Le api raccolgono il nettare, lo metabolizzano, e lo trasformano in una sostanza Superiore, il miele.
La mosca invece si ciba di cacca, la metabolizza, e produce altra cacca.
Questo vale (nell'uomo) per ogni suo centro: intellettuale, emotivo, sessuale, fisico/istintivo. Se siamo più simili alle api o alle mosche dipende dalla nostra Essenza, dal nostro livello di informazioni e di lavoro sull'Essere.
Leandro Lucas Gualtieri
Questa cosa dovevano già averla capita i Barberini, quando nel XVI secolo scelsero di mettere tre laboriose api d'oro sul loro stemma al posto degli originari tafani. Ma la sto prendendo troppo alla lontana, quindi...
Tornando alla frase di Gualtieri, condividere solo "cacca", insignificanze, cose a caso, fake news, prodotti di scarto del nostro metabolismo psichico irrisolto, ci fa diventare mosche. Ed è una condizione difficile da abbandonare. Serve essere senzienti.
Saremmo invece api se utilizzassimo le nostre intuizioni, virtù, visioni e comprensioni per instaurare dialoghi costruttivi, per crescere spiritualmente ed in consapevolezza. Producendo miele.
Ma l'umanità si può suddividere così, api e mosche?
Troppo facile, persino Hesse nella sua Metamorfosi di Piktor, descrive la possibilità che l'essere umano possa avere infinite forme, e dice di Piktor: “Diventò cervo, pesce, uomo e biscia, nuvola e uccello. In ogni sua forma però costituiva una coppia, sole e luna, uomo e donna, scorreva come un fiume binario attraverso le lande, era una stella doppia nel cielo”.
Quindi non solo ape e mosca, angelo o diavolo, santo o peccatore, killer o giudice, ladro o poliziotto, ci sono più sfumature. Poi arriva Jung, che colloca nell'inconscio la figura dell'ombra, antagonista della nostra dimensione egoica, che si contrappone quindi all'ape. In ogni persona quindi c'è l'ape e la mosca, in proporzioni diverse, la santa e la puttana, il bene e il male, ed esse si alternano e prevalgono in base alle nostre scelte. Un magma in perenne evoluzione.
Resto sempre perplesso dalle semplificazioni assunte come regola e non come... sintesi di un pensiero più ampio e una visione meno stretta. Snellire un concetto più complesso per renderlo comprensibile nell'immediato lo trovo lecito, ma poi fermarsi al giudizio affrettato è rischioso. E poi c'è lei, che possedeva questa straordinaria capacità di sintesi, pur senza nulla togliere alla complessità dell'espressione.
i tafani, ma dai, ma dico io, ma come cazzo è possibile, ma che sfacciataggine. E il bobbolo, il bobbolo si doveva inchinare ai tafani??
RispondiEliminaMa guardalo bene adesso quello stemma con le preziose apette, ma non ti sembra una testa di cazzo? e giustamente il bobbolo ci si inchinava sotto.
Bel video, robusta femmina e bell'accento dialettale che mi ricorda le vacanze estive dopo che mi ero sistemato definitivamente con adeguata consorte e i due marmocchi come da regolamento