giovedì 25 aprile 2024

Quando conosci la storia ogni cosa ha un valore diverso

A vederla così, oggi, si potrebbe pensare ad un qualsiasi rudere, i monti liguri ne sono pieni, ed era proprio quello che pensavamo noi ragazzetti, che passavamo davanti a questa casa diroccata (1390 m.slm) per salire al Monte Antola per le nostre escursioni vacanziere. Dentro c'erano ancora i tavoloni di legno, le panche e quell'arredo semplice delle case dei montanari, la stufa in ghisa, enorme, il lavatoio di ardesia e tutta una serie di cose che il tempo sgretolava con diligenza, piatti, bicchieri, posate, tante bottiglie. Quando assieme a noi c'era qualche vecchio del Paese, guardava dentro la casa con rispetto e diceva: questa è la Cà du Piccettu.
Sembrava quasi che lo cercasse, che si aspettasse che Piccetto (Pettirosso) uscisse fuori a salutarci. E quando rientravamo in Paese, gli altri vecchi, alla sera mentre giocavano a carte, ci chiedevano: siete passati dalla Cà du Piccettu? e com'è? è ancora in piedi? e dentro cosa è rimasto? l'inverno ha fatto dei danni al tetto?
Alle nostre risposte seguivano notizie su particolari che nemmeno avevamo notato; che i vecchi del Paese quella casa la conoscevano come le loro tasche.

Il mistero di tutto questo interesse è finalmente stato svelato da uno scritto che dice più o meno così...

Antonio Navone nacque a Cerviasca il 5 giugno 1863; a ventiquattro anni si sposò con Caterina, dei Lavazzoli, un anno più grande di lui, in piazza Martinez, a San Fruttuoso (che da una dozzina d’anni appena non faceva più Comune autonomo dalla città). 

Perché si sposarono laggiù? Ci viveva lei? Ci lavorava lui?

La sua d’origine era una famiglia numerosa: qualche fratello emigrato, le sorelle sposate nei paesi vicini (solo una in paese, già anziana sposò un vedovo). Il fratello immediatamente più grande lo chiamavano il Mago.
Antonio e Caterina vissero ai Lavazzuoli: lei partorì sei figli; lui lo chiamavano Piccetto. 
Secondo il censimento del parroco di Senarega, a Lavazzuoli (Lavazzolo scrive) nel 1915 abitano sei famiglie per un totale di ventinove persone. Trent’anni dopo, nel 1944, ci risiedono ancora in ventisei, divisi sempre in sei famiglie. Ma a viverci effettivamente sono quasi il doppio: c’è la guerra, ci sono gli sfollati, e anche chi era andato via è ritornato.
Emanuele, ad esempio, ultimogenito del Piccetto (nato nel 1906), che al principio della guerra, con la moglie e il figlio undicenne, si era trasferito a Savignone.
Alla nascita di Emanuele, suo fratello maggiore, il primogenito (Giovanni in parrocchia, Giuseppe in Comune) aveva diciotto anni. Nato nel 1888 e vissuto a lungo in America, a Washington, aveva preso moglie a Roiale.
Dal matrimonio, celebrato a Senarega nella primavera del 1925, nasce un solo bambino, venuto al mondo il 5 di febbraio del 1926, di venerdì.
Antonio, come il nonno.
Il nonno Piccetto che era morto da tanti anni. “Morto nella sua casa osteria posta sull’Antola” scrive il parroco. Era l’estate del 1917, il 31 di luglio; aveva 54 anni e due figli -Genio e Giaco- militari sull’Isonzo – e infine a casa.
Per tornare dall'America, saggiamente, il primogenito Giovanni/Giuseppe aveva atteso la fine del conflitto.

A novembre” -1943- “è appeso ai “canti” il manifesto di chiamata alle armi del primo scaglione della classe 1925, sotto la Repubblica di Salò. Sono brutti momenti, a casa non si dorme più, anche perché io sono di marzo del 1925. È necessario trovare una famiglia disposta ad ospitarmi fuori Torriglia. Mio papà parla con discrezione a dei contadini, mia madre molto più convincente si accorda con il Cobbe dei Rossi di Piancassina per ospitarmi. Il paesino si trova nella alta Val Brevenna, sotto la casa del Piccetto presso l’Antola” – scrive Tan negli anni Settanta, nel suo bellissimo diario della guerra.
L’otto dicembre 1943 parto, vado lassù, la gente è bravissima il paese è carino, vi sono tanti giovani, faccio subito amicizia, mi procurano due fucili avancarica. Quello di Alfonso è con le canne corte e “lise”, quello di Genio è più robusto. I contatti con la mia famiglia sono costanti grazie ad un mercante che settimanalmente viene a comprare delle formaggette. Mia mamma all’insaputa di mio padre mi fornisce polvere e pallini; il papà all’insaputa della mamma pure. Il tabacco mi arriva tramite mia sorella che ha la rivendita a Torriglia.
Fumano tutti, anche i bambini. Rinaldo poi è un patito, siamo costretti a mettere un po’ di polvere da sparo nella sigaretta, quella fa una bella fiammata appena accesa bruciandogli le ciglia, ma lui non desiste, è pronto a ricominciare.
Si comincia alla sera verso le 17,30 a giocare a carte: poi Alfonso racconta avventure di caccia: “balle” grosse come l’intera vallata.
A me proprio non vanno giù perché le mie giornate di caccia sono scarsissime, senza contare i capricci della polvere che a volte fa cilecca e mi annerisce il viso. La Rosin mi sgrida dicendomi che una volta o l’altra rimango senza testa.
Genio conosce tutti i trucchi per tendere le trappole per le volpi; a volte però rimangono i cani, sovente quelli di Antonio della Piccetta, così noi abbiamo congegnato un semplice arnese per liberarli: è un attrezzo con l’estremità a forca: si immobilizza il cane, prima dal collo, mentre un altro deve allargare le molle con l’attrezzo stesso”.

Lassù a Piancassina (Pian Cascine per il prete) Tan resta poco; trova ospitalità a Chiappa, da Nesto e Nita (“a Chiappa sto veramente bene, c’è tanta gioventù, ragazzi e ragazze” scrive; “il 29 giugno, San Pietro, è festa sull’Antola, si va a ballare, c’è molta gente, i rifugi riaperti dopo l’inverno sono pieni, si ci diverte, si dimentica con la bella giornata di sole la guerra, rientriamo verso sera”); la terza decade d’agosto reparti della Wehrmacht e delle forze armate di Salò puntano -da Chiavari, dal Pertuso, da Scoffèra- verso l’Antola; alla Casa del Piccetto c’è un distaccamento di partigiani, il comandante viene da Voltri, classe 1915, ha fatto la Benedicta; lo chiamano Sirio.
Nel primo pomeriggio del giorno 24 le avanguardie del rastrellamento son sul Prelà e sparano verso la casa del Piccetto: un partigiano, un ragazzo di Ottone, viene ferito ad un polmone. Lo portano via su una lesa: dai Musante un dottore gli estrae la pallottola, poi proseguono in giù fino ai Campassi; lo nascondono in una buca nel bosco: si salva.
Alla sera nell’osteria di Nesto, armato di mitra (e di quattro bottiglie di liquore da consegnare ai compagni) entra un partigiano del gruppo di Sirio: vuole dei muli. Non glieli danno: servono per un trasporto al Molino l’indomani mattina. Volano parole grosse. Alla fine qualcuno dice: ce ne sono a Piancassina, prova là.
Verso la mezzanotte Tan lo accompagna fino alla Casa del Piccetto, a posare le bottiglie, e insieme scendono a Piancassina a prendere i muli. Li ha Gasparino (classe 1911): “altra discussione animatissima” scrive Tan, “malgrado il mitra puntato”.
In fine, “Gasparino veste i muli e ci avviamo verso Senarega, nel tragitto si sentono numerosi spari, distinguo sia le velocissime seghe di Hitler che le più lente mitraglie Saint-Etienne dei partigiani. Mi rivolgo a Gasparino per chiedergli se la direzione degli spari è quella verso la Cappella del Roiale, in quel momento mi accorgo che il nervosissimo partigiano si è volatilizzato al sentire i primi spari. “Caro Gasparino, bisogna aver pazienza, sarà stato stanco, in fondo abbiamo girato tutta la notte”, quello mi risponde con un mesto sorriso, prima di ritornare a Pian Cassina ed io in Chiappa dove ormai è già chiaro e mi riposo un po’.
Al pomeriggio giochiamo a tennis (!), ignari che i tedeschi per rincorrere Antonio della Piccetta dopo che li ha abilmente seminati, stanno venendo verso di noi. Al “mani in alto” imposto da quattro militari tedeschi Antonio, fingendo in un primo momento di ubbidire, risponde mettendo in moto le sue lunghissime gambe e come un camoscio, anche se con una caviglia slogata, riesce a schivare le raffiche di mitra e a rifugiarsi in un canalone boschivo e a farla franca”.
Antonio sposa Ines nel 1957, nel 1958 nasce -a Busalla- il loro primo figlio. All'inizio degli anni ’60 risiedono ancora ai Lavazzuoli; oggi della Casa del Piccetto restano i muri.

giovedì 18 aprile 2024

Se non riesci a decidere, la risposta è NO

 Nuova tattica di sopravvivenza - imparare a dire di no!

D'altra parte: un Sì impiccia, un No spiccia - saggezza popolare.

Lo so che una parte di voi è incapace a farlo, e lo ero pure io, che era un continuo assentire, principalmente per il fatto che mi ero assegnato il ruolo del salvatore del mondo e degli affari altrui.

1° SPOILER - la maggior parte delle persone a cui dite sempre di sì, nell'occasione di ricambiare vi sfanculeranno, oppure procrastineranno, o più verosimilmente ve la faranno cadere dall'alto al punto che alla fine sarà stato meglio non chiedere nulla ed arrangiarsi.

2° SPOILER - la maggior parte delle persone a cui dite sempre sì, danno per scontato se non dovuto, il vostro assenso ed è quindi superfluo ringraziare. Non fatevi aspettative in tal senso.

Detto ciò - questa tattica del dissenso la sto adottando da diverso tempo, e devo riconoscere che ha dato eccellenti risultati, in primis mi ha tolto di torno una marea di opportunisti a vario titolo, sia famigli che semplici conoscenti, perché il NO si applica ad una molteplicità di occasioni e situazioni, insomma il NO va su tutto, un po' come il nero per le fashion victim.

C'è tutto un sistema commerciale basato sulla cultura del Sì, la cultura dell'assenso per educazione, dell'accettazione, della risposta alla domanda e dell'acquisto veicolato dalla compiacenza. I migliori manipolatori confidano proprio su questo per accalappiare le proprie cavie e vendergli la qualsiasi.

20/4/2024 - Poi per caso ecco in breve il concetto completo...

sabato 13 aprile 2024

Dagli dagli senza sbagli fa che la pozione quagli

il vino bianco non è bianco

il rosso dell'uovo non è rosso

un libro giallo non è di colore giallo

e un romanzo rosa non ha le pagine rosa

un film noir non è in bianco e nero

si dice a forma di cuore ❤️ ma il cuore ha un'altra forma

ti faccio vedere i sorci verdi - ma i sorci verdi non esistono (anche se era un modo di dire)

il gelato da passeggio Pinguino non è fatto coi pinguini

domenica 7 aprile 2024

Dell'utilità di avere in città Fontana di Trevi

La tradizione la vuole venduta a qualche ricco americano in cerca di un buon affare, ed a ben guardare con una stima di un milione e mezzo di euro di spiccioli all'anno, raccolti con periodicità dal fondo della vasca, Fontana di Trevi è davvero un buon investimento, durevole nel tempo, poi c'è la questione di investire in cultura che fa sempre buona impressione.
Due rapidi calcoli e scopriremo che Fontana di Trevi rende 4.109,58 euro al giorno.
Aperta h24 7su7 tolti i costi di personale, luce, pulizia periodica e manutenzione, compreso un restauro griffato Fendi, e con un buon sistema di riciclo idrico e purificazione che può avere i normali costi di una piscina da 3000 litri di acqua (*). 
Direi che l'investimento vale la spesa...



(*) 175 €/m³ per 3000 litri (3mc) fanno 525 euro di spesa.

mercoledì 3 aprile 2024

La persona intelligente risolve il problema, la persona saggia lo evita

Sono in un bar nella zona della stazione ferroviaria, assieme alla collega, per una pausa pranzo quieta prima di tornarcene a casa. L'orario è tranquillo e nessuno ha fretta, nemmeno noi che ci vogliamo rilassare dopo una mattinata impegnativa. Tutto fila ma poi... entra un extracomunitario, il barista lo guarda in tralice, senza salutare si butta su una sedia, posando sul tavolino la coperta lercia. Indossa delle ciabatte, un paio di jeans stracciati (che adesso vanno di moda) e una felpa con sopra un giubbotto imbottito, ma nell'insieme ha gli stessi capi dei pischelli che circolano in tuta da ginnastica. Siccome non è messo benissimo alcuni clienti si scansano, lui si siede allungando le gambe nel passaggio verso il bancone e resta lì a guardarsi attorno per un buon quarto d'ora; poi stimolato dalla cameriera sbotta:

Vino! - e indica un punto del tavolo dove probabilmente desidera sia posato il bicchiere.

La ragazza chiede: bianco o rosso? - richiesta legittima che tuttavia appare immediatamente fuori luogo, se non ironica.

Lui ci pensa e risolve: vianco!

Mentre aspetta inizia a pulirsi tra le dita dei piedi con le mani, in modo distratto. Da dietro al banco viene aperta una bottiglia di prosecco, il barista sempre più irritato anticipa: sono 4 euro!

Il tipo ci pensa, annuisce con la testa e si volta verso la vetrina. 

Passano una ventina di minuti in cui il vino non arriva, i soldi nemmeno e penso che forse potrei pagargli il vino, poi penso anche che forse sarebbe meglio un panino, poi decido di lasciar perdere e assieme alla collega restiamo ad osservare l'evolversi della situazione.

Il tipo sembra spazientirsi, borbotta qualcosa e poi esce senza salutare lasciando sul tavolo una serie di fazzoletti sporchi e a terra delle carte appallottolate.

A quel punto, mentre la ragazza passa a ripulire, e disinfettare, il barista commenta: è già il terzo da stamattina, gli porti l'ordinazione e poi se ne vanno senza pagare! Ora con tutto il buon cuore possibile, possiamo noi permetterci sei o sette clienti così ogni giorno?

Nessuno parla, ma chiaramente no, e il barista prosegue: e quando va bene lasciano solo sporco, a volte vanno in bagno e non ti dico cosa trovi quando escono.

La situazione è al limite, oltre il limite direi. Mi metto nei panni del barista che è lì per lavorare e mica può fare il suo lavoro a questo modo.


E' una situazione che non si risolve, destinata a ripresentarsi identica ogni giorno, in ogni bar attorno alla stazione; apri al mattino e trovi vomito e cartoni davanti alla saracinesca e arrivi sperando di non trovare la serranda forzata. E quando va bene qualcuno ha usato i vasi delle siepi come gabinetto e passi una buona mezz'ora a ripulire tutto. E con l'arrivo del caldo peggiora.

Si lavora così?

lunedì 1 aprile 2024

All'inizio sono tutti bravi, alla fine da dimenticare

Nessun pesce d'aprile da segnalare - ma uno epico lo ricordo! Fu quando attaccai alla schiena della Maestra Emma un pesce di carta che avevo disegnato. Durò il tempo della ricreazione, quando la bidella l'avvisò della questione. Non fui punito, perché il primo aprile tutto è concesso. Ma diciamolo, nell'epoca della maestra unica, la Maestra Emma era una mediocre; prossima alla pensione ci ha traghettato nella fanghiglia di un'istruzione ministeriale, gite ed uscite extra scolastiche vietate a prescindere, preghiera alla madonna tutte le mattine e rigoroso pensierino religioso ad ogni patrono. Insomma una rottura di coglioni.

Rimembranze a parte, lo scherzone d'Aprile anticipato lo ha causato il nubifragio di ieri, facendo saltare l'illuminazione pubblica, quindi strade al buio in tutto il quartiere e tanto risparmio energetico; che diciamolo con le strade buie sembra tutto migliore. Quindi eccomi reduce da una pasquetta di pioggia e tempo infame. Come unica nota poetica, segnalo la mostra su Italo Calvino di cui forse dettaglierò a delusione sedimentata. Tuttavia già domani avremo una tregua meteo, cosa che ha permesso di rilavare la biancheria, perché i panni asciugati in casa prendono quel sentore di cantina che poco giova al riposo notturno ed alle relazioni sociali.

Il resto è quiete relativa. I coglioni del 21c hanno esibito il loro rispetto dei vicini con una specie di barbecue in terrazza, felicemente interrotto dalla pioggia, con musica e urla. Tipico comportamento dei repressi, quelli che durante la settimana sopportano la vita insulsa in cui sono precipitati dopo il matrimonio e appena riescono devono scatenarsi, un po' come certi cani tolto il guinzaglio.

Potevamo fare a meno di imbecilli del genere? Sì - ma poi bisogna anche realizzare che sono in aumento e quindi non sarà possibile ne limitarli e tanto meno sgrezzarli. D'altra parte se non ci sono riusciti i loro genitori, figurarsi degli estranei. A quanto pare l'unico modo per condurre al rispetto certi elementi è il fatidico bastone&carota, ma anche quello pare sia una dimostrazione politically scorrect, quindi a conti fatti - fate il cazzo che volete, se poi arriveranno delle conseguenze - non lamentatevi.

venerdì 29 marzo 2024

Tre indizi sono una prova?

«Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova».

Agatha Christie

Indizio - un quotidiano in formato cartaceo
Coincidenza - un telefono pubblico a scatti con il disco combinatore
Prova - una latteria aperta nel 1913


Primo indizio: trovandosi a dover viaggiare per diverse ore, la Signora Elvira, acquistato un quotidiano all'edicola della stazione, si appresta a sfogliarlo mentre il treno su cui si trova snocciola le fermate in perfetto orario.
Secondo indizio: seduto al tavolo di una trattoria del centro storico di Genova, Elio consuma con gusto un piatto di pollo arrosto profumato al rosmarino, annaffiandolo con un ottimo rossese.

Terzo indizio: volendosi concedere una pausa pomeridiana è ancora possibile acquistare, in una delle più antiche latterie cittadine, un cono di panera, tipico semifreddo genovese a base di panna e caffè.

domenica 24 marzo 2024

Volodymyr Zelens'kyj - plié - pirouette

 

Le persone cambiano, maturano, crescono. Tuttavia a me, dopo aver visto questo video, viene molto molto da ridere pensarlo ai colloqui con i grandi capi di Stato europei e d'oltre oceano, richiedere armi, promettere alla Russia di Putin un mazzo tanto... insomma non ci sono abituato. Anche se la politica italiana con certi personaggi, ci ha mostrato come sia facile per un comico, una pornostar, un'igienista dentale oppure un animatore-barzellettiere, possano accedere alle stanze del potere senza troppa difficoltà.

giovedì 21 marzo 2024

Sonetto di fine inverno - che il riscaldamento globale ha trasformato in autunno-primavera


Agghiacciato tremar tra nevi algenti

al severo spirar d'orrido vento
correr battendo i piedi ogni momento;
e per soverchio gel battere i denti;

passar al foco i di' quieti e contenti
mentre la pioggia fuor bagna ben cento
caminar sopra 'l ghiaccio, e a passo lento
per timor di cader girsene intenti:

gir forte, sdruzzolar, cader a terra
di nuovo ir sopra 'l giaccio e correr forte
sin ch'il giaccio si rompe, e si disserra;

sentir uscir dalle ferrate porte
Sirocco, Bora e tutti i venti in guerra
quest'è 'l verno, ma tal, che gioja apporte.

Antonio Vivaldi 1725

domenica 17 marzo 2024

Orombello, signore di Ventimiglia

Beatrice di Tenda apre la stagione teatrale dedicata al medioevo. Qualche vago legame con la Liguria ci voleva in quest'opera del Bellini, altrimenti si poteva pensare ad una trovata bislacca. Ma ecco che pure l'ambientazione medioevale fa gioco a questa trovata pubblicitaria, che pare ritagliata su misura del crocierista medio mediocre in cerca della città dei balocchi.

Quindi ecco confezionata - Genova nel Medioevo 2024 - pronta a dar fuoco alle polveri per stupire ogni visitatore e lasciarlo a bocca aperta. E ci sarebbe quasi da credere che il medioevo sia davvero tenuto in grande considerazione in questa città, che nel tempo prima è riuscita a demolirlo e raccattarne i cocci dentro ai musei, salvo poi rimestare nel pentolone per recuperare quello che era conveniente recuperare, perché a Genova il medioevo è un po' come il menù del ristorante, prendi quello che ti piace e il resto lo lasci o volendo lo butti se avanza. Che il Medioevo va preso a piccole dosi e scava scava ne esce fuori troppo e dappertutto.

Quanto a Beatrice - SPOILERla duchessa si incammina verso il patibolo, sostenuta dalla commossa partecipazione del popolo.

mercoledì 13 marzo 2024

Come un Pollicino sognatore

Questa cosa del guerrilla gardening era cominciata ai tempi della Bionda, ma poi era naufragata subitissimo, principalmente perché i 'guerrilleros' organizzatori si erano rivelati dei nerd morti di figa. Così la Bionda aveva abbandonato e con lei tutti noi per solidarietà. Ora la Bionda vive oltre oceano e non è facile ri-coinvolgerla. Ma meglio così, perché in rete sulla faccenda guerrilla si trova solo il deserto cognitivo e tutti i siti e rimandi che ho trovato nelle mie zone sono di persone che, passato l'entusiasmo del momento, ora postano la foto del balcone di casa con le piante comprate al vivaio.

Insomma ho deciso che faccio da me, quindi scopro subito che anche il gardening è una questione di speculazione spicciola e le tanto pubblicizzate bombe di semi costano 1 euro l'una e contengono si e no una manciata di semini e tanta terra e argilla. E poi buona fortuna, pregate la dea Flora di farli germinare.
Chiaramente una cosa del genere non era accettabile, quindi da buon genovese-massimo-risultato-minima-spesa ho indagato e rimuginato per scoprire che potevo farmi le semine illegali risparmiando. Quindi 150 gr di semi di lino a 1,99 euro e 150 gr a 2,99 euro di semi di papavero, questi presi al supermercato; a seguire 1 kg di semi vari per canarini a 4,60 euro, nel negozio di animali.
Totale un kg e trecento grammi di semi a 9,58 euro. 
Accettabile.
Adesso che la primavera inizia, ed alcuni giorni sono utilmente piovosi, ho cominciato le semine selvagge e l'unico mio cruccio è che i malefici piccioni passino a mangiarsi tutto, un po' come è accaduto al Pollicino della fiaba, e non potendomi dotare di uno spaventapasseri, dovrò solo sperare che qualcosa scappi all'occhio attento e rapace dei volatili cittadini e sorvegliare le fioriture ad inizio estate.

venerdì 8 marzo 2024

La verità è in mano ai bugiardi

Quando leggo queste trovate (Stop all'uso universale del maschile) mi chiedo se sia ancora valida ed invocabile, la questione: l'importante e parlarne ovvero quel modo di affrontare temi sociali di un certo spessore, tipico di una certa ideologia inclusiva che contraddistingue(va) parte della sinistra acculturata degli anni '80 e perdura ancora nonostante alcune evidenze contrarie; una sinistra che si compiace di se stessa e della propria kultura troppo ego referenziata. La stessa che oggi nemmeno percepisce la caduta verticale in cui sono precipitate le sue ideologie. Stantie ed utili come la mummia di Lenin al Cremlino.

Poi mi chiedo come un team di stipendiati pubblici possa investire energie o meglio sottrarre tempo ad altre attività, per dedicarsi alla creazione di qualcosa che esula dalle competenze di una pubblica amministrazione. Una pubblica amministrazione non dovrebbe essere un organo amministrativo incaricato di far funzionare la città? Mica un ente morale di divulgazione culturale, per quello ci sono le scuole pubbliche con personale e docenti opportunamente formati.

A seguire penso a queste operazioni retoriche, adatte ai *palloni gonfiati* (maschile inclusivo) che sarà anche semplicistico definirli cosi, ma appare chiarissimo come dietro a tutto questo si nasconda nemmeno troppo bene, la solita caccia al luogo comune del patriarcato, che ha come effetto quello di certificarlo.

Per esempio: aver chiamato lo spazzino - operatore ecologico - ha cambiato il suo stipendio o migliorato il suo lavoro?
Indicare gli africani come neri invece di - negri - ha migliorato la loro condizione di accoglienza?

Tuttavia la questione del manualetto STOP è stata risolta molto efficacemente da un breve commento di una ragazza che invocava più concretezza di fatti, tipo la parità di salario ed altre faccenduole simili, che volendo essere concreti son proprio quelli i segnali di mutamento culturale, la VERA inversione di pensiero.

Per parte mia posso solo rilevare che ci sono ambiti in cui serve (ironico) la cameriera che riassetta le stanze dell'albergo, la bambinaia per sorvegliare i pupi, la badante che accudisce, l'ostetrica, l'infermiera, la donna delle pulizie, la parrucchiera, questi ed altri mille ruoli in cui desta stupore, quando non fastidio, la presenza di un uomo, un maschio fuori posto che per quel mestiere viene deriso da altri maski alfa preoccupati di vedere in questo mescolamento, qualcosa di sospetto di degenere. Al pari la donna architetto che sorveglia i lavori in un cantiere di sudatissimi manovali. Che ai maski alfa son riservati altri ruoli; il cacciatore, soldato calciatore, muratore, fabbro, falegname, primario, vescovo e papa perfino. Una distribuzione primordiale ma salvifica e rassicurante; e questi pensano che redigere la lista delle parole del gatto sia bastante a stimolare cervelli mediocri a cui basta una parola per risolvere, là dove hanno fallito intere generazioni di psicologi. A far spostare di un millimetro l'asticella di persone travolte dall'analfabetismo funzionale, che leggono al massimo le istruzioni del frullatore e un libro di Vannacci, gente che fatica ad esprimersi in italiano e quando ci riesce vomita una grammatica casuale e zoppicante, piena di regionalismi e calate dialettali. 
Davvero la pubblica amministrazione pensa con questo stratagemma di sostituirsi alle regole dei programmi ministeriali? Davvero possiamo sperare che basti? 
Cosi come sicuramente servono (sono nuovamente ironico) le pietre d'inciampo per far terminare i genocidi e le panchine rosse per ricordare ai fidanzati violenti che quando vengono lasciati non serve sterminare la famiglia dell'ex. 

Ora ..... Con tutto l'entusiasmo e l'ottimismo che posso recuperare, davvero non riesco a scorgere in questi segnali qualche barlume di cambiamento, un'inversione di tendenza, sarà che il basta che se ne parli serve solo a fare come Ponzio Pilato?

Poi riassumo con una canzone, per quelli che preferiscono ascoltare invece di leggere...

domenica 3 marzo 2024

Occasioni di litigio sprecate in modo insensato

Mattinata culturale, con un giro a Palazzo Lomellino per la mostra The library at night, che a detta della ninfetta all'ingresso è tratta da un libro di uno scrittore spagnolo di cui nemmeno ero a conoscenza (*), ma ci siamo fidati dello spoiler fatto da Montanari e dalla Bertolucci. In ogni caso dieci biblioteche degne di nota, vere o leggendarie. Belle belle le ambientazioni e gli effetti 3D, ma alla fine erano dei film da vedere col visore e basta. Ed io che mi ero immaginato qualcosa di interattivo... tipo videogioco. Ma nessuno a cui sparare tranne, forse un paio di bibliotecari.

Il resto della mattinata è filato liscio al botteghino delle Vigne dove abbiamo fatto da scenografia ai turisti in cerca della città verace. Questo posto è uno dei bar degli affetti, in cui passavo il tempo con la  Piccy a discutere dei destini del mondo, di progetti per il nostro futuro da ricchi e famosi e altre delle amenità che è possibile perseguire con convinzione quando si è adolescenti. Ed anche oggi si è discusso di tradimenti, sulla gestione dei fedifraghi, di assessori (in)competenti, di Skymetro, della morte di Michael Jackson, di Raffaella Carrà e di altri miti della musica internazionale, concludendo che dopo Bruce Springsteen sarà solo deserto musicale, perché brava brava Angelina Mango, ma da una che ha vinto Sanremo non ci si possono aspettare grossi successi da consegnare alla storia della musica come: Like a virgin di Madonna o Another brick in the wall, e poi vuoi mettere gli Abba?

Mentre la discussione ci infervorava, una gentile coppia francese ci ha perfino salutato (e credo fotografati), hanno chiesto se il tavolo accanto era libero come fossero nostri ospiti e poi hanno ordinato cappucino&focaccia con l'occhietto vispo di chi sta facendo qualcosa di proibitoChiaramente non avvezzi all'accoglienza genovese.

Rimandato invece il tour al Reale, che nonostante la ghiotta gratuità era fuori tempo massimo per evitare l'allerta meteo previsto – e puntualmente arrivato - nel pomeriggio. Peccato perché ero impaziente di vedere i restauri alla Galleria degli Specchi. Così abbiamo terminato il BreakLunch e ci siamo aggiornati a domenica 7 aprile. Sì lo so, la cosa sta assumendo i connotati di una routine, ma certe faccende vanno snocciolate con regolarità e perseveranza.

Che poi a dirla tutta a me, entrare con le scarpe bagnate dentro questi (ex)palazzi del potere, mi sembra di fare il cane in chiesa. Ma meglio così, ci sarà più tempo per preparare il materiale per il gioco Trova l'intruso, una caccia al kitten che si nasconde nelle decorazioni delle sale. Lo so che detto così potrebbe essere blasfemo, ma chi non sa la questione vedrà solo un gruppetto molto molto interessato ad ogni dettaglio.


(*) installazione immersiva a realtà virtuale, ispirata all’omonimo libro di Alberto Manguel.

sabato 2 marzo 2024

Fior di cipolla

 Venerdì scorso, mentre a Pisa l'esercito affrontava un corteo di pericolosissimi studenti pro Palestina, manganellandoli adeguatamente in ricordo forse delle belle giornate del G8, la stazione ferroviaria di Genova veniva presidiata dai militari; per quale motivo non mi è chiaro, forse oscure ragioni di sicurezza nazionale. 

Tuttavia l'effetto è stato la sparizione della fauna che normalmente gravita in quel che resta dei giardini attorno alla statua di Colombo; che se c'era un modo per dimostrargli quanto possano stare sul cazzo ai genovesi quelli che partono rinnegando la propria patria, eccolo trovato. L'enorme menhir marmoreo, calamita per tossici e bevitori di birra dalla vescica debole si ergeva solitario tra scooter e erbe incolte.

Tolto questo, ero lì che trottavo al binario e mi trovo davanti due armigeri che mi chiedono i documenti, nulla di strano, ma la cosa mi ha dato abbastanza fastidio. Perché mai mi sono chiesto, mentre riuscivo a prendere il solito treno che fortunatamente era in ritardo di 5 minuti, quelli utili a espletare l'esibizione del lasciapassare. E' una pratica a cui non sono abituato, almeno se circolo a piedi, su un veicolo è differente. Mi aspettavo pure una perquisizione, ma evidentemente non ero così sospetto, ero invece sull'incazzo andante, che già mi vedevo perdere il treno, cosa che ho fatto notare non senza disappunto.

Comunque niente arresto, forse finirò in qualche dossier in stile Stasi, con la postilla: persona indisponente dal carattere iracondo, (tende facilmente al turpiloquio), assieme a tutte le informazioni segretissime che la questura raccoglie su ogni cittadino. Ma un pensiero sulla sparizione della fauna ferroviaria l'ho fatto, insomma circola un sacco di gente che cambia strada appena vede una divisa, troppa a mio avviso. Poi ho pensato ad altro, proseguendo a fare guerrilla gardening nel tragitto stazione - ufficio, che è l'unica illegalità che mi concedo in questo periodo. E se mi avessero perquisito lo zaino trovavano un dispenser con semi di cipolla e papavero, e vai a spiegare ai gendarmi a cosa servivano.

lunedì 26 febbraio 2024

Le trappole e gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede

 

La scala della casa al Paese trova una nuova veste, ed io sorveglio che il mutamento non sia troppo radicale, che rimanga un po' di passato, nascosto sotto un garbato strato di calce, qualcosa che parli a chi conosceva e sa leggere indietro.

Tuttavia una sorpresa l'ho avuta da un famiglio che mi dice:
zio sai... questa è come in quella poesia di Montale che abbiamo studiato a scuola, quella sulle scale. Ed io che dopo un po' ho ripescato nella memoria, dico a questa testolina...

Ho sceso dandoti il braccio
almeno un milione di scale ...

ed ora che non ci sei
è il vuoto ad ogni gradino...


L'ultima parte l'ho taciuta, perché quella scala è stata percorsa da un numero considerevole di persone che non ci sono più e ricordarsele tutte era cosa ardua; e poi lo scopriranno da loro. Anche per avere nostalgia ci vuole l'età giusta.

martedì 20 febbraio 2024

Quando l'amore chiama solo gli sciocchi indugiano

 

Difficili da gestire per la pubblica amministrazione, croce e delizia degli abitanti divisi tra militanze ambientaliste e circolo cacciatori urbani, i cinghiali hanno preso possesso delle strade cittadine. Inizialmente si potevano incontrare sulle alture, nel greto del Bisagno ed in altri luoghi poco frequentati di notte. Poi le cose hanno preso una piega differente, e quindi ecco le effusioni amorose di questa coppia, che in pieno centro storico, proprio davanti al duomo, saluta una primavera anticipata dando mostra del proprio ardore. Se tutto è andato bene tra circa 120 giorni avremo una cucciolata di 8 piccoli cinghialetti.
Insomma auguri e piggy maschi, o femmine, vabbè facciamo 4e4.

mercoledì 14 febbraio 2024

La strage di S.Valentino ❤️

Accadde tra il 13 e il 15 febbraio del 1945. Tre giorni di inferno che causarono la morte di 250mila persone, principalmente profughi e civili tedeschi. Era la prima rata del conto, salatissimo, spettante alla Germania Nazista; un paio di mesi più tardi anche Berlino avrebbe conosciuto quella che passerà alla storia come dresdizzazione, ovvero bombardamento a tappeto ammazzatutti, ma peggio, pure bastardo. Il 30 aprile poi l'epilogo che sappiamo, con la morte del regista di tutta la faccenda a 56 anni appena compiuti.
Questa pagina tragicissima della fine della II GM è mirabilmente raccontata in un libro presentato come:

Le avventure di una signorina tedesca che si vende ai vincitori russi e americani per sfuggire alla morte e per ricostruire una vita di purezza.

Recita così la sovracopertina del libro di James McGovern, dal titolo Fraulein, scritto nel 1959. La guerra era terminata da 14 anni e la storia, vera, è scottante e scomoda. Quando la prof ci diede il compito di trovare letture estive di cui relazionare al rientro, pensai di scorrere la lista dei desiderata che ci aveva rifilato lei. In modo molto pratico, mio padre una volta visto l'elenco sentenziò: in casa ci sono già dei libri, ci manca solo comprarne degli altri, prendine un paio che ti piacciono dallo scaffale in corridoio e finiamola lì, che ora non c'è tempo per scendere in città a far spese. Nella libreria della casa al Paese c'era in effetti tutto ciò che varie generazioni avevano setacciato e macinato, residui e grandi classici da rileggere al sole dell'estate. Pure i Grand Hotel ed i romanzetti di Liala della romantica zia Esterina. Oggi quel volume è tornato al suo posto, dove riposava da diversi decenni e dove qualche altro famiglio lo troverà, forse, in occasione di un nuovo giro di letture scolastiche estive, legate in qualche modo al programma di storia. A questo punto della vita della libreria del corridoio ci sta pure Hosseini. Accanto ci troverà anche La pelle di Curzio Malaparte, che racconta invece la versione napoletana della faccenda, stessa guerra stesso periodo, donne e uomini che cercavano di sfuggire al disastro come potevano.

Una cosa che ricordo chiaramente fu il disappunto con cui la prof. di italiano accolse la mia scelta, che non aveva seguito il suo elenco di 'letture consigliate'. Ma se erano consigliate non significava doverle scegliere. Quell'anno, la questione compiti si chiuse abbastanza in fretta per tutti e ricordo perfino che la cugina P. scelse Guerra e Pace, non senza un certo disagio reverenziale, mentre la sua compagna di classe e vicina di cortile, ci dilettò con due volumetti consigliati, che tuttavia avevano meno appeal della mia 'signorina tedesca che si vende...

Tornando alla dresdizzazione invece, ecco una tattica astuta per sbarazzarsi dei nemici, o comunque per fiaccarne lo spirito combattivo: quindi se dovesse capitarvi di pianificare il bombardamento di una città europea, ecco alcune cose da sapere:

1) si aspettano dei giorni di tempo secco, in modo che il legno delle case sia ben asciutto, quindi si procede ad un primo passaggio di bombe esplosive, con lo scopo di scoperchiare i tetti delle case.

2) a seguire serve un secondo passaggio con spezzoni incendiari, che trovavano facile combustibile nelle case scoperchiate. Il vento aiuta molto questa fase.

3) ultima fase è un passaggio di bombe a scoppio ritardato con lo scopo di colpire i soccorritori e diffondere gli incendi. Se in tutto questo vi capita di colpire ospedali, asili, scuole, chiese e centri artistici come musei e biblioteche il successo è garantito.

Se avete ancora dubbi o remore vi lascio il tutorial...


Alcuni storici dicono che questa faccenda sia ascrivibile come 'crimine contro l'umanità', ma voi non preoccupatevi col tempo certe cose si dimenticano.

venerdì 9 febbraio 2024

Genova è stupenda, ma è più bella quando la guardi da casa tua

Due virgola sei milioni di turisti. Questo è il bilancio per il 2023. Stilata dagli appositi uffici, la conta dovrebbe testimoniare la ricchezza prodotta da una gestione promozionale che si è data obiettivi ambiziosi. Se poi dietro a questi numeri ci sia una valutazione dell'impatto sulla città storica è altra faccenda. Siamo pur sempre in Italia, mica si può pensare a tutto, e poi è risaputo che i genovesi sono dei cittadini brontoloni, insofferenti ed inospitali, perfino ostili volendo. Insomma, mugugnano per qualsiasi cosa, a prescindere.
Ma in questo caso ci son di mezzo le palanche. Faccio un po' di conti della serva:
sono tre euro a notte di tassa di soggiorno, ipotizzando un paio di notti si arriva alla bella cifretta di 15milioni e 600mila euro. Senza fare assolutamente nulla. Visto?! un banalissimo turista può essere trasformato in vacca da mungere.
Alla faccia di quelli che dicono che le gratuità degli impianti verticali sono regalie municipali. 
Grazie turisti - thanks you so much!

Tuttavia ci sono luoghi a Genova da cui è meglio stare alla larga, anche se sono gratis, uno di questi è il centro storico; un recente video della Scuola di Botte dedicato ai vicoli genovesi ha mostrato una versione inedita per molti e poco gradita ad alcuni residenti, che hanno prestamente recriminato e promesso denunce. Ma la ragione starà nel mezzo, a me i loro metodi di indagine piacciono poco, forse avranno anche esagerato le situazioni per fare follower, ma è anche vero che se non ci fosse stato nulla da vedere sarebbero tornati a mani vuote. Invece cose da vedere ne hanno trovate abbastanza, e per loro, abituati alle amenità capitoline, è stata una bella sorpresa. Anche per l'assessorato al Turismo, che non ha gradito il pensiero e con un paio di video diventati virali, ha visto mandare a puttane anni di promozione turistica. Ma che vogliamo fare? il turista non cerca forse una città vera verace? con personaggi capaci di stupire, di dar loro quel brivido che rende la visita indimenticabile? altrimenti sarebbero andati a Disneyland. 
E poi che dire degli spacciatori che si sono sentiti attaccare mentre svolgevano il loro pagatissimo mestiere? non fanno anche loro parte della filiera economica cittadina, come le prostitute, i mendicanti con la fisarmonica, i giocolieri ed altri artisti di strada ed i borseggiatori? Se non avessero clienti non ci sarebbero. Insomma son posti di lavoro pure questi, non vorrete mica discriminare.

Ma passando a cose più liete, ecco un sistema per eliminare i turisti più avventati, non saranno certo un paio di spacciatori iracondi a liberarci di loro, che quella è gente che lavora e non ha tempo di occuparsi dei problemi di tutti. Quindi? quindi ci pensa il mare! sì, lui; non sempre purtroppo, ma vi assicuro che spesso è quasi una gioia vederlo in azione. In certi giorni di scirocco mi affaccio alla finestra e sento quell'odore tipico della mareggiata, un profumo che solo chi abita in riva al mare riesce a riconoscere distintamente, come fosse il profumo della focaccia appena sfornata, del basilico fresco, o della maccaja, sono profumi che abbiamo aspirato sin da quando eravamo in culla. Che è un po' come per i milanesi l'odore di nebbia, ti resta nel DNA.

domenica 4 febbraio 2024

Giro, faccio cose, vedo gente



Dopo questa performance del 2019 il sindaco ha preso provvedimenti, almeno per gli spostamenti ufficiali all'interno delle mura cittadine; non potendo ripristinare la portantina dogale andata malauguratamente distrutta con i moti rivoluzionari del 1794 assieme al trono dorato, all'albo della Nobiltà Genovese ed a tutta una serie di pregiati simboli dell'oligarchia, oggi che resta per riconoscere il primo cittadino?
La scorta principalmente e poi l'immancabile Gonfalone, il gonfaloniere e gli armigeri.
Quindi se siete in giro per il centro storico e vi trovate davanti a questo corteo, sappiate che da qualche parte lì attorno c'è il doge sindaco di Genova impegnato in qualche inaugurazione con il suo codazzo di assessori.

A questo punto vi restano alcune possibilità: potete genuflettervi al suo cospetto; baciare la veste è usanza in disuso, ma è gradito applaudire ed esternare ovazioni entusiastiche, pure sorridere e sventolare il copricapo sperando di restare immortalati gaudenti in qualche foto ufficialissima, che verrà eternata nel web tramite le varie pagine social della Repubblica Comune.
Sconsigliato proferire improperi e lagnanze, sia pur pertinenti e documentate, anche far fischi e motteggi dileggiatori è di pessimo auspicio per il congiurante; che ancora non vi è la gogna o la demolizione della dimora, ma meglio non rischiare.

mercoledì 31 gennaio 2024

Gli italiani si bevono qualsiasi minchiata

Mentre scorrevo gli annunci delle case in vendita, ecco questa immagine, che subito mi son detto: dai non è possibile! questi o sono dei geni o degli imbecilli. Ero indeciso poi ho optato per la seconda. Tolto che non dormirei sonni tranquilli, per quella faccenda riconducibile a Damocle; ma poi pensa al poveraccio del piano di sopra con un altoparlante schiantato lì, che se la metti sopra il letto è sicuro che la guardi di sera/notte e pure ti addormenti con la tv accesa. Sarà che nella mia visione delle cose la tv sta in salotto e da li non esce, e più realmente la tv in casa mia non c'è dal 2003, e prima esisteva un Philips Th+ a valvole in BN, che stava acceso un paio di ore alla settimana. 

Comunque... il resto della casa di questi tizi è una fiera di ambienti intasati dagli oggetti di largo consumo, tipo frullini, planetaria, friggitrice ad aria, gassificatore per l'acqua, fornetto scalda brioches, forno a microonde, estrattore, centrifuga, macchina per il pane, macchina per il caffè con le capsule, tostapane, bistecchiera, lavatrice, asciugatrice, lavastoviglie, vari tv al plasma, di cui uno in cucina, uno enorme in salotto, uno sospeso in camera e altri due nelle camerette dei ragazzi, così ci giocano alla play, la cyclette per appendere il cappotto o il camminatore usato come stendibiancheria, la vaporella e il ferro da stiro, lo spazzolino elettrico, lo ionizzatore, il deumidificatore. E chissà quante altre puttanate nasconde questo appartamento di 90 mq e balconata panoramica, termoautonomo, prezzo di realizzo, che per traslocare ci metteranno si e no un mese intero. Poi mi son chiesto: ma che senso ha intasare le ante della cucina, del mobile del soggiorno, l'armadio a muro del corridoio, la dispensa pure, che necessariamente sovrabbonda di altri inutili oggetti tipo aspirapolveri, aspirabriciole, scopaelettrica, vaporetto lavavetri, che quando va bene sono usati un paio di volte all'anno, se non dimenticati. 

Tuttavia a criticare la fiera del (finto) benessere c'è da far sollevare gli scudi anche ai più tranquilli, che son posti di lavoro garantiti, punti di PIL, magari pure economia circolare. Poi penso alla definizione commerciale delle persone: "consumatori" e questo dovrebbe darmi la misura di quello che ci si aspetta. Quindi ecco i parassiti del Pianeta, con case intasate di oggetti, che sembrano magazzini, e la cosa abbastanza triste è credere che questo sia un buon modello di vita agiata, sostenibile perfino comprando il suv per portare il figlio a scuola a cento metri da casa. C'è stato nel tempo un lavaggio del cervello talmente efficace da garantire alle industrie, alle multinazionali, intere generazioni di "consumatori" impegnati ad accumulare feticci ed appendere televisori al soffitto per friggersi meglio il cervello dopo aver spippolato sul furbofono.

sabato 27 gennaio 2024

Ho solo qualcosa nell'occhio

Mi è anche difficile pensare che si possa ricadere in certe derive, eppure. Dopo ogni guerra ogni città ha una sua storia segreta da raccontare, eroi improvvisati che scorgono meglio di altri le storture della dittatura. Voci spesso dimenticate. Anche Genova ha le sue, ed è importante che non vengano dimenticate.
Questo corto di Matan Rochlitz, racconta in dieci minuti una storia che forse meriterebbe un film. Una storia vera, una delle tante, che si scrivevano nell'Europa del nazismo. Ma la cosa che più mi intristisce è che di storie simili ne accadono ancora...

mercoledì 24 gennaio 2024

Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome

Il giorno della memoria si approssima e puntuali arrivano le iniziative. Quindi altri cubetti nei posti giusti, individuati, forse un tempo lontano rimpianti. A pensarci c'è da incazzarsi forte; perché mai uno deve essere costretto a lasciare la sua casa, per essere trascinato a morire assieme alla sua famiglia a 1400 km di distanza?
Eppure è successo e succede ancora con altre dinamiche. Tutto questo dovrebbe farci capire che siamo ancora agli albori della civile convivenza, o forse stiamo precipitando. Dipende da che parte si considera la questione.

Sia come sia, a me darebbe un po' fastidio sapere che il mio nome, o quello di un mio antenato dopo tale affronto storico, figurasse sul marciapiede davanti casa, e se per caso un cane cagasse sulla mia placca? Peggio, se un cafone qualsiasi, passando, ci scatarrasse sopra? O per sfregio mi oltraggiasse, magari per sua ignoranza, senza nemmeno sapere quello che ho dovuto passare prima di morire?
Meglio sarebbe invece se qualche arrogantello, se quel burino, in virtù dell'InstantKarma, ci scivolasse sopra in un giorno di pioggia.

Ma il dubbio che questa voglia di commemorare sia diventata l'ennesima trovata ego-artistica, mi sorge. Lo United States Holocaust Memorial Museum calcola che dal 1933 sino al 1945, circa 15-17 milioni di persone hanno perso la loro vita nei campi di sterminio nazisti, di questi, 6 milioni erano ebrei.
Quindi per coerenza storica ci sarebbero 17 milioni di pietre d'inciampo da distribuire in giro per le strade europee, ma a questo punto che facciamo? lastrichiamo le città di lapidi?
Ci saranno modi migliori spero, perché questo sistema ha già saturato, è diventato un'abitudine da ripercorrere quasi con comodo da ogni pubblica amministrazione. Una di quelle iniziative strappa consensi garantita, per cui vai a colpo sicuro, in automatico.

Stiamo banalizzando pure le ricorrenze nefaste, ma il punto a mio avviso è il piangersi addosso, il mea culpa sociale e collettivo-istituzionale che non porta espiazione; perché se funzionasse, se davvero la 'coscienza collettiva' avesse imparato qualcosa, oggi non ci dovremmo preoccupare di quelli che affogano nel mediterraneo, o schiattano sotto ai missili di vario colore e provenienza.