mercoledì 28 giugno 2023
Madagascar - due facce della stessa medaglia
domenica 25 giugno 2023
Genova orgogliosa e impettita non si svela facilmente
martedì 20 giugno 2023
L'occasione fa l'uomo ladro, ma anche la donna non scherza
sabato 17 giugno 2023
Ho visto lei che bacia lui che bacia lei che bacia me
Tormentoni estivi a parte, una cosa che ho notato in quasi tutte le interviste ai cittadini delle zone alluvionate è stato l'uso di una serie di frasi pronte, che quasi veniva da chiedersi se non si fossero fatti un corso preventivo per essere poi intervistati. E così:
- In tanti anni che vivo qui non ho mai visto una cosa del genere!
E quindi? Verrebbe da rispondere, e vedrai adesso quante volte riaccadrà. Almeno stando alle stime di chi di ambiente se ne capisce. Questo dovrebbe certificare l'eccezionalità del fenomeno e di conseguenza la sua non ripetitività nel breve tempo? Sarebbe come se dopo l'eruzione del Vesuvio qualcuno dicesse la stessa cosa, dimenticandosi magari che l'ultima eruzione è avvenuta nel 1944. Come se i tempi della natura si dovessero paragonare o confrontarsi a quelli umani. Tuttavia questo non autorizza a costruire sulle pendici del vulcano, e nemmeno in aree inondabili, verrebbe da aggiungere, ma qualcuno ha deciso che si può farlo, in aree a basso rischio, che vuol dire: in tanti anni che vivo qui, non ho mai... etc. etc. e magari ci scappano pochi morti e danni, perchè sono aree a basso rischio, così la cosa diventa accettabile, in cambio son soldi per gli speculatori ed i politici.
La ricerca della causa unica ed irripetibile e pure imprevedibile, cosa che fa molto molto comodo sottolineare a tutti gli amministratori dei territori, pare essere diventata la nuova frontiera di certa stampa di regime; testate pseudo giornalistiche che grondano qualunquismo e facili risposte, incolpando il primo che capita a tiro, i Verdi, le Nutrie, le bombe d'acqua, il cambiamento climatico.
Lo stesso stereotipato qualunquismo traspariva da alcune interviste circa la sparizione della bimba di Firenze, dove si calcava la telecamera sulla lacrima, dimenticando (volutamente) il contesto sociale di malaffare in cui tutta la faccenda gravita, a cominciare dall'occupazione abusiva dell'immobile per proseguire con i taglieggiatori che subaffittano locali non loro a 1000 euro al mese. E le istituzioni in tutto questo dove erano? Sono intervenute per la denuncia della madre della piccola, ma dove erano prima, mentre l'albergo veniva occupato? 54 persone con 19 minori, acqua e luce allacciate abusivamente, e nessuno ha detto mai nulla? 54 persone non passano certo inosservate. Insomma c'è tutta una retroguardia che fa capire come lo Stato, se ne fotte allegramente di gestire situazioni che sono tante piccole pentole a pressione a cui basta poco per far saltare il coperchio.
E lo stesso con l'ambiente, tornando all'Emilia la cosa interessante oltre la troppa informazione guidata per calcare l'indice su faccende poco risolvibili giuridicamente e materialmente, ma tanto adatte a sollevare l'indignazione verso qualcosa di intangibile ed effimero, al punto che questa nuova-ennesima-non ultima catastrofe produrrà lo stesso effetto di tutte le precedenti, qualche assembramento nelle aule giudiziarie, un po' di rimborsi-elemosina elargiti a cazzo di cane e poi si volta pagina.
Dubbi in merito? - toglieteveli qui -
venerdì 16 giugno 2023
La poetica del tombino
lunedì 12 giugno 2023
Il popolo lo adulò da morto con la stessa viltà con cui lo aveva oltraggiato da vivo
Ovvero: post coccodrillo
Questo parafrasando quanto Tacito scrisse a proposito dell'uccisione di Vitellio, imperatore di Roma per soli 248 giorni. Il popolo lo oltraggiò da morto con la stessa viltà con cui lo aveva adulato da vivo. Chiaramente i tempi sono cambiati e il politicamente corretto vuole che ogni defunto diventi immediatamente un santo non appena l'anima lo abbandona, sempre che i politici l'anima la abbiano ancora o non se la siano venduta.
E tutti i grandi, quali che siano i motivi ed i meriti o demeriti della loro fama, scontano questo destino. Una politica del rammendo, con la sua classe di adepti tanto qualunquisti quanto effimeri, celebra uno dei suoi esponenti di spicco; contrita e piangente pronta a forse dimenticarlo in fretta così come accadde a molti altri suoi predecessori.