martedì 17 maggio 2022

Una morte umiliante può offuscare una vita ragguardevole?

Questa era la vera domanda da porsi in quell'occasione.

Quando la Rossa gli chiese di accompagnarla a trovare il Nonno, Ruggine storse il naso; stava con lei da meno di un mese e quell'invito gli parve fuori luogo, era un po' come se lo avesse invitato a cena per presentarlo ai genitori. Decisamente troppo presto. Tuttavia accettò, in parte perché non aveva di meglio da fare, ed in parte per curiosità, e poi era sicuro che dopo quella visita sarebbe stato più facile portarsela a letto.

Il Nonno della Rossa viveva in una casa per anziani, una RSA, un modo subdolo per non dire ospizio. L'ambiente in cui entrarono era semi ospedaliero, o almeno l'odore di disinfettante era molto simile, ed anche il tipico odore di vecchio che aleggiava per i corridoi e che nessun deodorante avrebbe mai eliminato. Il personale in divisa bianca, portava gli zoccoletti sanitari come gli infermieri, una targhetta sul taschino e spingeva carrelli in cui tintinnavano flaconi di medicinali. Erano tutti molto calmi e gentili, soprattutto durante l'orario di visita dei parenti.

Il Nonno della Rossa non si ricordava di aver conosciuto Ruggine, all'epoca lui portava i pantaloncini corti ed aveva i brufoli, era appena arrivato nel quartiere dopo la separazione dei suoi genitori e da allora era molto cambiato. Bene così si disse, meno persone si ricordano la mia adolescenza meglio è. Tuttavia era anche prevedibile, vivere in un ospizio senza poter uscire, è come stare sotto stupefacenti, si perde la cognizione del tempo e l'interesse per ogni cosa; già era tanto se si ricordava cosa aveva mangiato a pranzo: minestrina con brodo di pollo e pastina, poi purea di patate con carne trita, e mele cotte. La dieta personalizzata era in bella vista sulla cartelletta appesa ai piedi del letto. Nelle RSA pare diano spesso mele cotte, perché facilitano, pensò Ruggine con un certo divertimento.

Anche gli altri vecchi del reparto in cui si trova il Nonno della Rossa sembravano affetti da una qualche forma di smemoratezza selettiva, un po' per noia o forse per vero disinteresse. Circolavano in tuta e ciabatte e si trascinavano nei corridoi, ingannando il tempo muovendosi lentamente, come detenuti nell'ora d'aria. Ruggine pensò subito al lock down ed agli arresti domiciliari della Zokky, una sua cugina dalla vita complicata. Il loro abbigliamento era simile. Ma anche moltissimi liceali circolavano in città in tuta e scarpe da ginnastica senza calzini, in ogni stagione e in estate si vedevano persone in ciabatte in plastica da piscina e calzini bianchi di spugna. Un tempo l'avrebbe chiamata Moda Down, oggi non sapeva bene come classificarla.

Quindi anche loro sono delle fashion victims senza saperlo? Ruggine non sapeva se preoccuparsi o esserne compiaciuto. Lui comunque preferiva indossare jeans, o quei pantaloni in pelle da motociclista che aveva comprato allo sbarazzo. Nel caso dei liceali invece, era quasi certo fosse una forma di demenza giovanile stimolata dai social, che avrebbe dato i suoi frutti nel tempo. Insomma ne avrebbe viste delle belle se davvero l'abito fa il monaco come dicono gli antichi.

Il grande protagonista del salottino del reparto del Nonno della Rossa era il televisore, a canale fisso. Non serviva nemmeno controllare quale fosse perché tanto emanava un borbottio incomprensibile persino a Ruggine, che sentiva la sirena della pula a tre isolati di distanza, e senza l'apparecchio acustico; tuttavia in moltissimi lo guardavano lo stesso, con quell'occhio tipico della mucca che guarda il treno. Ruggine confrontò quel momento con il ricordo di quei genitori che al mattino per colazione piazzano i figli davanti ai cartoni animati e scorse una rassicurante continuità, che abbinata al dress code di cui sopra, segnava un fil rouge produci-consuma-crepa di inestimabile coerenza.

Tra tutti i responsabili di reparto, Carlos era quello più simpatico, forse perché era l'unico in servizio che non aveva urgenze a cui badare, sorrideva e forse ci stava provando con la Rossa, o magari era quello più sveglio e quello onesto perché non raccattava mance sottobanco per fare il suo dovere contrattuale. Brasiliano di 28 anni, Carlos chiama tutti i vecchi per nome e tutti lo salutano con un sorriso sdentato, anche quelli che non ricordavano chi fosse, lo facevano per gentilezza. 

- Il compito di Carlos è tener puliti tutti i vecchi del reparto - precisò la Rossa - inizia al mattino a cambiare i pannoloni, le lenzuola e si prende cura dell'igiene personale degli ospiti, anche del Nonno.

A Ruggine, Carlos non era particolarmente simpatico, principalmente perché pur non capendo una sola parola di italiano, rispondeva sempre Sì Sì, a tutti. Lo trovava un atteggiamento scostante tipico dei latino americani.
- Insomma Carlos lava i cazzi di tutti questi vecchi - sputò fuori dai denti Ruggine.

- Esatto - gli replicò la Rossa con un certo entusiasmo - sopra sotto dentro e fuori.
Non era un bel lavorare, magari ai vecchi fa piacere che Carlos li insaponi, ma forse anche no. Insomma con tutti i trans brasiliani che lavorano sull'Aurelia, proprio Carlos gli doveva capitare? Ma essendo una RSA di stampo cattolico apostolico, andava bene così. 
- Inoltre Carlos il suo lavoro lo deve fare bene perché, la responsabile di reparto passa a sorpresa per fare dei controlli, e se qualcosa non quadra son dolori. 
- Cioè?! C'è una che passa a guardare se il cazzo di tuo nonno è stato lavato? - Ruggine non sapeva se esserne divertito o sconcertato. 
- Esatto - ripeté la Rossa con lo stesso tono di prima.
Restava da capire come venissero effettuati i controlli, cioè su base volontaria oppure ad estrazione? non importa... a detta della Rossa in modo rigoroso. Forse a qualche vecchio ex erotomane piace mostrare le sue palle alla responsabile affinché ne verifichi la pulizia. Ma questo è un mistero che resterà tale, non tutto ciò che accade nelle RSA infatti, diventa di pubblico dominio.

Inevitabilmente Ruggine fece la conta, la statistica è una sua passione; nel reparto c'erano due letti per camera, per un totale di 15 stanze. Ecco c'è un gran da fare al mattino, e pure la responsabile ha una bella scelta in caso di controlli.

Per tranquillizzarsi Ruggine pensò che da un certo punto del ricovero in poi l'uso di psicofarmaci, sonniferi e morfina diventava una terapia, quindi non è molto imbarazzante se uno sconosciuto, almeno le prime volte, passa tutte le mattine a lavarti il cazzo e cambiarti il pannolone. Poi si entra in confidenza e magari si scambiano pure due chiacchiere durante l'ardimento, giusto per sdrammatizzare un po'.

Uscendo per andare nel giardino passarono dal corridoio delle camere ardenti, immancabili in tutte le RSA. Sistemato in un angolo si scorgeva un sacco nero appeso ad asciugare, era messo in un disimpegno, un po' defilato, ma Ruggine lo riconobbe ugualmente, perché seguire le serie di CSI porta una certa cultura di genere. Un memento mori in versione cinematografica. 
Ruggine immaginò il giorno in cui il Nonno della Rossa sarebbe uscito dall'ospizio dentro quel sacco, C'era qualcosa di ineluttabile e poetico in quel pensiero. Una verità che tutti sanno ma che per comodità o vigliaccheria non si dicono. In fondo sarebbe stato l'ultimo abito indossato prima della cremazione.

Quando sarò vecchio, pensò Ruggine stringendo la mano della Rossa, non so se avrò molta voglia che un Carlos qualsiasi mi insaponi il cazzo tutte le mattine dopo avermi cambiato il pannolone. Insomma meglio uno spinello e un paio di birre, poi ci sarà la morfina a sistemare le cose.
Questo pensiero lo rassicurò, poi si allontanarono in scooter, dimenticando nel rombo della marmitta sflangiata quella strana visita.

13 commenti:

  1. La verità è che spesso da vecchi si è di peso, un tempo non si viveva così a lungo. A una certa età è anche difficile essere figli e nipoti.

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    1. è difficile invecchiare con dignità, nell'era dell'usa e getta

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  2. già è un periodaccio, ti ci metti anche tu con i racconti da vecchietti...

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    1. pensavo all'incipit di un romanzo, magari un triller, se lo ambiento in un ospizio russo potrei lanciare una nuova corrente letteraria

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  3. ... botta nello stomaco ...
    ... che spinge a una riflessione ...
    ... meglio morire giovani e in salute o invecchiare ...
    ... tutti sceglieremmo la seconda ...

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    1. invecchiare bene e morire di botto, ci metterei la firma

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  4. la morte può essere umiliante? non penso.
    invece da un pezzo rifletto sull'offuscamento. e non sono arrivato a nessuna conclusione. forse non è un effetto ma la causa.
    perché ruggine ha stretto la mano della rossa?
    ciao

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    1. Ciao Poe... offuscamento delle menti? ci sarebbe molto da ponderare, ma nemmeno io ho trovato una soluzione accettabile, forse effetto e causa coincidono.

      Ruggine stringe la mano della Rossa perché un contatto del genere genera una sensazione di relax e un miglioramento dell’umore, e dopo aver visto come vive il Nonno, ne ha bisogno per rinfrancarsi.

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    2. sì, offuscamento delle menti.
      forse dopo un dato tempo causa (spirituale) ed effetto (fisico) finiscono per coincidere.
      come dice antonypoe: ogni forma è forma dello spirito.
      buon giorno

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  5. Ciabatte da piscina di plastica e calze sportive di spugna: a Milano (città sempre avanti nelle mode più cretine) vidi parecchi giovinastri conciati in quel modo: dei poracci deficienti che si credono figaccioni.

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    1. anche da queste parti è arrivata questa "moda" li trovo davvero patetici

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  6. Deve ancora portarsela a letto ed ella lo invita alla visita del nonno!? Io chiuderei in men che si dica!

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    1. la Rossa è all'antica, e poi sai com'è alle brave ragazze piacciono gli stronzi, per questo si è messa con Ruggine

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