Il porticato delle vedove è chiamato così per la presenza di molte tombe in cui la vedova è rappresentata mentre veglia piangente la salma del marito; su una di esse inoltre, è scolpito l'episodio della vedova di Naim, narrato nel vangelo di Luca, e questa cosa ha agevolato il nomignolo di questa parte del cimitero. L'uso di questo nome è antico ed anche al giorno d'oggi per individuare la zona dove si trovano le tombe in cui la concretezza naturalistica e la resa realistica del dettaglio sono stati perseguiti in modo esemplare dagli scultori, si fa riferimento a questo toponimo.
Ho voluto salutare il ritorno del bel tempo con questo giro degli amabili resti, abbastanza inutile dal punto di vista sociale, ma forse è proprio per questo, dopo una lunga assenza torno a sistemare le tombe dei famigli in attesa di un anniversario a cui non parteciperò. Staglieno rappresenta una buona quota di verde ed aria pulita in cui trascorrere un paio di ore lontano dalla confusione cittadina, utile per perdersi nei propri pensieri, più silenzioso di un parco ma altrettanto interessante.
Dunque funziona così; il nostro finto (o vero) vedovo va al cimitero, fingendosi un marito affranto, anche se non ne ha motivo. Alcuni si piazzano sulle panchine davanti ai chioschi dei fioristi, altri passeggiano nei viali dei campi delle nuove inumazioni. Quando il vedovo trova la sua preda, la segue e fa in modo di incrociarla casualmente, solitamente alla fontana dove si riempiono i vasi portafiori. Dopo un paio di incontri la confidenza è stabilita e si può salutare con lo sguardo affranto di chi comprende. La vedova inconsolabile è una preda facile e la solitudine fa paura.
E così vissero tutti felici e contenti, per una notte o forse per il resto della vita...