In questi ultimi giorni sono arrivati i tanto attesi temporali di fine estate, e un po' a sorpresa le notizie di persone colpite da fulmini mentre facevano un'escursione in montagna. Il primo caso in Piemonte e l'altro in Abruzzo.
E quindi in rete si è aperta l'ennesima querelle sui pericoli dell'alta quota, al pari di quelle che compaiono quando sciatori della domenica restano vittime di valanghe o improvvisati fuoripista. Su un sito di trekking le guide raccomandano di annullare l'escursione se c'è minaccia di temporale, NON... uscire con cautela o fare un altro percorso, annullare!
Perché è davvero molto rischioso avventurarsi in quota con un temporale in arrivo. Eppure le persone vanno ugualmente, si lamentano perché vogliono partire nei tempi previsti, fare quello che avevano concordato, senza capire il rischio, perché oramai sono lì e non rinunciano. LORO vogliono divertirsi.
E questo mi ha fatto pensare ad altre faccende più personali, ed ovviamente al fastidio dei temporali montani che costringono a poco graditi cambiamenti di programma.
Per esempio mi sono ricordato che quando passavamo l'estate al Paese, che si trova a 1035 m.s.l.d.m. e quindi può considerarsi un paese di montagna, i vecchi contadini quando minacciava temporale se ne restavano in casa, non salivano ai piani a far fieno, rientravano dall'alpeggio con le mucche, nemmeno giravano per gli orti. Le raccomandazioni in questi casi erano diverse, per esempio non si usava l'acqua, ne delle fontane, ne in casa, si tenevano le finestre chiuse per non creare corrente, e soprattutto si spegneva il contatore della luce. Erano forse cautele eccessive, ma ragionevoli in quella situazione e pace se la ZiaPina non vedeva la sua puntata di Beautiful, e passava il pomeriggio a leggere Grand Hotel o a giocare a burraco con la sorella. Noi rileggevamo Le avventure di Topolino, o ci mettevamo in pari con i compiti delle vacanze.
Questo voler fare una cosa ad ogni costo, anche se la guida alpina la sconsiglia, pare dia fastidio; l'avvertimento viene assunto come un dispetto, e per reazione arrivano le insistenze di alcuni per partire ugualmente. Chiaramente le guide conoscono bene i pericoli e non si sognerebbero mai di mettere a repentaglio la propria vita e quelle del proprio gruppo. Ma le discussioni restano, a dimostrazione che tutti possono improvvisarsi degli esperti in qualsiasi materia e dar consigli a cazzo.
Dalle notizie riportate non si capisce se le vittime degli incidenti siano state o meno avvisate del pericolo, nel primo caso pare abbiano cambiato il percorso proprio per via del temporale. Quindi è possibile invocare l'imprudenza? Forse, ma qualche riflessione si potrebbe aggiungere a quella smania di fare qualcosa sempre e comunque, perché oramai lo hanno deciso. Ha un po' il sapore del capriccio delle star, pago-pretendo! E adesso...
Nota pseudo artistica: del fulmine di Zeus si fece un dio a sé, Efesto, il figlio di Zeus, che il padre, in un impeto d'ira, aveva scagliato sulla terra; oggi quell'ira la chiamiamo folgorite, ed è quello che si forma quando un fulmine colpisce la sabbia, il meccanismo di formazione è semplice, e il materiale che se ne ricava rappresenta una curiosità ed anche una relativa rarità.
La temperatura più elevata misurata nel canale del fulmine per un milionesimo di secondo è di 30.000° C. È il quadruplo della temperatura del sole. Normalmente, il fulmine ha un diametro visibile di alcuni centimetri.