sabato 3 giugno 2023

Quando pensi al peggio, ma la realtà va oltre

L'idea, tutta occidentale, che la nostra beneficienza possa salvare il terzo mondo è tendenzialmente una delle tante minchiate ipocrisie a cui ci stanno stiamo abituando. Non è questione di spocchia, ma penso proprio un'altra di quelle trovate pseudo produci-consuma-crepa che tanto piacciono e servono al commercio. E' risaputo che il 'solidale' sia diventato un fattore di marketing, e di notevoli truffe
Ma vengo all'argomento specifico, spia e segnale di ciò che sta accadendo: gli armadi ingolfati dallo shopping compulsivo si svuotano con regolarità stagionale negli staccapanni,  iniziativa che nel lungo periodo ha dimostrato la sua inefficacia, al punto che oggi la raccolta degli indumenti è fatta dall'azienda che gestisce i rifiuti urbani, insomma anche la promessa di donare una nuova vita a quel golfino tanto carino ed a buon mercato, tutto poliestere e spandex, si è rivelato un fallimento. 
Ma cosa farne di tutti questi indumenti? 
Semplice, quello che la ricca Europa fa con tutti i suoi rifiuti, li porta in regalo al Terzo Mondo e poi qualcuno ci penserà, salvata la coscienza e intascati i benefit, il problema non ci riguarda più. L'importante è che non siano visibili nelle zone in cui i bianchi capricciosi e supponenti si recano a scoprire il mal d'Africa.

mercoledì 31 maggio 2023

Si scrive per mettere in salvo i ricordi

Ed è un po' così che vanno a volte certi blog, e quindi potevo io resistere a questa tentazione?

Dopo anni di onorato servizio il bar della Paola (classe 1939) chiude i battenti; stoico e direi storico esercizio commerciale che ha resistito là dove altri negozi hanno capitolato. La lista è lunga, quindi mettetevi comodi che ve li cito in ordine di sparizione: Gino il barbiere, Gera la farinotta, Rosanna della lavanderia, LoZoppo che faceva il calzolaio, Teresa dell'alimentari chiamato Lo Spaccio, Rita bel sorriso la bisagnina, Siro uova & polli anche arrosto, Angelo bar-latteria, Fortunato & figli, colorificio e gessi, Tabacchi, francobolli, generi di monopolio e giocattoli di Marilena, giornali e riviste da Carla, la Bea della macelleria, che rubava sul peso e sui resti.

La chiusura era annunciata, Paola di malavoglia si è decisa, ha venduto quello che ha potuto, regalato le carabattole e il resto verrà a prenderselo Lorenzino, un tipo con l'Ape Piaggio, che sgombera gratuitamente garage e cantine. Tra i mille ricordi che passarono sopra quel bancone cito solo il mio ghiacciolo alla Cocacola che costava 100 lire.

sabato 27 maggio 2023

Se ne accorgono ‘i parenti’, pioverà altri giorni 20


In questo grafico si può vedere l'andamento demografico storico della popolazione residente in Rovigo e provincia, dal primo censimento del 1861, poco dopo l'unità d'Italia, sino al 2021. Una cosa che salta subito all'occhio è il drastico calo dei residenti nel 1951.
Cosa accadeva in quell'anno per giustificare una fuga così massiccia di persone? la oramai famosa alluvione del Polesine è la risposta; ben descritta nel film Don Camillo e l'onorevole Peppone del 1955, in cui il set si trova proprio nei luoghi del disastro e molte scene sono girate in diretta; quell'evento rappresentò il colpo di grazia ad un'economia agricola che già faticava a riprendersi dopo la guerra. Un'altra cosa che si può osservare dal grafico è che quei valori di residenti non saranno mai più raggiunti.


Pensavo a questa faccenda che alcuni famigli mi hanno ricordato invocando le cronache dei giornali dell'epoca, che certo non rendevano l'effettivo disastro, mentre sentivo sui social l'ennesimo balletto delle istituzioni, condito di vari aneddoti dei locali, come il sindaco TalDeiTali che afferma che l'acqua è potabile e la signora che dopo aver cambiato l'acqua al pesce rosso lo trova stecchito e posta la foto su FB; al contorno ora le acque stagnanti diventano infette e parte la campagna vaccinale contro tetano ed epatite, con l'allerta sanitario che invita tutti ad abbandonare le abitazioni.
A condimento di questo che promette di diventare l'ennesimo teatrino in cui sciorinare tutti gli stereotipi dell'italica incapacità in cui lo Stato promette di aiutare, incontrare, sovvenzionare, sollevare da tasse e balzelli i contribuenti, elargire elemosine agli alluvionati e bla bla bla, io vedo l'incredibile concretezza degli italiani del '51. 
Andarsene altrove e vivere una vita di lavoro lontano da zone che non avrebbero promesso altro che fastidi, sacrifici e costi inutili. E dopo 72 anni penso sia stata una scelta assai avveduta, considerando che in tutto questo tempo nessuno è stato capace di gestire il territorio in modo adeguato, ma anzi ne hanno aumentato la fragilità. E adesso la natura presenta il conto.

lunedì 22 maggio 2023

Breve storia del brutto anatroccolo

In questo palazzo sono accadute varie cose interessanti, per esempio nel 1298 vi fu imprigionato Marco Polo, che per ingannare il tempo scrisse Il Milione, un libro che, due secoli dopo, permetterà a Cristoforo Colombo di sognare le Indie navigando verso ovest. 
Fu anche sede della prima banca europea e rimase un palazzo importante sino alla caduta della Repubblica nel 1794, quando il passaggio di Napoleone ne vuotò i forzieri.
Ed eccolo qui, la foto è del 1890 e ritrae ciò che restava dell'antico edificio. I personaggi della foto probabilmente si stavano chiedendo se davvero era meglio demolirlo, e finalmente allargare la strada. Poi arrivò un architetto fantasioso che con abilità ricostruì quello pensava fosse la sua immagine medioevale, e qualche anno dopo ecco la nuova veste dell'antico palazzo, che sembra medioevale verace.

Rimarrà così sino al 1944, anno in cui viene danneggiato pesantemente dai bombardamenti. Ma nel dopoguerra si preferisce ricostruirlo 'in stile' perché in fondo, quell'architetto fantasioso aveva proposto una bella soluzione, e probabilmente non era pensabile fare di meglio. Così ancora oggi quella commistione di stili fintissimi, ma in qualche modo testimoni di un passaggio nella storia, piace ai genovesi e pure a certi turisti. Ed anche anche se non è proprio autentica, trovo che vada benissimo così.

giovedì 18 maggio 2023

Legere et non intelligere est negligere


(Leggere e non capire equivale a non leggere). 

Dice così il motto latino che la scimmia ha sul suo libro, nonostante il dotto cappello e gli occhiali, l'animale non riesce a comprendere il significato del testo scritto.
Il monito compare in uno degli affreschi della Libreria Albèri, nel Duomo di Orvieto e risale al 1501.

Un frizzo per lettori distratti, o un ammonimento; non lo sappiamo, resta la nota curiosa di come già in antico vi fossero persone, letterati o monaci, che non comprendevano il senso di un testo e per questo erano paragonati a scimmie (*).

Oggi, a distanza di oltre 500 anni le cose sono simili, noi li chiamiamo analfabeti funzionali ed assegniamo loro diversi gradi di analfabetismo.

Ma la questione è più sottile e va oltre, come ricorda per esempio Alba Donati scrittrice, poetessa e libraia, che consiglia ai lettori di rispondere a quattro domande al termine di ogni lettura:

1) A cosa mi è servito?
2) Perché mi è piaciuto?
3) Cosa ha cambiato nella mia mente?
4) Cosa cambierà nelle mie azioni?

Quattro domande interessanti, perché anche nel caso dei libri, non è importante la quantità, ma la qualità e non solo quella. Lo dico perché mi capita spesso di parlare a coloro che macinano letture su letture, ma poi a conti fatti è come se leggessero per tutta la vita libri di barzellette.



(*) nella cultura medievale la scimmia incarna quanto ci sia di peggio: esteticamente brutta, simulatrice, falsa, lunatica e pessima madre, pronta a sacrificare i propri figli pur di salvarsi.

domenica 14 maggio 2023

Caro paziente ti scrivo così mi distraggo un po'

 Vienna, 1917

Un paziente mi prega di consigliargli un luogo di cura in Riviera. Conosco un luogo adatto vicinissimo a Genova, ricordo anche il nome del collega tedesco che vi esercita, ma non riesco a nominare il luogo per quanto sia certo di conoscerlo bene. Non mi resta che chiedere al paziente di attendere e ricorrere alle donne di casa: ‘Come si chiama quel posto vicino a Genova dove il dottor N. ha una piccola clinica dove è stata in cura per tanto tempo la signora Tal dei Tali?’. ‘Naturalmente proprio tu dovevi dimenticare questo nome: si chiama Nervi’. Devo riconoscere che coi nervi ho abbastanza a che fare”.
(da una lettera di S.Freud.)



Poi un giro al roseto di Nervi e tutto si sistema... anche per chi è sull'orlo di una crisi di nervi.

mercoledì 10 maggio 2023

⚓ Foranea = opera o struttura situata esternamente a un porto ⚓

Posa della prima pietra della nuova diga genovese, con fanfare e fuochi d'artificio, a gaudio e giubilo del popolo bue. Il doge di Genova il sindaco ci fornisce la lettura storica ad un'opera finanziata con i soldi del Pnrr, che quindi sarà terminata nel 2026. Pare che come movimentazione di materiale, la nuova diga foranea sia paragonabile alla piramide di Cheope, giusto per fare un paragone aulico, ovvero sette milioni di tonnellate di massi e cemento. Non sappiamo se all'epoca della costruzione della grande piramide ci fossero dei detrattori al progetto, ma c'era il faraone ed era meglio non contraddirlo. In questo caso c'è il ritorno economico, che vale più di un faraone. Difficile immaginare un tale cantiere senza conseguenze sull'ambiente e sulla città, sugli abitanti e soprattutto sulla qualità di vita ed altre amenità correlate.
Ma sono posti di lavoro, sviluppo, PIL e tutte quelle cose utili a fiaccare qualsiasi reclamo. D'altra parte quando le fonderie nell'immediato dopoguerra avevano preso possesso del litorale, non fu data molta scelta sul come e sul dove, e nulla fu chiesto al popolo bue su ciò che desiderava diventasse il panorama, quanto alla tutela dell'ambiente direi che oramai è una partita persa in partenza.
Dulcis in fundo: il canale di Sampierdarena, in cui ciò che un tempo affacciava sulla spiaggia, oggi si trova fronte autostrada, quindi non sarà nemmeno una grande perdita avere tre anni di cantiere marino davanti alle finestre. Per tutto il resto c'è questo video.