Ma perché si legge, solo per pensare ad altro? da cosa dobbiamo salvarci noi che leggiamo i libri?
Escludendo la letteratura scolastica e perfino quegli autori consigliati e obbligati da qualche professore di lettere, i manuali e tutto quello che si legge per uno scopo preciso, ecco, fuori da queste regole del buon lettore che vuole raggiungere un qualsiasi riconoscimento educativo, è possibile affermare che si legge per curiosità?
Mi accorgo che molti, leggono perché a scuola gli dicono di fare così, per costrizione, poi terminati gli studi alcuni proseguono a farlo, per abitudine, per molti invece l'unico altro scritto che prendono in mano, se va bene, è il manuale di istruzioni della macchinetta del caffè.
Tempo fa la commessa di una libreria del centro, mi disse: negli anni '80 vendevamo editoria giuridica ed anche romanzi, perché gli avvocati leggevano cose di qualità. Oggi le Gazzette Ufficiali le consultano on line e nei loro uffici hanno solo pratiche e faldoni. I giovani avvocati non leggono più romanzi. Ed io mi chiedevo: perché anche chi leggeva ha smesso di farlo?
Io leggo a singhiozzo, sul treno, a casa o dove capita se il libro mi prende, poi posso passare mesi senza sfogliare una pagina, mi dedico al blog, sistemo i post, faccio ricerche disparate nel web. In questo momento per 400 post pubblicati ho circa 300 bozze in attesa, che rimesto e riscrivo. Perché succede? non lo so, ma lo trovo divertente, il resto conta poco. Qualcuno legge, qualcuno commenta, altri pensano di dirmi quello che secondo loro dovrei scrivere nel mio blog. Scrivetevelo voi invece di dire agli altri cosa devono pensare. Principalmente leggo in cerca di ispirazione e notizie curiose.
C'è tuttavia un aspetto su cui rifletto spesso, ovvero scrivere mostrando realmente il proprio animo, senza vergognarsi o preoccuparsi di cosa diranno gli altri, i lettori. Agli scrittori famosi succede raramente, sono più impegnati a mostrare qualche capacità lessicale, formalismi ottocenteschi che ancora si trascinano dietro, per via di un'istruzione scolastica arretrata, che livella al ribasso, impegnata a formare menti ubbidienti ed ottuse, utili al regime. Insomma la scuola, nel senso più esteso del termine, forma i perfetti imbecilli che si vedono in giro, al resto delle patologie psichiatriche ci pensano le famiglie disfunzionali e gli smarphone.
Poi c'è chi scrive per lucidare il proprio ego, autocelebrandosi. Generalmente li riconosci sui social con velleità da influencer. I loro scritti sono mongolfiere di paroloni. E perché allora qualcuno li legge?
Ma tolte queste speculazioni, perché chi legge - legge? Avete anche voi in casa un'antibiblioteca che vi attende?