lunedì 6 giugno 2022

Alcuni misteri superano l'umana comprensione

Un bel post di Giulia Acerba su Fb mi riporta a riflessioni che avevo fatto molto tempo fa. Forse era un problema dei genovesi o dei liguri? Avevo lasciato perdere, ad un certo punto uno si arrende, e c'è anche da dire che pure io adesso tendo a non salutare perché mi sono stancato di farlo a vuoto, e poi saluto solo chi mi è simpatico, e sono pochi.
Dunque Giulia scrive:

Solitamente non scrivo su commissione, ma una mia cara amica mi ha fatto una richiesta che non potevo ignorare.

Mi ha detto: scrivi un pezzo su quelli che non salutano.

Ci provo.

Primo anno a Genova ho frequentato vari corsi e riunioni: diritti umani, educazione ambientale, diritti dei bambini, leggi sull'immigrazione.

La mia famiglia adottiva mi prendeva in giro perché avevo sempre un corso diverso.

Poi mi sono iscritta all'università e ho abbracciato occupazioni, riunioni, assemblee, riunioni e assemblee, parole parole parole.

Ho conosciuto veramente tanta gente i primi due anni che ero a Genova.

Cene, aperitivi, caffè: era tutta un scoperta. Ero presa benissimo. Parlavo con tutti, ovunque.

Ma succedeva una cosa un po' bizzarra: alcune persone con cui avevo condiviso assemblee, viaggi a Roma, occupazioni, cene e caffè quando mi vedevano in giro non mi salutavano.

E io ci rimanevo di stucco.

Pensavo "non mi avranno riconosciuta", "non mi avranno vista" poi i numeri dei non salutanti aumentavano giorno per giorno e , visto che non c'erano studi evidenti sul fatto che a Genova la gente avesse problemi di vista o di fisionomia, ho capito che il problema di fondo era un altro.

La cruda verità che mi si era spalancata davanti era questa: non tutti quelli con cui condividi una cena o un'assemblea poi per strada ti salutano.

Neanche quelli che urlano socialità e condivisione, anzi quelli sono i peggiori.

Mi sentivo come se di un gruppo non sarei mai riuscita a fare veramente parte, se non grazie alla presenza di alcuni ragazzi presi bene che mi hanno salutato dal primo giorno e non hanno mai smesso.

Poi ho capito che:

-alcuni ti salutano solo se ti spiaccichi davanti a loro o se li saluti tu per prima

-alcuni ad un "ciao" rispondono con un sorriso cagato

-alcuni ti salutano solo se ti vedono insieme alla persona che avete in comune, quasi ci volesse un passaporto

-alcuni ti salutano sempre

Io vorrei fare un comunicato alla città intera, da Voltri fino a Nervi: cari non salutanti, nel caso non ve l'avesse ancora detto nessuno il saluto è come il mugugno, è gratis.
Ma se siete avari perfino di cose gratuite, benissimo.

C'è una lista (lunga) di persone da cui non mi aspetto più neanche quelle 4 lettere: C I A O.

Però basta che non ce la meniate a sangue con la socialità, la condivisione, il femminismo, l'intercultura e la Palestina perché avete ancora da vincere la lotta più importante contro quelle 4 lettere che vi si impigliano fra le corde vocali.

Una volta che avrete imparato a salutare anche chi non conoscete dall'asilo, fatemelo sapere.



Verrebbe da risponderle, cara Giulia fai bene ad avere la lista, a me accade persino con le scopicizie, persino con partner di una notte o di un mese, che vuoi che sia con gente con cui hai condiviso solo un corso universitario o un viaggio in treno... futtetenne!
Saluti Pier

7 commenti:

  1. che poi non si possa nemmeno alzare il braccio destro accompagnando il gesto con un sorriso goliardico, come stabilito da uno dei tanti editti emanati dai vari caporioni mi pare cosa bbona e giusta per il nostro caro
    amato
    variegato
    generoso
    immaginifico
    bobbolo,
    che tutti NOI sostiene sulle sue sempre più esili spalle

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  2. A me non è capitato, forse ho frequentato ambienti diversi, come dire, più adukti.

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    1. forse è anche questione di periodi diversi, qui è già tanto se ci salutiamo tra vicini di casa... che alcuni è meglio far finta di non vederli

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