Dice così, Aristotele - e verrebbe da aggiungere qualcosa in merito all'utilità delle opere dell'uomo. In questo post parlerò di quattro dighe, e... spoiler, non finisce benissimo. Ma la cosa che più mi ha stupito è la perseveranza, l'incaponirsi a voler fare, anche quando l'evidenza mostra che è meglio lasciar perdere, non costruire, o se proprio si vuole, farlo con tutte le opportune cautele. Ma tant'è.
Insomma ecco cosa ho trovato in rete.
1923 - La Diga del Gleno - il disastro prevedibile - Risultato 356 morti
Il 4 luglio 1927 il Tribunale di Bergamo condannò Virgilio Viganò e l'ingegner Santangelo a tre anni e quattro mesi di reclusione più 7 500 lire di multa. Verrà poi scontata la pena a due anni di reclusione e revocata la multa. Secondo alcuni abitanti del luogo, il disastro era prevedibile: chi aveva lavorato nel cantiere della diga diffondeva la voce che il materiale usato non era buono e raccontava dell'imperizia dei lavori; il controllo da parte del Genio civile era stato svolto in maniera approssimativa e superficiale, chi poteva, a Dezzo, dormiva altrove.
1935 - La Diga di Molare - un crollo senza responsabili - Risultato 111 morti
Per oltre due anni alcuni periti studiarono il disastro di Molare, giungendo alla conclusione che il terreno non era idoneo a sopportare la costruzione di una diga. Ciononostante, La Società costruttrice declinò ogni responsabilità, respingendo le accuse mosse dal podestà di Ovada che chiedeva all'azienda il risarcimento dei danni.
Il processo coinvolse dodici tra ingegneri, dirigenti e direttori dell'OEG. Il 4 luglio 1938 la Corte d'appello di Torino assolse tutti gli imputati poiché l'impianto era stato edificato senza violare alcuna legge e l'eccezionalità della precipitazione del 13 agosto 1935 avrebbe reso inutile anche il funzionamento degli scaricatori. Ai familiari delle vittime fu recapitato dallo Stato un indennizzo di 30.000 lire.
1963 - La Diga del Vajont - una tragedia annunciata - Risultato 2000 morti
Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti e processi, furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico.
Nel 1999: Enel e Montedison chiudono definitivamente il contenzioso Vajont pagando rispettivamente 18 miliardi e 200 milioni di lire (ne beneficiarono i Comuni di Vajont e di Erto e Casso) e 77 miliardi (ai Comuni bellunesi Longarone e Castellavazzo).
1985 - La Diga della Val di Stava - la redditività al posto della sicurezza - Risultato 267 morti
Il procedimento penale si concluse nel giugno 1992 con la condanna di 10 imputati dei reati di disastro colposo ed omicidio colposo plurimo.
Al di là delle azioni e omissioni penalmente rilevanti, concorsero al disastro di Stava una serie di comportamenti che vanno oltre la sfera giuridica e si caratterizzarono principalmente nell'aver anteposto alla sicurezza dei terzi la redditività economica degli impianti sia da parte delle società concessionarie sia degli Enti pubblici istituzionalmente preposti alla tutela del territorio e della sicurezza delle popolazioni.
II sec. d.C. - Dopo tali disastri, chiudo con una bella notizia; era molto tempo fa, diciamo 2000 anni fa per far prima, gli ingegneri romani decidono di costruire una diga. Siamo in Spagna, precisamente nella città di Almonacid de la Cuba. Ebbene quella diga è ancora al suo posto, e funziona perfettamente. Lo sappiamo perché recentemente è diventata famosa per aver salvato molte vite; le acque straripanti della diga, vengono deviate lungo il fianco della collina, lontano dalla città, evitando l'inondazione e danni alle case. E la diga non è crollata nonostante tutto.
Il problema delle opere pubbliche non so se è solo italiano, ad ogni buon conto è vergognoso
RispondiEliminaNelle ricerche in rete per questo post ho trovato la diga di Derna, in Libia - oltre 11mila morti... nel 2023.
EliminaA cercare se ne trovano molti di questi disastri ed è proprio questo che mi sconforta, non si impara dai fallimenti.
qui a roma possiamo ancora ammirare qualche ponticello romano su cui passano anche camion, peccato invece per gli acquedotti che fornivano acqua aggratiss alla bobbolazione
RispondiEliminaquello dell'Aqua Virgo funziona ancora - alimenta fontana di Trevi - gli altri sono stati danneggiati volutamente durante gli assedi dei barbari
Eliminala natura direi che è solo indifferenza e logica.
RispondiEliminagli umani invece perseguono sempre l'utile :)
più raramente anche l'utilità.
ciao
La natura possiede una razionalità intrinseca e costitutiva, che l'essere umano nemmeno si immagina...
EliminaCiao FerratoPoe
di immaginarla è in grado.
Eliminafa un po' più fatica psicologicamente a tradurla :)
ferro ormai ossidato :)
ciao
Userò una metafora: prima di crepare di fame vai per le spicce pur di recuperare del cibo.
RispondiEliminaDurante le grandi carestie successero cose così nefandezze che, ad esempio, in Cina optarono per la politica del figlio unico.
L'Italia, che nella 2a metà dell'Ottocento ebbe un terribile aumento di popolazione, crepava di fame di energia. Quindi vai con le spicce.
Ora ci siamo illusi che tutto vada bene perché la importiamo.
Basterà che là chiudano i rubinetti e torneremo a crepare di fame di energia.
Il furbofono ha distorto qualche termine.
EliminaChiedo scusa.
ed è bastato vedere come siamo andati in allarme quando dalla Russia hanno chiuso il rubinetto del gas
EliminaNon ci sono.margini.
EliminaIl detto "alla canna del gas" è appropriato.
Sistemi senza nargini sono molto fragili.
Sembra quasi che tutti perseguano la strategia "Resilienza zero".
Mah.