discreta dose di cinismo per superare quell'incazzo, era il 1998 e una lettera mi invitava a Londra per un colloquio, avevo spedito la domanda di ammissione assieme a Barbara ed avevano convocato entrambi. Superato l'iniziale entusiasmo avevo realizzato che non mi potevo permettere il viaggio, e men che meno il soggiorno, anche se avremmo diviso una camera in uno studentato prossimo alla sede della scuola. Credo che per la prima volta compresi la frase: l'istruzione è riservata ai ricchi. Ci rimuginai sopra per una settimana, ma alla fine l'unica soluzione che riuscii a prendere fu quella di accompagnare Barbara all'aeroporto e trovare una buona bugia per giustificare la mia assenza senza cadere nel patetico. 

Così finì che lei rimase a Londra per un anno ed al termine del corso si trasferì a York per un lavoro che in soli sei mesi le permise di recuperare le spese, mantenersi, pagare l'affitto e scrivermi per chiedermi di raggiungerla.

Oggi un biglietto aereo per Londra costa 16 euro, al cambio sarebbero state 30.980 lire, peccato che all'epoca i voli low cost non esistevano, le stanze a basso costo nemmeno e figurarsi un corso di perfezionamento per una lingua che non ho mai sopportato.

Ma la migliore verità fu che non avrei mai superato il colloquio d'ammissione e questo per molto tempo ha sistemato ogni altra anglofilia sul mio futuro.

domenica 11 ottobre 2020

Questo è il mondo reale...

...il lieto fine non è per tutti!

Pensavo a questa frase mentre mi aggiravo tra i Palazzi dei Rolli, una serie di residenze nobiliari sparse nel centro storico, che la Repubblica di Genova metteva a disposizione degli ospiti importanti. Il prescelto aveva onere di ospitalità e l'onore di poter concludere affari con ambasciatori e banchieri, sovrani e principi stranieri. Il sistema entra in funzione verso la metà del '500 e contava 114 palazzi suddivisi per fasto e ricchezza dei proprietari, in base alla quale venivano smistati gli ospiti secondo la loro importanza. Oggi l'Unesco ne riconosce 42, rimasti pressoché immutati, spesso ancora proprietà delle stesse famiglie che li avevano costruiti. Degli altri 72 se ne sono perse le tracce nei secoli, alcuni sono diventati edifici scolastici, uffici, fabbriche, depositi di merci oppure sono stati sostituiti da moderni condomini dopo i danni della guerra. 


Accanto a queste dimore dal fasto spropositato si trovavano le abitazioni dei comuni cittadini, i luridi tuguri dei popolani, le bettole dei marinai, i postriboli, le case dei bottegai e dei faccendieri; e per chi conosce il centro storico genovese, quando dico accanto intendo proprio 'gomito a gomito'.

Così mi sono fatto l'idea che la società dell'epoca, pur essendo rigidamente strutturata in caste, fosse molto più tollerante della diversità rispetto ad oggi, forse anche meno ipocrita di quella attuale. Sicuramente, ma questa è un'idea tutta personale, i committenti di questi edifici erano mecenati illuminati, astuti banchieri, abili mercanti, ma con il pallino per la cultura, sapevano produrre arte e bellezza non soltanto per se stessi ma per uso e decoro pubblico. Quanti sono i potenti di oggi impegnati in attività simili, quanti abili governanti consegneranno opere d'arte uniche ed irripetibili ai posteri?

martedì 6 ottobre 2020

Progetti d'autunno: il Flâneur


Ilja ha un modo tutto suo per conoscere una città in cui non è mai stato; il turista solitamente si affida ad una guida, si procura una cartina ed inizia la visita ottimizzando ogni minuto del suo percorso. 
Ilja no! lui ha tempo e ama fare girlsurfing. 
La tattica è semplice, esce dall'albergo e prende un caffè nel primo bar che trova, legge un giornale a caso e si immedesima nella vita di un cittadino qualsiasi a cui è capitata una giornata di ozio. Poi esce da bar si accende una sigaretta e segue la prima bella ragazza che incrocia sulla sua strada. La segue senza badare dove stia andando e sino a quando un'altra ragazza più bella non lo distrae dalla prima, allora inizia a seguire quest'ultima e via così sino all'ora di pranzo. Nel frattempo si guarda attorno, scopre porticati, piazze, monumenti, negozi che non conosceva. In questo modo, a sua detta, si scoprono molte più cose interessanti che consultando qualsiasi guida per turisti. Al termine della faccenda solitamente Ilja si ritrova in un posto sconosciuto, così prende un taxi e si fa riportare in albergo, giusto per l'ora di cena.

L'idea è accattivante ma temo non faccia per me, fare girlsurfing, espone troppo al reato di stalking. Tuttavia l'idea di vagare senza una meta precisa mi intriga, soprattutto ora che si deve circolare mascherati, cosa che rende avventurosa ogni uscita in centro.

Nell'attesa di trovare una tecnica adeguata pensavo invece di esercitarmi come flâneur, ho trovato un articolo accattivante che spiega bene la faccenda e trovo sia un modo molto poetico di affrontare una città, anche se la conosco, inoltre il flâneur ha un raggio di azione più ampio e mi darebbe la possibilità di postare un sacco di racconti interessanti sulle mie avventure cittadine.

Quindi non appena avrò un pomeriggio da dedicare a questo progetto proverò a sperimentare la vita del vero flâneur genovese, cosa sicuramente produttiva anche per i post di questo blog.
Stay tuned!

giovedì 1 ottobre 2020

Si torna sempre nel posto dove siamo stati amati


Finalmente le piogge di fine estate hanno rinverdito il prato, gli alberi aspettano l'autunno e chissà, forse anche un prossimo lockdown per riprendersi spazi normalmente destinati agli umani. 
Qui passavamo i pomeriggi giocando a pallone, a guardie e ladri ed a nascondino, quando c'erano le femmine si giocava a Napoleone dichiara guerra, a UnDueTre Stella e con i gessi rubati a scuola, a Campana. Era molto tempo che non ci tornavo e come spesso accade dei luoghi della memoria, ne avevo ricordi selettivi. 
Così non sono riuscito ad apprezzare i cambiamenti, sarà che avrei preferito saperla abbandonata dopo l'ultima volta che vi ero stato, come se il tempo si fosse fermato. In ogni caso lo stato deprecabile di abbandono in cui si trova l'intero complesso fa disperare sulla possibilità che riesca a superare il prossimo decennio.