venerdì 19 agosto 2022

Le cose belle durano solo se te ne prendi cura

Tra il 19 e il 25 agosto del 1944 Parigi viene liberata dall'occupazione nazista, la guerra è ben lontano dal terminare, ma i soldati alleati possono permettersi di scoprire alcune delle tante specialità francesi: le prostitute di Pigalle, lo champagne del Moulin Rouge e la Reggia di Versailles, o almeno quello che ne restava. L'edificio assai imponente, stiamo parlando 64.110 mq per un totale di 3000 vani e 2068 finestre, non se la passava benissimo, ma poco importa, lo stupore è dato dalla grandiosità degli ambienti. 
Ma ora la sintesi: ghigliottinato l'ultimo proprietario nel 1793, i francesi si rendono presto conto che la rivoluzione costa e per fare cassa decidono di vendersi la qualsiasi, così tutto ciò che può essere spostato viene venduto; mobili, soprammobili, specchi, quadri e statue, lampadari, vetrate istoriate e perfino i tubi in piombo delle fontane. Già saccheggiata dalle donne del Terzo Stato al tempo della rivoluzione, la Reggia non aveva mai ripreso totalmente il vecchio lustro, nemmeno con i capricci imperiali di Napoleone ed un paio di suoi successori. Danneggiata dalla IGM e scampata alle bombe alleate ed alle predazioni tedesche, principalmente perché non c'era più niente da prendere, nel 1944 la Reggia di Versailles era poco più che un guscio vuoto. Un bel guscio certo, ma prossimo alla fase terminale.
Risultato? i conservatori in occasione dei temporali autunnali posizionavano sui parquet in quercia, stracci e catinelle per raccogliere l'acqua piovana che filtrava dai tetti. La situazione resta critica sino al 1954, quando finalmente arrivano i soldi, a cacciarli sono i Rockefeller Brothersche in continuità con i loro predecessori finanziano la rinascita del castello. Un atto di mecenatismo, ma anche l'avvio di un'enorme macchina per far soldi, che oggi sostenta le enormi spese gestionali e circa 1089 operai, di cui 814 a tempo indeterminato, 15 conservatori del patrimonio, 60 giardinieri, 500 sorveglianti, senza contare l'indotto. Numeri impressionanti.

Con un fatturato di circa 150 milioni di euro all'anno e 8 milioni di visitatori, l'ex Reggia del Re Sole si conferma la maggior attrazione turistica francese in competizione con i 15 milioni di visite di Disneyland Paris e i 7 milioni della Tour Eiffel.
E adeso una curiosità:

Nel 1684 il doge di Genova, Francesco Maria Imperiale Lercari fu costretto a recarsi personalmente a Versailles per fare atto di resa e sottomissione davanti al Re Sole. Arrivato in carrozza dopo un lungo viaggio, uno dei dignitari della corte francese gli chiese cosa lo stupisse maggiormente della Reggia e della sua magnificenza. Rispose in genovese con due parole: “Mi chi” (Io qui). 
I francesi rimasero molto contrariati.

(QUI la storia completa)

11 commenti:

  1. Peró in piccolo nemmeno Palazzo Reale di via Balbi è male!

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    1. e la 'nostra' galleria degli specchi sarà ancora più bella  dopo i restauri

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  2. dovrebbero metter da parte il 50% degli incassi, perchè son finiti i tempi belli

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  3. I Rockefeller sapevano scegliere bene le loro opere di bene.

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    1. in effetti c'è stata un'epoca in cui non era solo un semplice cacciar soldi, ma fare beneficienza con lungimiranza

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  4. la prima parte introduce simiglianze. mi riferisco alla nostra piccola versailles colornese.
    il finale diverge decisamente :)
    senza giardinieri càpita di trovare semplicemente zone del parco interdette e segnalate con nastri bianco-rossi.
    dentro un paio di specchi son rimasti. forse troppo grossi per essere trafugati :)
    ciao

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    1. sull'allegra gestione del patrimonio artistico italiano ci dovrò dedicare un post, che tra furti e vandalismi sta scomparendo il meglio

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    1. eh ci fosse stata quella grinta quando cent'anni dopo arrivò Napoleone

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