venerdì 8 marzo 2024

La verità è in mano ai bugiardi

Quando leggo queste trovate (Stop all'uso universale del maschile) mi chiedo se sia ancora valida ed invocabile, la questione: l'importante e parlarne ovvero quel modo di affrontare temi sociali di un certo spessore, tipico di una certa ideologia inclusiva che contraddistingue(va) parte della sinistra acculturata degli anni '80 e perdura ancora nonostante alcune evidenze contrarie; una sinistra che si compiace di se stessa e della propria kultura troppo ego referenziata. La stessa che oggi nemmeno percepisce la caduta verticale in cui sono precipitate le sue ideologie. Stantie ed utili come la mummia di Lenin al Cremlino.

Poi mi chiedo come un team di stipendiati pubblici possa investire energie o meglio sottrarre tempo ad altre attività, per dedicarsi alla creazione di qualcosa che esula dalle competenze di una pubblica amministrazione. Una pubblica amministrazione non dovrebbe essere un organo amministrativo incaricato di far funzionare la città? Mica un ente morale di divulgazione culturale, per quello ci sono le scuole pubbliche con personale e docenti opportunamente formati.

A seguire penso a queste operazioni retoriche, adatte ai *palloni gonfiati* (maschile inclusivo) che sarà anche semplicistico definirli cosi, ma appare chiarissimo come dietro a tutto questo si nasconda nemmeno troppo bene, la solita caccia al luogo comune del patriarcato, che ha come effetto quello di certificarlo.

Per esempio: aver chiamato lo spazzino - operatore ecologico - ha cambiato il suo stipendio o migliorato il suo lavoro?
Indicare gli africani come neri invece di - negri - ha migliorato la loro condizione di accoglienza?

Tuttavia la questione del manualetto STOP è stata risolta molto efficacemente da un breve commento di una ragazza che invocava più concretezza di fatti, tipo la parità di salario ed altre faccenduole simili, che volendo essere concreti son proprio quelli i segnali di mutamento culturale, la VERA inversione di pensiero.

Per parte mia posso solo rilevare che ci sono ambiti in cui serve (ironico) la cameriera che riassetta le stanze dell'albergo, la bambinaia per sorvegliare i pupi, la badante che accudisce, l'ostetrica, l'infermiera, la donna delle pulizie, la parrucchiera, questi ed altri mille ruoli in cui desta stupore, quando non fastidio, la presenza di un uomo, un maschio fuori posto che per quel mestiere viene deriso da altri maski alfa preoccupati di vedere in questo mescolamento, qualcosa di sospetto di degenere. Al pari la donna architetto che sorveglia i lavori in un cantiere di sudatissimi manovali. Che ai maski alfa son riservati altri ruoli; il cacciatore, soldato calciatore, muratore, fabbro, falegname, primario, vescovo e papa perfino. Una distribuzione primordiale ma salvifica e rassicurante; e questi pensano che redigere la lista delle parole del gatto sia bastante a stimolare cervelli mediocri a cui basta una parola per risolvere, là dove hanno fallito intere generazioni di psicologi. A far spostare di un millimetro l'asticella di persone travolte dall'analfabetismo funzionale, che leggono al massimo le istruzioni del frullatore e un libro di Vannacci, gente che fatica ad esprimersi in italiano e quando ci riesce vomita una grammatica casuale e zoppicante, piena di regionalismi e calate dialettali. 
Davvero la pubblica amministrazione pensa con questo stratagemma di sostituirsi alle regole dei programmi ministeriali? Davvero possiamo sperare che basti? 
Cosi come sicuramente servono (sono nuovamente ironico) le pietre d'inciampo per far terminare i genocidi e le panchine rosse per ricordare ai fidanzati violenti che quando vengono lasciati non serve sterminare la famiglia dell'ex. 

Ora ..... Con tutto l'entusiasmo e l'ottimismo che posso recuperare, davvero non riesco a scorgere in questi segnali qualche barlume di cambiamento, un'inversione di tendenza, sarà che il basta che se ne parli serve solo a fare come Ponzio Pilato?

Poi riassumo con una canzone, per quelli che preferiscono ascoltare invece di leggere...

4 commenti:

  1. quel fatto di colpevolizzare per legge coloro che si ostinano ad usare la parola negro usata dai nostri valorosi avi mi fece veramente incazzare.
    Come se la parola nero sia migliore e corroborante

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    1. certi accademismi li spiego solo con l'incapacità di agire

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  2. Io credo che le parole servano, perché come diceva un poeta che conoscevo, i nostri pensieri sono "prigionieri di parole".

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    1. preferisco i fatti - troppi si fermano alle parole pensando che sia sufficiente

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