mercoledì 29 marzo 2023

Quella volta che morì LaGatta

Mi rendo conto che è una cosa stupida, o forse patetica, tuttavia non riesco a pensare alla mia vita senza il contributo de LaGatta. Ed ogni anno in occasione di questo giorno, ricordo la nostra convivenza, 18 anni splendidi. Mi sono chiesto spesso se sia ragionevole dare così tanta importanza ad un semplice animale, capitato in casa per caso, ma poi è successo e bene così. Per lungo tempo dopo la sua morte ho sperato di rivederla spuntare dal cancello del giardino, come faceva quando decideva di rientrare in casa dopo le sue incursioni.

LaGatta morì il pomeriggio del 29 marzo, era venerdì santo; una puntura per evitarle altre sofferenze, ci siamo guardati negli occhi sino all'ultimo istante, mentre il sonno la prendeva. Ed io mi misi a piangere, così, senza pensarci troppo. Ho spesso l'impressione che la mia vita senza la sua presenza sarebbe stata incompleta.

domenica 26 marzo 2023

Forse in futuro innoveremo con quello che ci siamo dimenticati

Questo bel dipinto di Louis Robbe della metà dell'800 si intitola: Pastore e il suo gregge davanti ad antiche rovine nella Campagna Romana.
Paradossalmente la conservazione delle antiche vestigia è passata anche attraverso le pecore, che pascolando ripulivano le rovine dalle erbe infestanti. Ed in effetti ci eravamo dimenticati che 150 pecore possono tranquillamente sostituire un'intera squadra di rumorosi ed inquinanti tagliaerba. Così nell’area verde della città antica di Pompei, sotto cui riposa ciò che ancora non è stato scavato, la manutenzione dei prati viene affidata ad un gregge di pecore.

"A volte l’innovazione più grande è il ritorno alle nostre radici". Dichiara Gabriel Zuchtriegel, nominato nel 2021 Direttore del Parco archeologico di Pompei. E ci voleva un po' di gestione teutonica per dare una svolta innovativa, ecologica ed economica alla conduzione del parco archeologico più importante d'Europa.

giovedì 23 marzo 2023

Maneki Neko 🐈 il gatto che saluta

Questo gatto portafortuna ha diverse versioni, la più semplice vuole un gatto bianco con la zampa sinistra alzata in segno di saluto, con il significato di portare clienti al suo proprietario. Tuttavia la superstizione ha finezze maggiori e contempla diverse varianti.
Mi stavo chiedendo quale nome avrei dato al mio maneki neko, e soprattutto in quale parte della casa metterlo, ma non ho ancora risolto se sia meglio un nome giapponese tipo Coco, oppure qualcosa di più fantasioso.

Questo preambolo per dirvi che mentre io sto qui a guardare un gattino di ceramica, che potrebbe fare il paio con le molte carabattole che intasano le nostre case,  nel mondo del commercio sta succedendo un gran casino. A combinare il danno è Amazon, che con l'aumento vertiginoso del commercio on line deve fare posto nei suoi depositi, e non riuscendo a gestire l'invenduto ha trovato una soluzione piuttosto discutibile quando non scellerata. Alla faccia dei loro maneki neko, del buon senso e dell'ecologia. E questo esperimento francese ne mostra gli effetti. Ma poi chiedere scusa a cose fatte e scoperte è accettabile?

sabato 18 marzo 2023

La coperta è troppo corta - breve storia di finta ecologia

C'è un bel dire che le nuove tecnologie rispettano l'ambiente, sono eco compatibili, bio degradabili e tutte quelle belle paroline che tanto ci confortano quando compriamo un qualsiasi prodotto green. Invece più verifico e cerco informazioni sulla 'svolta green' che dovremmo imboccare e più mi rendo conto che è solo uno spostare il problema ad altre latitudini.

Una dimostrazione, una delle tante che è possibile scoprire raspando nel web, nemmeno cercando troppo, è la situazione di questi contadini che si vedono privati dei loro campi e del loro ambiente a vantaggio delle miniere di nichel, metallo così utile per costruire le batterie delle ecologissime auto elettriche.

lunedì 13 marzo 2023

A volte i maiali ci trattano da loro pari

E' un fatto appurato, in certi orari i treni sono frequentati da personaggi dall'igiene personale discutibile, e tu hai un bel sognare i tutorial per lavarsi le mani, che dovrebbe diventare una prassi obbligatoria. Quindi massima attenzione a non toccare dove tendenzialmente toccano tutti, ad usare il gel e la mascherina, a sistemarti a distanza conveniente.
Tutto vano. Certi odori passano perfino gli strati più spessi.
Che è come un percorso di guerra, se poi sei costretto a sederti là dove altri poggiano i piedi allora è la fine. Perché star seduti occupando un solo sedile parrebbe banale e quasi sprecato, persino se per sbaglio hanno pagato il biglietto, meglio allungare le gambe ed occupare due posti, forse anche tre se hai uno zainetto sudicio da posarti accanto mentre sfanculi il mondo urlando al cellulare le peggio coglionate. I più creativi riescono perfino a posare le suole sui braccioli, lasciando impronte, terriccio e chissà che altro.

Qualcuno protesta e loro si sentono immediatamente privati di un diritto, quello di fare i propri porci comodi, perché 'loro' sono liberi, creativi, fuori dagli schemi ed immediatamente imitati dal branco dei deambulanti in tuta da lungodegenti di un qualsiasi nosocomio.

O forse semplicemente maleducati e teste di cazzo? Ma siamo nella top ten delle città più maleducate d'Italia e questo dovrebbe far riflettere.

Ma poi mi distraggo, per fortuna c'è sempre un certo panorama per rifarsi gli occhi poco prima di scendere, inutile intraprendere battaglie per una tratta di venti minuti.

mercoledì 8 marzo 2023

La felicità non è un bene durevole

Succede, arrivano quei giorni, a volte settimane intere, in cui tutto fila liscio, le cose si incastrano perfettamente tra loro, gli appuntamenti, le persone. Ed allora le ore scorrono liete, senza fatica, che se sei un tipo distratto nemmeno te ne accorgi. E subito penso che di questa felicità devo approfittare, immediatamente, perché l'Universo non aspetta, e quindi cerco di condividerla, di moltiplicarla, non tutta, non troppo sfacciatamente, che farlo sarebbe come aprire una diga, rischierei di fare dei danni. Ma poco a poco, come si fa con le cose preziose e rare. Poi mi chiedo: ma questa è felicità? o assenza di dolore? Perché c'è una sostanziale differenza tra le due cose.

venerdì 3 marzo 2023

La guerra ci lascia tutti più poveri di come ci trova

Questa storia inizia nel 1928 quando con un'eccezionale campagna archeologica furono recuperate dal fondo del lago di Nemi due navi romane costruite per l'imperatore Caligola. Il recupero fornì uno dei contributi più importanti alla conoscenza della tecnica navale, nonché un'impressionante quantità di reperti perfettamente conservati.

Le navi di Nemi erano degli elaborati "palazzi galleggianti" lunghe 70 metri e larghe 24, contenenti importanti quantità di marmo, pavimenti a mosaico, dotate di riscaldamento e impianti idraulici. Roba che per bellezza ed abilità tecnica, dopo la caduta dell'Impero, nessuno eguagliò per almeno un millennio.

In questa immagine della prima metà del '900 vengono ritratti i visitatori che sfilano con stupore guardando una delle due antiche navi dell'imperatore appena riportate alla luce.
Per la conservazione e l'esposizione degli oggetti e delle navi stesse, fu costruito appositamente un museo, per l'epoca una costruzione imponente, all'avanguardia nella tecnica del cemento armato. 

Ma poi arrivò la guerra. Nel 1944 un incendio doloso durante la ritirata dei nazisti, le distrusse completamente, così scomparve il museo e una gran parte dei reperti in esso conservati. Quando nel 2012 passai per Nemi tutta la faccenda era già bella che finita, il mirabolante museo scomparso e le navi distrutte, i reperti migliori dispersi. Il merito di tutto questo lo dobbiamo ad una serie di predazioni conseguenti, ad opera degli italiani ma anche e soprattutto dei liberatori. Quindi se volete risparmiarvi una frigna evitate il nuovo museo (esposizione di ciò che rimane) delle navi di Nemi, dimenticate perfino la loro fantastica storia, immaginate per consolarvi, che le navi siano ancora perdute sul fondo del lago, sommerse dal fango e dall'oblio millenario che non conosce la follia umana.