mercoledì 24 gennaio 2024

Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome

Il giorno della memoria si approssima e puntuali arrivano le iniziative. Quindi altri cubetti nei posti giusti, individuati, forse un tempo lontano rimpianti. A pensarci c'è da incazzarsi forte; perché mai uno deve essere costretto a lasciare la sua casa, per essere trascinato a morire assieme alla sua famiglia a 1400 km di distanza?
Eppure è successo e succede ancora con altre dinamiche. Tutto questo dovrebbe farci capire che siamo ancora agli albori della civile convivenza, o forse stiamo precipitando. Dipende da che parte si considera la questione.

Sia come sia, a me darebbe un po' fastidio sapere che il mio nome, o quello di un mio antenato dopo tale affronto storico, figurasse sul marciapiede davanti casa, e se per caso un cane cagasse sulla mia placca? Peggio, se un cafone qualsiasi, passando, ci scatarrasse sopra? O per sfregio mi oltraggiasse, magari per sua ignoranza, senza nemmeno sapere quello che ho dovuto passare prima di morire?
Meglio sarebbe invece se qualche arrogantello, se quel burino, in virtù dell'InstantKarma, ci scivolasse sopra in un giorno di pioggia.

Ma il dubbio che questa voglia di commemorare sia diventata l'ennesima trovata ego-artistica, mi sorge. Lo United States Holocaust Memorial Museum calcola che dal 1933 sino al 1945, circa 15-17 milioni di persone hanno perso la loro vita nei campi di sterminio nazisti, di questi, 6 milioni erano ebrei.
Quindi per coerenza storica ci sarebbero 17 milioni di pietre d'inciampo da distribuire in giro per le strade europee, ma a questo punto che facciamo? lastrichiamo le città di lapidi?
Ci saranno modi migliori spero, perché questo sistema ha già saturato, è diventato un'abitudine da ripercorrere quasi con comodo da ogni pubblica amministrazione. Una di quelle iniziative strappa consensi garantita, per cui vai a colpo sicuro, in automatico.

Stiamo banalizzando pure le ricorrenze nefaste, ma il punto a mio avviso è il piangersi addosso, il mea culpa sociale e collettivo-istituzionale che non porta espiazione; perché se funzionasse, se davvero la 'coscienza collettiva' avesse imparato qualcosa, oggi non ci dovremmo preoccupare di quelli che affogano nel mediterraneo, o schiattano sotto ai missili di vario colore e provenienza.

4 commenti:

  1. Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il nome. Questa frase è un passo del TALMUD, testo fondamentale della religione ebraica. Gunter Demning, inventore delle pietre d'inciampo, è stato folgorato da questa affermazione. In parte concordo con il tuo pensiero.

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    1. Gunter Demning ha avviato un'importante iniziativa, ma il rischio è che venga banalizzata o strumentalizzata dalla politica

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  2. Fino a che ci sarà gente che nega la storia ci vorranno pietre ad ogni passo.

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    1. Chi non ha vissuto sulla propria pelle quel periodo non resce a capirne la portata

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