La stagione dei viaggi è all'inizio... ma voi, turisti e viaggiatori, toglietevi pure dai coglioni prima di averla scoperta. In buona sostanza i turisti hanno (già) rotto le palle. Le incursioni dei croceristi americani se inizialmente avevano il sapore divertente di comitive in visita allo zoo, oggi decuplicate in numero, rappresentano soltanto un fastidioso ingorgo pedonale nel già ristretto labirinto del centro storico, che sarà anche il più grande d'Europa, come vogliono farci credere certi depliant, ma ha alcune strade obbligate in cui tutto si affolla generando intasamenti degni di quelli del GRA.
Un turismo che dovrebbe essere accettabile economicamente, se non fosse che questa orda contenga anche emerite teste di cazzo che approfittano delle trasferte e della testa vuota tipica dei villeggianti per far casino e danno, con conseguente sporcizia e disagio per i residenti. Fenomeni che già si sommano ad una situazione resa delicata dalle teste di cazzo locali e delinquenza varia di molteplici etnie.
Sono in molti a lanciare l'allarme, uno tra tutti Tobias Jones, giornalista e scrittore inglese residente a Parma, dalle colonne del Guardian scrive: oggi il turismo di massa a base di selfie e post su Instagram sta rovinando le città italiane e, spesso, anche il soggiorno di chi ci arriva. ed eccole le degenerazioni dell'overtourism. «In passato viaggiavamo per ampliare ed educare la mente (…), per assorbire la vastità del mondo, per sentirci piccoli, forse vulnerabili, e per apprendere altre culture», scrive. «Ora sembra che tutto ciò sia al rovescio: il pericolo o il rischio di viaggiare sono minimi e il nostro enorme ego si impone su un piccolo mondo. I luoghi da visitare non sono altro che lo sfondo per i nostri selfie, perché andiamo nei posti non per imparare da essi, ma solo per postare, e poterci vantare con gli altri di esserci stati».
Tuttavia oltre frontiera nasce una nuova tendenza, quella del turismo responsabile, che detto così pare il nuovo ossimoro. Gli olandesi ci sono arrivati, in Italia invece passeranno ancora un paio di decenni prima di poter anche solo pensare delle soluzioni efficaci.
vabbé, si tratta solo di qualche strada, come qui a Roma dove non riesci nemmeno ad attraversarla per quanti turisti la percorrono centralmente e senza tenere la destra.
RispondiEliminaConviene trasferirsi fuori in vacanza e fare il pendolare per questo breve periodo estivo
infatti in moltissime città i residenti fuggono, alla fine visitano delle città finte, vetrine per turisti distratti e impecorati in utili greggi
Elimina"I luoghi da visitare non sono altro che lo sfondo per i nostri selfie, perché andiamo nei posti non per imparare da essi, ma solo per postare, e poterci vantare con gli altri di esserci stati"
RispondiEliminaVero, lo scopo ormai è quello, ed è un peccato perdersi tutto pur di apparire e vantarsi!
Vivere in posti turistici non è proprio rilassante, ma quando quelli se ne vanno ci si riappropria del bello del vivere in posti dove i poveri turisti pagano un patrimonio per pochi giorni!
mi chiedo alla fine cosa resta nella testa delle persone dopo una vacanza del genere, oltre aver creato profitto ad altri... si è persa tutto il potenziale culturale del viaggiare
EliminaSe frequentiamo in massa lo stesso luogo finiamo per stravolgerlo in poco tempo. E’ su questo squilibrio, tra la presenza eccessiva dell’uomo nei luoghi deputati allo svago e la natura offesa, che bisogna ragionare e riflettere. Diceva un saggio: se scopri un bel posto non dirlo agli altri altrimenti arrivano in massa e lo distruggono. I turisti? Sciami famelici di cavallette.
RispondiEliminail fenomeno è letteralmente esploso in questi ultimi anni, e in questa follia collettiva c'è sempre di mezzo il soldo, il profitto sempre e comunque... quindi non se ne esce!
EliminaIl turismo di massa è il figlio di mamma sovrappopolazione e di papà consumismo. Un figlio bastardo che mantiene ed esalta il peggio di entrambi.
RispondiEliminaorde di selvaggi sottoculturati, ma ottime galline da spennare
Elimina