sabato 18 giugno 2022

Il pane degli altri ha sette croste

Claire deve andare di nuovo a Roma per lavoro, e non ne ha assolutamente voglia, e per questo viaggio veloce si trova nuovamente incasinata dall'urgenza-emergenza della sua capa. Distrutta dallo stress, dal caldo e dall'impossibilità di stabilire dei ritmi di lavoro decenti; una vita con la valigia, che manco il problema del commesso viaggiatore potrebbe risolvere.
Incapacità sua o della capa? a quanto mi dice è una tiranna, o forse un dirigente isterico ed incompetente, ne girano molti in questi tempi di benefit fiscale.

Da quel poco che ho capito non ha accettato di buon grado la partenza della sua collaboratrice; Claire dopo aver sopportato per anni, ha infatti deciso di licenziarsi, ma nel mese di preavviso in ufficio si è aperta la porta dell'Ade, inteso come l'oltretomba nella mitologia classica e per estensione Dio dell'Ade, delle ombre e dei morti e non come acronimo dell'Agenzia delle Entrate, anche se spesso il tutto coincide.

L'ultimo mese è quindi stato caratterizzato da un clima pessimo e ricattatorio, infatti le referenze sono sempre un buon guinzaglio per i datori di lavoro. Per contro il dipendente non può parlare male dei propri capi a nessuno, per non fare una pessima figura con i futuri datori di lavoro. Così la tiranneggia. E stronza? Oppure è Claire che è una frana sul lavoro? 

Non lo saprò mai e nemmeno me ne frega, da tempo ho smesso di immedesimarmi nei casini altrui, trovando preferibile e più utile osservarli con dovuto distacco. Tuttavia mi spiace per lei, perché oggi era presa malissimo da una serie di incombenze che avevano tutto il sapore della vendetta; quindi incasinata e frignona. Mi ha mandato una serie di messaggi con le lacrime agli occhi. Le ho risposto che è così che ci si forma il carattere. Poi l'ho invitata ad un giro in Spianata per un gelato e quattro chiacchiere in vista tramonto, quello è un posto che aggiusterebbe l'umore di chiunque.

4 commenti:

  1. ai miei tempi si lasciava un'occupazione solo quando se ne aveva pronta già un'altra. Solo agli inizi della mia attività mi capitò di rinunciare ad un lavoro molto bello per accettare un corso formativo di tre mesi con esame finale per essere assunto in una grande azienda, ma al mio capo dove lavoravo dissi che dovevo dimettermi per una grave malattia dei miei genitori e lui si commosse e continuava a telefonarmi per sapere come andava e se potevo tornare

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    1. Un uomo che non dispone di nessun tempo libero, che per tutta la sua vita, all'infuori delle pause puramente fisiche per dormire e per mangiare e così via, è preso dal suo lavoro, è meno di una bestia da soma. Egli non è che una macchina per la produzione di ricchezza per altri, è fisicamente spezzato e spiritualmente abbrutito. Eppure, tutta la storia dell'industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni, lavora senza scrupoli e senza misericordia per precipitare tutta l’umanità a questo livello della più profonda degradazione.
      Karl Marx, Salario, prezzo e profitto

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  2. Sono fortunata allora io come direttori!

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    1. in certi settori lavorare nel pubblico è una pacchia

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