sabato 30 ottobre 2021

Night&Day - cronache dalla piccola casa accanto alla ferrovia

Le due gemelle che nel 1985 fecero costruire questa casa, si chiamano Edda ed Emma. La prima aveva una libreria in città, mentre la seconda lavorava alla biblioteca civica, oltre all'amore per i libri le due donne condividevano altre passioni, erano molto unite e nessuna delle due si sposò. Quando la società ferroviaria aprì la linea merci sul terreno confinante, decisero di aver bisogno di maggior tranquillità e si trasferirono in una bella villa in riva al lago, mettendo in vendita la casa. 
Abito qui da un paio di anni ed ancora non mi sono abituato al passaggio dei treni, che fanno tintinnare le stoviglie nella credenza. Per fortuna è una linea secondaria su cui passano soltanto due convogli al giorno, il primo verso le dieci del mattino, arriva allo scalo in città, scarica, ricarica e riparte dopo circa quattro ore. L'appartamento verso la ferrovia lo affitto agli stagionali o ai turisti che trascorrono le ferie facendo escursioni nel vicino parco delle sequoie secolari o vanno a pescare al lago. Trovano il passaggio del treno un intermezzo folcloristico alla loro vacanza alternativa e raramente si lamentano.
Alla sera  mentre Bix prepara il pollo al curry con verdure e riso basmati, io e Betty, suoniamo una Polonaise di Diabelli al pianoforte del salotto. Questo tocco un po' malinconico è sempre gradito ed esercita un certo fascino sugli ospiti, ed anche su di noi. Le serate invernali invece sono molto più tranquille e quasi verrebbe da chiedersi come mai qualche treno non possa passare anche alla sera, per ricordarci che là fuori c'è un mondo in fermento, anche quando siamo distratti.

mercoledì 27 ottobre 2021

5 luoghi dove è passata la Storia

"La storia entra dentro le stanze, le bruciala storia dà torto e dà ragione..."
Dice così DeGregori in una sua canzone, evocando l'immagine di stanze in cui il vissuto lascia un segno tangibile, una storia giudice delle vicende umane. Così ho pensato a cinque posti in cui sono stato ed in cui ho sentito la storia passare, anzi la Storia. Probabilmente è tutta suggestione, ma fa sempre un certo effetto...

1) La Salle des Gens d'Armes
- alla Conciergerie di Parigi; grande abbastanza per ospitare 2000 commensali, fu costruita nel 1313 e riutilizzata come prigione durante la rivoluzione francese. Da qui sono passati tutti i nobili di Parigi, compresa la famiglia reale. Le illustrazioni d'epoca la mostrano affollata di prigionieri in attesa di essere ghigliottinati. Quanto orrore per una sala così suggestiva.
2) La Rota Porphiretica
- nella chiesa di S.Pietro a Roma. Si tratta di un tondo in porfido di due metri e mezzo di diametro, proviene dal recupero di un pavimento della Roma antica che ha buone possibilità di arrivare dalle cave egiziane. E' quel che resta del pavimento della basilica di Costantino; su di esso si sono inginocchiati re, papi ed imperatori, per ricevere l'investitura, uno tra tutti Carlo Magno per mano di papa Leone III nella notte di Natale dell'anno 800. Il suo significato simbolico è molto forte, forse più di quello religioso.
3) Piazza della Signoria
- a Firenze. Qui si trova un altro tondo in memoria di un fatto che ha scritto la storia. In quel punto esatto fu messo al rogo Frate Girolamo Savonarola; la vicenda è lunga e complessa, ma gli effetti delle sue prediche sulla cultura del rinascimento provocarono ripercussioni non solo spirituali. Quante opere d'arte finirono in cenere grazie ai suoi roghi delle vanità, non è dato saperlo, ma una cosa è certa, senza di lui oggi agli Uffizi ci sarebbero molti più quadri di Botticelli.
4) Piazza San Venceslao - a Praga. In questo punto il giovane studente Jan Palach si diede fuoco per protestare contro l'occupazione sovietica della Cecoslovacchia; era il 1969. Personaggio scomodo al regime, almeno sino alla caduta del muro, oggi è il simbolo della lotta per il proprio ideale di libertà, e forse la vittima dei soprusi dei governi su una popolazione che voleva e vuole soltanto vivere in pace.



5) Lo scoglio dei Mille - si trova a Genova. Era il 5 maggio del 1860 quando i garibaldini salparono per una spedizione navale che avrebbe cambiato le sorti politiche della penisola. Tutti ne erano ben consapevoli, grandi entusiasmi animarono quella partenza, e questo luogo rimane nella memoria molto più degli altri in cui si combatté per l'unità dell'Italia e per la nascita di una monarchia che durerà 85 anni per terminare nella vergogna. Ma questa è un'altra storia.

sabato 23 ottobre 2021

Non puoi fare la guerra al mondo per tutta la vita

Sarà anche vero, ma... non so perché, quando ho visto questa foto mi è venuto lo sconforto. A vederla così, magari su un social, sembra innocua, eppure c'è qualcosa che mi preoccupa, qualcosa che fa scattare dentro di me una specie di allarme, la voglia di fare la guerra al mondo. Prima o poi scoprirò di cosa si tratta, ma nel frattempo sono felice di non trovarmi seduto in mezzo a queste persone, assieme a tutti coloro che guardano la realtà attraverso lo schermo di un iphone pensando a quanto sarà figo postare quello che hanno prodotto su qualche profilo social. Così è partita una sorta di marcia funebre all'intelligenza umana.

E poi il cesso chimico sullo sfondo ha fatto il resto.

mercoledì 20 ottobre 2021

L'autunno caldo del genovesato

Domenica 10 ottobre -
presidio e corteo presso la sede CGIL in risposta all'assalto della sede di Roma. Il corteo si snoda in periferia, ma non mancano gli effetti sul traffico che, seppur domenicale, c'è e ne risente. Una dimostrazione di solidarietà, vicinanza e bla bla, sicuramente necessaria; rimane da capire quanto sia utile ai fini pratici. Lo scrivo perché negli anni ne ho viste molte, moltissime di queste trovate, e proprio il fatto che dopo molti anni siamo ancora qui a farle, mi fa sorgere il dubbio sulla loro efficacia. Comunque belle parole e tanta empatia, quasi come andare alla messa in suffragio del caro estinto.


Lunedì 11 ottobre - sciopero dei sindacati di base - corteo e fermo del servizio pubblico, il motivo?
una protesta contro la politica economica, sociale e del mondo del lavoro portata avanti dal governo Draghi. Tuttavia ad un certo punto compaiono i cartelli contro il green pass, il corteo si sdoppia e il caos è totale. Risultato? Non pervenuto; ma un plauso va ai geni che hanno pensato bene di vandalizzare il Palazzo dell'Autorità Portuale, e poco importa se sono colonne del '500.
Il fine giustifica i mezzi, e riuscire a dimostrare quanto si è incivili ed imbecilli, delegittimando ogni altra argomentazione, non ha prezzo!


Venerdì 15 ottobre -
manifestazione no green pass, ore 7,15 inizio presidio sindacale. Alcuni varchi per entrare in porto chiudono, i Tir sono dirottati su altri ingressi. Le richieste? Tutti contrari al green pass, anche se non sono negazionisti. Contrari al green pass per entrare al lavoro, ma se proprio servono i tamponi per garantire la sicurezza allora che siano gratis. Mi sfugge il senso logico di tutto questo, soprattutto considerando che si tratta di una dogana, potenziale veicolo di diffusione del contagio. Insomma non ci sarebbe molto da scherzare, ma tant'è. Risultato? traffico in tilt in tutta la zona centro, con fastidiose ricadute sulla delicata rete stradale cittadina.

In tutto questo la mia percezione è stata quella di assistere a dimostrazioni di disagio, persone arroganti ed incazzate che protestano contro qualcosa, non importa bene cosa, ma nel loro immaginario scendere in piazza rappresenta ancora la libertà dei sudditi contro il tiranno e le sue imposizioni; lo fanno esibendo una prepotenza immotivata ed inutile, creando disagio agli altri ma senza risolvere, qualcosa che non mi rappresenta ed è giustificabile soltanto pensandola come lo sfogo del represso che non riuscirà mai a cambiare le cose.

venerdì 15 ottobre 2021

Se gli idioti volassero sarebbe sempre notte

Allora... supponiamo che un twitter dello ZioMimmo mi riveli una realtà che non immaginavo nemmeno nei miei sogni più vivaci, una roba da very true conspiracy. Mentre io resto allibito dalla notizia e ne leggo attentamente ogni riga, lo ZioMimmo si prende subito la briga di divulgare la scoperta su tutti i suoi social, ed anche se è una cosa segretissima e sono in pochissimi a saperla, la polizia postale non si prende il disturbo di censurarlo, e nemmeno CISR(*), (DIS(**), (AISE(***) ed AISI(****) si presentano per sfondare la porta di casa dello ZioMimmo per portarlo in qualche covo sicuro, fargli il terzo grado e poi farlo sparire in un pilone di cemento dell'autostrada. 
Niente! 
Pare che non interessi la fuga di notizie segretissime in grado di destabilizzare i governi mondiali, al punto che verrebbe da chiedersi se ci sia un contro complotto del complotto per cui smentire sarebbe ammettere e quindi meglio far finta di niente.

A quel punto mi chiedo: come avrà fatto lo ZioMimmo, che lavora al banco salumi dell'Esselunga, a scoprire questa cospirazione ai danni dell'umanità? e cosa ancora più stupefacente riesca a divulgarla tranquillamente in rete parlando di dittatura sanitaria e di riduzione programmata della popolazione mondiale, con la stessa naturalezza con cui chiede alle sue clienti se preferiscono tre etti di mortadella o due di prosciutto cotto?

Forse lo ZioMimmo è diventato amico su FB di Julian Assange, mi dico, ed ha scaricato dall'e-mail del Club Bilderberg alcuni documenti che opportunamente decriptati lo hanno portato alla scoperta delle verità nascoste di cui va cianciando nei suoi post, o magari ha incontrato Melinda Gates al banco frigo che gli ha raccontato tutto in cambio di una dritta sulla migliore marca di fontina per fare la fonduta Valdostana.

Così ora lo ZioMimmo si sente informatissimo e passa le serate a migliorare la sua cultura cercando in rete tutte le notizie utili per supportare le sue scoperte. Averlo come commensale è diventato divertente, basta barzellette o aneddoti dell'infanzia, o lunghi rapporti sul suo stato di salute, ora lo ZioMimmo ci intrattiene con notizie strabilianti.
Un esempio?
Ha scoperto che esiste la macchina del tempo e Greta Thunberg è una viaggiatrice nel tempo, la notizia è certa certissima e dopo l'esordio milanese è diventata la sua nuova pista investigativa...

Siate anche voi come lo ZioMimmo. Stupitemi!




(*) Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica
(**) Dipartimento delle informazioni per la sicurezza 
(***) Agenzia informazioni e sicurezza esterna 
(****) Agenzia informazioni e sicurezza interna

domenica 10 ottobre 2021

La salvezza sta nel numero (?)

Quando è cominciata la diaspora dei migranti?
Me lo stavo chiedendo mentre leggevo dell'aumento degli sbarchi nonostante la pandemia, a quanto pare il 2021 promette di diventare l'anno record degli arrivi.

Così google risponde alla mia domanda... era il 7 marzo del 1991 quando l'Italia scoprì di essere diventata la terra promessa. All'epoca ad arrivare sulle coste pugliesi erano i profughi di un'ex colonia, l'Albania; la dominazione italiana, (1939 - 1945) aveva fatto passare un importante messaggio nella popolazione, l'Italia del Duce è un posto fighissimo. E loro ci avevano pure creduto e se ne sono ricordati, così una volta liberi dai lacci del comunismo e pressati dalla recessione, avevano pensato di andare a controllare se davvero l'Italia era quel paradiso in terra di cui avevano sentito parlare (dai loro nonni, verrebbe da aggiungere). Allargando la lente, oggi penso ad un Grand Hotel Europa, splendido e decadente, luogo delle mille possibilità, unica e sola meta per milioni persone che vogliono lasciarsi alle spalle la miseria (e non solo quella). Una favola che dura da trent'anni e forse più.

Ma in questi trent'anni cosa è cambiato?  Assolutamente nulla, ne ho quasi certezza dopo aver letto la notizia che dodici del ventisette Paesi che compongono l'Unione Europea, hanno chiesto finanziamenti per la costruzione di barriere anti migranti il rafforzamento dei confini; la richiesta è stata avanzata da Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia e Slovacchia. La cosa interessante è che non hanno chiesto il permesso di erigere delle barriere, ma per opere che già esistono e che evidentemente pensano di migliorare, poi l'uso di una nomenclatura di comodo per non suscitare troppe domande è un fatto del tutto accessorio, il burocraticamente corretto è un vizio che a quanto pare non si perde facilmente e non fa parte solo della politica italica. 

Insomma l
'assalto alla fortezza Europa risulterà sempre più difficile, l'accoglienza è tutt'altro che un fatto di ordinaria amministrazione e le ONG faticheranno a gestire ciò che i governi non hanno alcuna intenzione di fare. E l'Italia? Forse abbagliati dai soldi del recovery i nostri politici hanno dimenticato che si poteva allargare la borsa anche sul rafforzamento dei confini. In tutto questo però alcuni, pochi in realtà e forse anche in ritardo, fanno notare come ci sia un numero limite per l'accoglienza, per una degna accoglienza; insomma che sia fortezza o gran hotel, l'Europa pare arrivata al tutto esaurito.

martedì 5 ottobre 2021

Tacenda & il "lungo" sonno dei social

Il 4 ottobre 2021 sarà ricordato per il black out della triade social, (facebook-instagram-whatsapp). Se c'era bisogno che qualcosa ci dimostrasse come il web oramai ci tiene per le palle, ecco fatto!
Mi sono accorto della cosa perché un'amica che normalmente mi satura su whatsapp, ha usato un solo sms in cui condensare la sua comunicazione. Strano! mi son detto, ed a capirne il motivo c'è voluto poco. Quindi sono nuovamente andato a fare un giro in rete per scrivere qualcosa di inutile; ed ecco qui a cosa sono pervenuto.


In latino si chiamano tacenda, "tacere" ovvero le cose che non bisogna dire, mai, a nessuno.
Enrico Galiano, in “Felici contro il mondo” ne parla così:
“E’ che ci sono cose che non puoi dire troppo ad alta voce, perché se lo fai poi ti scivolano dalle mani come la sabbia sulla riva del mare. Cose che se le dici anche solo ad una persona, ti senti improvvisamente nuda, e quel segreto diventa un oggetto fragile nelle mani di qualcuno che, se non sta abbastanza attento, lo può rompere in un secondo".

Tra le tacenda c'è il rinnegare i social, chi si ostina a non avere profili sulla triade non riesce tuttavia a rinunciare a whatsapp, perché alla fine sei costretto a farlo e risulta ipocrita ed anche anacronistico affermare il contrario, una testardaggine poco produttiva, ecco una bella tacenda, mica sono solo gli influencer a celebrare i social per farci soldi o massaggiarsi l'ego. Inutile arricciare il naso, è una dipendenza che riguarda l'82% della popolazione italiana (dati alla mano).
Altra questione un pensiero di Roberto Saviano sul black out di ieri:

"Eppure non credo sia un pensiero reazionario dichiarare che è stato meraviglioso star senza questi social di merda. La scelta individuale ci avrebbe costretto all’ansia: “cosa staranno facendo? cosa dovrei fare? chi mi starà cercando?”. Il blocco collettivo invece ha sollevato ognuno dalla scelta. Non funzionavano per nessuno. Fine. Semplicemente liberi da chat e social di merda; così terribili, così necessari".

Ed ecco il punto, l'equità, questo da un lato ha fatto capire come tutta l'informazione che ruota su FB sia in balia di pochi gestori, (potete urlare alla dittatura) ma pochi se ne preoccupano perché non c'è scelta, e tutti, politici e pubbliche amministrazioni, trovano comodo usarlo per comunicazioni ufficiali; dall'altro lato si scopre una cosa interessante, quel mal comune - mezzo gaudio che credo sia iniziato con Sansone quando fa crollare il tempio dei Filistei, per questo piacciono tanto le scadenze maya sulla fine del mondo o le meteoriti intelligenti, ci riguardano tutti, nessuno scampo, nessun privilegiato, nessuno escluso e questo ci mette tranquilli nella disgrazia, una disgrazia Liberté, Égalité, Fraternité.

Una bella tacenda anche questa.

domenica 3 ottobre 2021

Storielle e pane con farina di ceci

"La trasformazione dei ceci in farina, dopo l’essiccazione al sole, è molto antica. Secondo la leggenda popolare la tecnica nacque nel 1284 in modo del tutto casuale, quando Genova sconfisse Pisa nella battaglia della Meloria. Si narra infatti che si ruppero delle giare piene di ceci sul ponte di una nave, la poltiglia si mischiò all’acqua di mare dando luogo ad una rudimentale farinata".

Questa storiella da sola è bastata per farmi venire il desiderio di provare la ricetta del pane con farina di ceci. Quindi ecco gli ingredienti:

350 gr. farina di semola + 40 gr. farina di ceci
300 gr. acqua tiepida (circa)
10 gr. sale fino
5 gr. lievito di birra + una punta di zucchero
10 gr. olio extravergine di oliva
Semi di sesamo per la crosta

Le dosi sono indicative, in quanto per l'acqua vado a occhio in base alla consistenza che voglio  dell'impasto. Ho mescolato il lievito con lo zucchero e un goccio di acqua tiepida, lasciando riposare la pappina per qualche minuto, nel frattempo mischio le farine eliminando i grumi, una volta aggiunto il lievito ho lavorato l'impasto aggiungendo gradualmente tutti gli ingredienti, poi ho fatto una palla e l'ho messa nella ciotola per la prima lievitazione, che dura circa due ore. 
L'impasto raddoppia ed è adesso che si possono formare i panetti, o i filoncini da mettere in teglia, ultimo tocco i tagli e i semi di sesamo; poi ho lasciato riposare ancora per un'ora.
Ho infornato a 220° C per 30 minuti in forno statico. 
Ed ecco il risultato.
Nota storica: le conseguenze della battaglia della Meloria furono nefaste per la città di Pisa, ma non abbastanza per decretarne il declino. Ancora oggi a Genova un intero quartiere porta il nome di Campo Pisano, toponimo del luogo in cui per 13 anni furono imprigionati e sepolti i 9.272 soldati sconfitti. 
Molti altri furono gli effetti collaterali di quella tragedia, uno per tutti lo scritto di Rustichello da Pisa che incarcerato assieme a Marco Polo nelle carceri genovesi, raccolse le memorie dei suoi viaggi in un libro intitolato Il Milione. Quel libro divenne così famoso che duecento anni dopo, una sua copia capitò nelle mani di un giovane ed intraprendente navigatore, e gli ispirò l'idea di raggiungere quelle Indie Orientali raccontate da Marco Polo, ma navigando verso ovest; il suo nome? Cristoforo Colombo.