sabato 29 luglio 2023

🐈 il mio gatto le mangia

Le lucertole ovviamente. Era il caso di farvelo conoscere, ma come spesso accade se a un gatto non va di fare qualcosa non c'è verso; quindi dopo diversi tentativi di fargli una foto decente ho lasciato perdere. Qui lo vediamo mentre staziona attento sull'albero di cachi, zona prediletta vuoi per qualche nido irraggiungibile, vuoi perché si trova al centro del praticello che usiamo quando pranziamo fuori, da cui tutto e tutti si controllano senza troppa fatica. Ma forse è solo la sua pianta preferita. Il giardino anche quest'anno prosegue la sua crescita nonostante varie vicissitudini. Da parte mia che ho deciso di lasciar fare alla natura, attivando una nuovissima tendenza che si chiama giardino naturalistico, meglio ancora indomito - tradotto - stare a guardare nella canicola. Tuttavia alcuni accorgimenti sulle piante esistenti dovrò averli, ma l'idea è di avviare una transizione verso un giardino senza acqua e soprattutto a bassa bassissima manutenzione. Chissà se anche i gatti apprezzeranno.

mercoledì 26 luglio 2023

Là in mezzo al mar

 Le storture climatiche di questo periodo lasciano solo l'imbarazzo della scelta, dalle grandinate ciclopiche, alle trombe d'aria caraibiche con conseguenti allagamenti, si passa ai boschi in fiamme merito di incendi (dolosi) e alle temperature desertiche in cui siccità e afa rivaleggiano. Oramai solo un perfetto babbeo può non accorgersi che la situazione è talmente compromessa che l'unica soluzione è quella di accettare questo casino e rifugiarsi altrove, perchè in quanto a porvi rimedio sarebbe solo tempo perso. 

Innegabile anche il fatto che le prossime azioni umane saranno protese per proseguire a sfruttare le risorse in modo indiscriminato e ammazzarsi per farlo il prima possibile. A seguire una larga fetta di persone continuerà a distruggere-modificare-disturbare la natura con l'infantile speranza di ricreare il paradiso perduto.

In tutto questo trovo molto divertente che alcuni animali si siano rotti il cazzo del disturbo causato loro dalla nostra presenza ed hanno deciso di passare al contrattacco. Resta significativo che gli esseri umani in questione nemmeno si sognino di lasciarle in pace, ma proseguano incuriositi a disturbarle e chissà magari a farle estinguere per poter navigare.

giovedì 20 luglio 2023

Terrapiattisti ovvero il morbo della disperazione

I terrapiattisti sembrano in aumento, una deriva che interessa quasi il 6% degli italiani; ebbene sì, circa 3 milioni 540 mila italiani credono che la Terra sia piatta, con buona pace dell'istruzione scolastica ed altre faccende al contorno. Che fallimento penserete voi, ma che male fanno costoro? Nessuno, sono un segno dei tempi.

Corsi e ricorsi storici? Forse; nell'altalena sulla forma del nostro pianeta voglio ricordare l'Atlante Farnese, qui impegnato a sorreggere il globo celeste, la scultura è del II secolo, 1292 anni prima dei viaggi di Colombo. Quindi mi aspetterei che tra 1200 anni qualcuno (ri)scoprirà che la Terra è rotonda. Spero non come il terrapiattista del video che non svelerà mai a nessuno dei suoi colleghi la sua scoperta.  



Quindi breve riassunto a fumetti:

domenica 16 luglio 2023

L'incrocio di Arabella

L'incrocio di Arabella si trova nella riviera di ponente, si tratta di una piccola piazza, meglio nota ai comuni mortali come piazza lido di Pegli, nome antico ed evocativo, assegnato al tempo in cui a Pegli si andava al mare come fosse una villeggiatura.

La piazza, capolinea del tram che portava agli stabilimenti balneari, ha al centro una grande aiuola in cui oggi cresce rigoglioso e selvaggio lo Yucca, dando un tocco dozzinale ma esotico all'ambiente. Di lido ed altre suggestioni balneari non è rimasto altro che il nome, tutto spazzato via dall'urbanizzazione del dopoguerra. La particolarità del luogo è la presenza di un doppio semaforo, i locali riescono a scavallarle il rosso circumnavigando l'aiuola, altri più temerari, invece preferiscono passare col rosso. Fu così che Arabella, non essendo temeraria, mentre scavallava il semaforo venne tamponata da un tipo che passava con rosso. Senza cinture per non rovinare il vestito lei, senza cinture per sventatezza lui. Si tagliò il bel labbro rosso rubino battendolo sul volante; lui si fece un bernoccolo rimbalzando la fronte sul parabrezza. Ma la constatazione fu molto amichevole.

La loro unione durò diversi anni, così la piazza passò alla storia dei famigli come l'incrocio di Arabella, ed ancora oggi di quell'unione lontana, resta la stortura del toponimo, la tenacia dello yucca che cresce vigoroso nonostante l'incuria e quell'aria balneare perduta, da scorgere nelle rugginose ringhiere limate dalla salsedine, oramai lontana e dimenticata.

lunedì 10 luglio 2023

Mondo ladro...e non solo lui

Salgono assieme, lui ha circa 14 anni, uno zainetto sulle spalle e la maglietta di una squadra di basket statunitense, il padre veste sportivo, un quarantino pacifico e gioviale. Li scruto di taglio mentre faccio finta di leggere il mio solito giallo da viaggio, e penso: questi due sono un ottimo materiale per un post alla Belluca. E infatti...

Il loro gioco del giorno deve essere l'indipendenza in viaggio, perché appena imboccano il corridoio si siedono in due file differenti e il padre dice: Lorenzo, dobbiamo scendere a Sestri, mi dici tu quando è il momento? mi raccomando avvertimi quando arriviamo.

Lorenzo rassicura e si guarda attorno con attenzione, ma dopo pochi minuti il suo sguardo è impegnato in altre faccende. Passano un paio di stazioni, il padre chiacchiera al telefono e Lorenzo è preso nei suoi pensieri, poi inizia a controllare qualcosa di importante dentro lo zainetto.

Ad un certo punto il padre si alza senza dire nulla, si sposta verso l'uscita e guarda suo figlio, nel suo sguardo c'è una speranza, una luce ottimista, un sorriso. Il treno rallenta, ma Lorenzo è ancora perso nel suo zainetto, il convoglio si ferma, lui niente. Noto uno sguardo deluso.

- Lorenzo dobbiamo scendere, vieni presto, dai andiamo, sbrigati. La voce nasconde un velo impercettibile di tristezza, esperimento fallito, forse lo sento solo io, e Lorenzo con passettini un po' impacciati si dirige veloce verso suo padre, senza capire bene cosa stia succedendo per giustificare quella fretta.

Scendono e li vedo passare sulla banchina mano nella mano. Il treno riparte.

Mi guardo attorno, nessuno pare essersi accorto di nulla, tanto sono presi dai loro cellulari, immersi nelle notifiche di whatsapp; quella accanto a me spippola su Candy Crush, dispensando l'intero vagone di suoni e trilli, ed a me vien voglia di buttarglielo dal finestrino quello smartphone. Era meglio Lorenzo perso nel suo zainetto.

sabato 8 luglio 2023

"Finché c'è guerra c'è speranza"

I signori della guerra festeggiano oggi 500 giorni di speranza; che poi questa sia ricavata sulla pelle degli altri poco importa. Per averne un'idea abbastanza chiara ho trovato questo spezzone di un vecchio film, che rende bene ciò a cui pensavo.

giovedì 6 luglio 2023

Se imparassimo ad amare la polvere risparmieremo molto tempo

Che è inutile accanirsi contro la polvere, è una battaglia persa in partenza. Lo stesso si potrebbe dire della plastica; questa lotta contro le micro plastiche è già persa in partenza, ovunque sia resterà nell'ambiente per millenni. e se restasse solo lì già sarebbe un vantaggio. Per contro invece le microplastiche ce le stiamo mangiando; saziano? non saprei, ma il dato oggettivo è che sono in aumento in tutti gli alimenti che compongono la filiera nutrizionale umana.  A questo aggiungo le grandi concentrazioni, nelle discariche abusive, in quelle legali, le sei isole di plastica e tutti i luoghi in cui la plastica viene abbandonata nell'ambiente. Una lotta inutilmente dispendiosa che si potrebbe fermare SOLO se si smettesse di produrre plastica, peccato sia già tardi per farlo; perché è chiaro, l'uso intelligente delle risorse, il rispetto dell'ambiente e tutte quelle coglionate che farciscono i dibattiti televisivi e social, non fanno parte del patrimonio genetico dell'essere umano, votato all'autodistruzione come ogni buon parassita che si rispetti.

Dubbi in merito? vi lascio questo video...

sabato 1 luglio 2023

Il castello del Santo Bambino

Il luogo è fuori dal tempo, il suo nome rievoca antichi fasti e religiose aspettative, oasi di pace dell'anima e del corpo. Il santo bambino non è chiaramente mai esistito ed il castello nemmeno; si tratta di un villino, magione borghese di primo novecento, edificata in guisa di maniero, ma con le comodità che la ricchezza del suo committente imponeva. Genova è piena di queste trovate romantiche. Dalle finestre si gode un panorama imprendibile, le delizie della costa si possono ancora immaginare intatte, immerse nella natura non certo incontaminata, ma sicuramente addomesticata in un parco ricco di essenze esotiche, frutto dei capricci di un botanico esigente e di un giardiniere capace.

Fino qui una descrizione pubblicitaria, poi nella sostanza il luogo è oggi una casa di soggiorno per disabili, un posto quieto, lontano dai fastidi degli abili, dai loro tempi sempre più stretti, dalle mille storture in cui (ci) siamo intrappolati. Talmente tante che mi chiedo chi siano veramente quelli 'disabili' perché a volte, ultimamente sempre più spesso, vedo una società che avrebbe bisogno di migliaia di castelli del santo bambino, decine e decine di luoghi fuori dal tempo, dove riflettere su ciò che davvero è importante nella vita.

E poi ecco, scopro che c'è la città di Burj Al Babas, si trova in Turchia ed è l'ultimo delirio dell'imprenditoria speculativa; 587 castelli, tutti identici come i biscotti per fare merenda, prodotti con lo stampino. L'idea è così raccapricciante da capire perché nessuno ha voluto andare ad abitarci, e la città dei castelli è oggi un luogo di abbandono e desolazione, una città fantasma, ennesima testimonianza di spreco di suolo e  risorse. Questo posto a tutto fa pensare tranne che a un lieto vivere. Quanto al santo bambino pare che i turchi non sappiano che farsene.