Dopo 1190 giorni di cui 170 domeniche, i giorni del Covid possono dirsi superati, almeno nella parte che diventava emergenza, la storiella che ci avrebbe reso tutti più consapevoli, anche quella la possiamo accantonare come l'ennesima puttanata di una società talmente inzuppata di ipocrisia da diventare la parodia di se stessa. Non tutti ovvio, ma una parte considerevole ed a livelli di imbecillità differenziati, ma preoccupanti. E basta solo scorrere i notiziari per accorgersene, a cominciare dal numero crescente di pronti soccorso che necessitano di un presidio di polizia.
La deriva su cui sto riflettendo mentre leggo alcune notizie è quella del lavoro gratis.
Mi spiego con qualche esempio.
Ordino un pranzo su just eat e uno schiavo negro (*) in bicicletta, che fa tanto green economy, arriva a casa dopo una ventina di minuti mi suona alla porta con un pacchetto assai ben confezionato in cui trovo il mio cibo pronto e caldo. Se voglio posso dargli una mancetta, sentendomi così benefattore benevolo che aiuta i migranti pezze al culo, che per sopravvivere nel MIO ricco occidente fanno qualsiasi lavoro, oppure me ne fotto e lo saluto con una certa superiorità, come fosse un mio servitore. La stessa sicumera con cui guardo i suoi connazionali che stazionano sulle panchine del parco o della stazione dopo aver cagato nei tombini ed essersi lavati alla fontanella, quelli che circolano strascinando le ciabatte di plastica da piscina, calzate con sciatteria, abbigliati con gli indumenti forniti dalla Caritas.
A seguire posso anche ordinare qualsiasi cosa su Amazon, o altre piattaforme di vendita on line, che consegnano l'oggetto del desiderio ovunque mi sia comodo e persino gratis ed in frettissima, se ho speso oltre una certa cifra. Qui non ho nemmeno l'imbarazzo della mancetta, il corriere nemmeno lo vedo e che sia italiano o sud americano poco importa, tanto LUI percepisce uno stipendio; che poi questo sia congruo è un altro discorso ed in questa sede poco importa delle tutele sindacali di categorie che si espongono allo sfruttamento.
Ricordiamoci che in questa fase del racconto NOI siamo ancora ricchi occidentali-europei, nati e vissuti nella bambagia, ma peggio, indottrinati da una certa propaganda pubblicitaria e commerciale che dopo averci centrifugato il cervello ci ha indotto a pensare che tutto ci sia dovuto, gratis, subito, in modo da fugare ogni insicurezza, soddisfare qualsiasi necessità perfino quelle inesistenti o superflue, o peggio anche le carenze affettive, perché nella nostra qualità di consumatori che pagano&pretendono, abbiamo tutti i diritti. Il lavoro degli inferiori (*) è necessariamente sottopagato per garantirci l'extra profitto e la gratuità del nostro benessere.
Ancora... a seguire posso andare come turista della domenica in un qualsiasi esercizio ristorativo, magari indossando un ameno cappello di paglia forgiato in Pakistan da qualche ridda di minorenni ed acquistato da Hamed l'ambulante ivoriano per 3 euro; ne aveva chiesti 5 ma io sono uno scaltro negoziatore. Questo appaga tutte le mie velleità di aiuto ai morti di fame, dal terzo mondo, quale entità lontana e misconosciuta, all'ambulante Hamed, al ragazzetto che mi porta il cappuccino con la focaccia, che serve ai tavoli per pagarsi le vacanze in Messico oppure le palline di cocaina del sabato sera.
Cosa c'è di male in tutto questo? apparentemente nulla, nessuna legge è stata infranta, solo un po' di buon senso e qualche norma etica, ma ben sappiamo che con i soldi si giustificano molte faccende.
In questi giorni si sente tanto parlare di piattini in condivisione e di toast tagliati a metà per cifre ridicole ma altrettanto incomprensibili. Ed io mi chiedo: ma chi avrà ragione, chi pretende il soldo o chi non vuole vedersi estorcere il balzello, che spunta quasi a sorpresa quando non è più possibile sottrarsi?
Non lo so, davvero!
Mentre leggo l'articolo di Cristina Bowerman, mi sento anche di darle ragione, poi ascolto l'intervista a Ida Germano e mi metto nei suoi panni, anzi in quelli del cameriere e del lavapiatti che si smazzano le comande e se ogni cliente raddoppiasse le stoviglie alla fine della giornata altro che lavoro straordinario. Quindi anche lei ha la sua parte di ragionevole ragione. E penso che nell'Italia dei furbetti incula turisti forse servirebbe far chiarezza su certe pratiche; e come sempre mi chiedo: ma all'estero come faranno?
(*) espressione volutamente provocatoria e non inclusiva