mercoledì 14 febbraio 2024

La strage di S.Valentino ❤️

Accadde tra il 13 e il 15 febbraio del 1945. Tre giorni di inferno che causarono la morte di 250mila persone, principalmente profughi e civili tedeschi. Era la prima rata del conto, salatissimo, spettante alla Germania Nazista; un paio di mesi più tardi anche Berlino avrebbe conosciuto quella che passerà alla storia come dresdizzazione, ovvero bombardamento a tappeto ammazzatutti, ma peggio, pure bastardo. Il 30 aprile poi l'epilogo che sappiamo, con la morte del regista di tutta la faccenda a 56 anni appena compiuti.
Questa pagina tragicissima della fine della II GM è mirabilmente raccontata in un libro presentato come:

Le avventure di una signorina tedesca che si vende ai vincitori russi e americani per sfuggire alla morte e per ricostruire una vita di purezza.

Recita così la sovracopertina del libro di James McGovern, dal titolo Fraulein, scritto nel 1959. La guerra era terminata da 14 anni e la storia, vera, è scottante e scomoda. Quando la prof ci diede il compito di trovare letture estive di cui relazionare al rientro, pensai di scorrere la lista dei desiderata che ci aveva rifilato lei. In modo molto pratico, mio padre una volta visto l'elenco sentenziò: in casa ci sono già dei libri, ci manca solo comprarne degli altri, prendine un paio che ti piacciono dallo scaffale in corridoio e finiamola lì, che ora non c'è tempo per scendere in città a far spese. Nella libreria della casa al Paese c'era in effetti tutto ciò che varie generazioni avevano setacciato e macinato, residui e grandi classici da rileggere al sole dell'estate. Pure i Grand Hotel ed i romanzetti di Liala della romantica zia Esterina. Oggi quel volume è tornato al suo posto, dove riposava da diversi decenni e dove qualche altro famiglio lo troverà, forse, in occasione di un nuovo giro di letture scolastiche estive, legate in qualche modo al programma di storia. A questo punto della vita della libreria del corridoio ci sta pure Hosseini. Accanto ci troverà anche La pelle di Curzio Malaparte, che racconta invece la versione napoletana della faccenda, stessa guerra stesso periodo, donne e uomini che cercavano di sfuggire al disastro come potevano.

Una cosa che ricordo chiaramente fu il disappunto con cui la prof. di italiano accolse la mia scelta, che non aveva seguito il suo elenco di 'letture consigliate'. Ma se erano consigliate non significava doverle scegliere. Quell'anno, la questione compiti si chiuse abbastanza in fretta per tutti e ricordo perfino che la cugina P. scelse Guerra e Pace, non senza un certo disagio reverenziale, mentre la sua compagna di classe e vicina di cortile, ci dilettò con due volumetti consigliati, che tuttavia avevano meno appeal della mia 'signorina tedesca che si vende...

Tornando alla dresdizzazione invece, ecco una tattica astuta per sbarazzarsi dei nemici, o comunque per fiaccarne lo spirito combattivo: quindi se dovesse capitarvi di pianificare il bombardamento di una città europea, ecco alcune cose da sapere:

1) si aspettano dei giorni di tempo secco, in modo che il legno delle case sia ben asciutto, quindi si procede ad un primo passaggio di bombe esplosive, con lo scopo di scoperchiare i tetti delle case.

2) a seguire serve un secondo passaggio con spezzoni incendiari, che trovavano facile combustibile nelle case scoperchiate. Il vento aiuta molto questa fase.

3) ultima fase è un passaggio di bombe a scoppio ritardato con lo scopo di colpire i soccorritori e diffondere gli incendi. Se in tutto questo vi capita di colpire ospedali, asili, scuole, chiese e centri artistici come musei e biblioteche il successo è garantito.

Se avete ancora dubbi o remore vi lascio il tutorial...


Alcuni storici dicono che questa faccenda sia ascrivibile come 'crimine contro l'umanità', ma voi non preoccupatevi col tempo certe cose si dimenticano.

6 commenti:

  1. ricordatevi però di avvisare prima i caporioni nemici, per far mettere in salvo tutte le loro famiglie, a morire devon essere solo i mortidifame

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  2. Anche Spezia è stata molto bombardata, ma è vero si dimentica. O forse il ricordo doloroso era un lusso che nel dopoguerra non si potevano permettere!

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    1. Spezia con il suo porto militare era un buon bersaglio; per quello che ho capito da chi ha vissuto quel periodo, finita la guerra c'era una fretta di lasciarsi tutto alle spalle, parlane il meno possibile e pensare al futuro

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