lunedì 15 agosto 2022

Della Negritudine e dei Musei

La negritudine oltre ad essere stato per brevissimo tempo un movimento letterario, è un termine inventato dal padre della Ginzburg per indicare...

"....Oltre ai «sempi» c’erano i «negri». «Un negro» era, per mio padre, chi aveva modi goffi, impacciati e timidi, chi si vestiva in modo inappropriato, chi non sapeva andare in montagna, chi non sapeva le lingue straniere. Ogni atto o gesto nostro che stimava inappropriato, veniva definito da lui «una negrigura». Non siate dei negri! Non fate delle negriture! - ci gridava continuamente. La gamma delle negriture era grande. Chiamava «una negrigura» portare, nelle gite in montagna, scarpette da città; attaccar discorso, in treno o per strada, con un compagno di viaggio o con un passante; conversare dalla finestra con i vicini di casa; levarsi le scarpe in salotto, e scaldarsi i piedi alla bocca del calorifero; lamentarsi, nelle gite in montagna, per sete, stanchezza o sbucciature ai piedi; portare, nelle gite, pietanze cotte e unte, e tovaglioli per pulirsi le dita..."

Quindi l'altro giorno passando davanti ai Palazzi della Duchessa di Galliera e mi è capitato di guardare i visitatori che entravano al museo. Un vago senso di fastidio mi ha colto quando, nella comitiva di turisti in fila, ne ho scorti almeno un paio in ciabatte. 

Un senso di fastidio che mi sarebbe piaciuto poter sfogare, come fanno quei pazzi che circolano per le strade parlando ad alta voce a personaggi immaginari, e poi si concentrano su un passante qualsiasi, destinandogli le peggio invettive.
Non è detto che un giorno non accada veramente!

Avrei detto ad alta voce additando il convenuto: «sempio» che non sei altro! entri in un palazzo rinascimentale patrimonio Unesco, entri nella più grande pinacoteca civica e vai a vedere i dipinti di Rubens, Caravaggio e VanDyck, sempre che tu sappia chi sono i maggiori esponenti dell'epoca barocca, vedrai quadri famosi e preziosi, il violino di Paganini... e tu? Tu ci vai calzando la stessa ciabatta di plastica da piscina che usi quando esci dalla doccia, e ci abbini il pedalino di spugna bianco, lercio e puzzolente, pensando che la tua tenuta sia cosa? comoda e adatta o degna al luogo in cui ti trovi?

Tu nella città in cui vivi ti conci a questo modo ridicolo? e ci vai al lavoro con le ciabatte da pezzente comprate al supermercato per due euro? e adesso pretendi di entrare in un palazzo che era una residenza nobiliare in cui sono transitati principi e dogi, banchieri e abili imprenditori, personaggi che col loro sapere ed ingegno hanno contribuito alla ricchezza di questa città per secoli e tu ti presenti in canotta sudata e bermuda hawaiano?
E non conscio della tua negritudine esibisci quella faccia da ebete soddisfatto, con la mente svagata di chi sta per entrare nella turca del campeggio per cagare.

Io ti esorcizzo abominio in ciabatte puzzolenti, che tu sia condannato alla maledizione di Montezuma per tutta la prossima settimana.

sabato 13 agosto 2022

Dov'è finito il figliol prodigo?

Figliol prodigo = personaggio immaginario che appare in un'opera di narrativa o di intrattenimento.

E poi la notizia di oggi:

Bambini dai 3 ai 9 anni che aggrediscono i genitori quando non fanno ciò che desiderano, quando sono arrabbiati, quando si crea un cortocircuito fra i loro desideri e la resistenza degli adulti.
Sono situazioni imbarazzanti che ribaltano la tradizionale relazione genitori-figli. Storicamente, erano i genitori a picchiare i figli, oggi sono questi ultimi che con pugni, calci, sputi, morsi e lancio di oggetti si 'danno un gran da fare' e ne soffrono moltissimo.
Un fenomeno nuovo, per nulla indagato, che rilevo empiricamente dal mio lavoro con i genitori negli studi pedagogici.

Queste le parole del pedagogista Daniele Novara, in un articolo pubblicato su Avvenire. Una nuova tendenza a quanto pare, che temo sarà difficile da correggere anche se la fascia d'età di riferimento è molto bassa, ma di questo se ne possono occupare gli psicologi o le maestre, a volte entrambi.

Ma passiamo oltre, per la fascia d'età superiore, quella degli adolescenti, ci sono altri disagi in essere e conseguenti manifestazioni, di queste se ne occupa la scuola o la polizia, a volte entrambi. Ma a farne un'analisi precisa è il sociologo Sebastiano Benasso, commentando i fatti di cronaca locale. Tutti portano ad una sola conclusione/effetto, la Movida violenta; un fenomeno in ascesa non solo a Genova.

Il quadro a me pare già abbastanza preoccupante, un'intera generazione di disadattati che ha prodotto un'altra generazione di disadattati, perfino peggiore della precedente, anzi forse più di una (penso sempre alla faccenda biblica delle sette generazioni); nel mio conteggio siamo già ad almeno tre e il cuneo non pare affatto restringersi, anzi, per tutta una serie di motivi contingenti e sovrapposti sembra che nel futuro saranno moltissimi i ragazzi problematici, pronti a diventare un esercito di disturbati, incontrollabili al limite dell'autolesionismo. Ma il problema non è tanto la repressione quanto l'autocontrollo.

Quale contributo potranno dare all'evoluzione della società civile elementi del genere?

Intanto nell'immediato l'impatto che tutto questo sta avendo sulla città e sulla società a quanto pare serve solo ai giornalisti, la politica pare molto più interessata alle speculazioni immobiliari, mentre gli accademici si appassionano al fenomeno quasi si apprestassero a studiare una nuova specie. Come sempre le famiglie se ne chiamano fuori, ma d'altra parte chi mai potrebbe far affidamento su genitori totalmente incapaci di gestire l'educazione dei propri figli?

Quindi cosa avremo? uomini che davanti al rifiuto di una donna alzeranno le mani con facilità, donnette isteriche che alla prima difficoltà con un bambino si comporteranno come delle viziate principessine, attivando comportamenti insensati e violenti, altre scocciature varie ed eventuali. Mi viene naturale pensare che per tutte queste persone scatteranno interessanti dipendenze: alcool, tabacco, psicofarmaci, sonniferi, calmanti ed ogni altra sostanza in grado di far sballare per staccare il cervello da una realtà scomoda. E poi disturbi alimentari, comportamentali, dell'attenzione, insomma ci sarà solo l'imbarazzo della scelta.

Paradossalmente in una società che si dice attenzionata sulla violenza, che promuove l'inclusione, la coesione sociale e... mettiamoci dentro tutte le puttanate empatiche che il buonismo televisivo e social riesce a trovare; ecco pronti interi eserciti di teste di cazzo, e qui hai voglia a fare corsi ed attività scolastiche, extrascolastiche, laboratori, seminari... insomma puoi fare tutto quello che ti pare ma il danno è fatto.

mercoledì 10 agosto 2022

Ti penso pure quando sto alle poste, spedisco lettere ai tuoi occhi blu

Improvvisamente uno stuolo di sconosciuti ha deciso di spedirmi dei pacchi postali, una cosa che manco BabboNatale riuscirebbe a concepire.
Nell'arco di una settimana ho ricevuto una fraccata di e-mail in cui presunti vettori di consegna, mi comunicavano...

Il tuo pacco Nº 6Q028676 è in attesa di consegna. Conferma il pagamento delle spese di spedizione (4.00EUR) per l'invio del pacco a casa... oppure: C'è un pacco in giacenza per lei, etc etc, o anche: Non siamo stati in grado di consegnare il pacco!

Ho aperto la prima per controllare cosa succedesse e poi le altre le ho destinate alla spam, casella che nell'arco di una settimana ha raccolto +99 mail di presunti corrieri preoccupati di consegnarmi spedizioni arretrate di cui nemmeno sapevo l'esistenza.
Un fake, il classico tentativo di phishing, ma evidentemente funziona se lo praticano con questo entusiasmo. Per parte mia da tempo ho destinato tutti gli acquisti on line ai punti di consegna sotto casa, comodi e soprattutto decido io quando e quanto disturbarmi per ritirarli. Penso anche che per un corriere sia molto più veloce e semplice consegnare nei box senza girare in città, provocare traffico, rumore, inquinamento e isterie varie.

Può essere questa l'evoluzione di una vecchia vecchissima truffa del pacco postale? ma certo, quando ero piccolo, la nonna mi aveva avvisato con tono perentorio: se viene qualcuno a consegnare un pacco non aprire, e se apri mandalo via e non dargli soldi.
La parola d'ordine era comunque valida per tutti: se non conosci chi è non aprire. Consiglio che seguo ancora oggi e che mi evita un sacco di scocciature.

All'epoca succedeva questo: un tipo, vestito in modo opportuno, si presentava alla porta con un bel pacchetto, ben confezionato con timbri ed indirizzi.
- Buongiorno Signora, ho questa spedizione in contrassegno per la sua vicina, che però non è in casa, può ritirarla lei così mi fa un favore e non devo ripassare?

Tutta la questione si risolveva con la capacità di convincimento del finto corriere. Ritirato il pacco e pagata la cifra, solitamente modesta, la Signora era convinta di aver fatto un favore alla vicina, recuperandole quel prezioso set di lenzuoli di fiandra tanto atteso.

La realtà era che dentro al pacco trovavi un vecchio elenco del telefono e addio 30mila lire.

domenica 7 agosto 2022

Molto rumore per nulla

 «Chi ha paura di se stesso ricerca compagnie chiassose e rumori strepitosi, per scacciare i demoni. (I primitivi si servono a questo scopo di urla, musica, tamburi, fuochi d’artificio, scampanii ecc.) Il rumore infonde un senso di sicurezza, come la folla; per questo lo si ama e si ha timore di contrastarlo, perché istintivamente si percepisce la magia apotropaica che ne emana. Il rumore ci protegge da penose riflessioni, distrugge i sogni inquietanti, ci assicura che siamo tutti quanti insieme e facciamo un tale chiasso che nessuno oserà aggredirci. Il rumore è così immediato, così prepotentemente reale che tutto il resto diventa pallido fantasma. Esso ci risparmia la fatica di dire o fare qualsiasi cosa perché persino l’aria vibra della potenza della nostra indomabile vitalità.

L’altra faccia della medaglia è la seguente: non avremmo il rumore se, sotto sotto, non lo volessimo. Non è soltanto inopportuno o addirittura nocivo, ma è un mezzo inconfessato e incompreso, volto allo scopo, una compensazione cioè dell’ansia che invece è motivata fin troppo bene. Nel silenzio infatti l’angoscia porterebbe gli uomini a riflettere e non si può prevedere che cosa allora potrebbe affiorare alla coscienza.

La maggior parte degli uomini teme il silenzio, per cui quando cessa il brusio costante, per esempio di un ricevimento, bisogna sempre fare, dire, fischiare, cantare, tossire o mormorare qualcosa. Il bisogno di rumore è quasi insaziabile, anche se talvolta il rumore diventa insopportabile. E’ comunque pur sempre meglio di niente. Quello che si definisce, significativamente, “silenzio di tomba”, rende terribilmente inquieti. Perché? Vi si aggirano forse i fantasmi? Non credo; in realtà si teme ciò che potrebbe venire fuori dal proprio intimo e quello cioè che abbiamo tenuto alla larga con il rumore.»
Carl Gustav Jung, Esperienza e mistero (pag. 137)


E' indubbio, nelle nostre città c'è troppo rumore, spesso inutile ed evitabile. Ma a farmi riflettere sulla questione, oltre le parole di Jung è l'ordinanza del Comune di Ischia; sarà che nel mio stereotipato immaginario delle città del sud, vedo tarantelle e caciare di comari. Ma la cosa pare estendersi un po' ovunque, da Ibiza a Ischia e in tutti i luoghi dove 'ci si diverte'. Così, ad un certo punto la misura è colma, quindi ben vengano le ordinanze restrittive, che restrittive poi non sono, ma che a quanto pare scatenano le scompensazioni di molti, perché la regola è: tutto quello che non è vietato per legge è concesso, e fanculo l'assennatezza, l'educazione ed il senso civico.

Anche Genova sconta quella che viene chiamata Movida Notturna, da alcuni Movida Violenta, che vuol dire: pisciate ovunque che manco li cani, vetri e spazzatura ad ogni angolo, scritte sui muri e su ogni oggetto raggiungibile da una bomboletta, vandalismo, urla, bestemmie, coltellate; io che sono una persona semplice la chiamo rottura di coglioni. E quello che più mi fa incazzare è che il Comune sia costretto a stanziare sette milioni di euro per porre rimedio a questi comportamenti incivili.

Le parole ricorrenti in quasi tutti gli articoli pro e contro il 'divertimento' sono:
assistenti sociali, polizia locale, servizio steward di supporto per la sicurezza, disagio giovanile, divertimento garantito, alcol, droghe, urla, musica, violenza, vandalismo.

venerdì 5 agosto 2022

Non tutta l'anidride carbonica viene per nuocere

Non saprei dire se per educazione ricevuta o altro, ma in casa mia certe mollezze da cittadini non sono mai approdate, una su tutte l'acqua frizzante e più in generale l'acquisto di acqua in bottiglia.

L'uso dell'ottima acqua del rubinetto ci ha sempre trattenuto dallo spendere soldi e fatiche nell'acquisto e trasporto di bottiglioni di acqua dal supermercato a casa. Ed è un impegno non da poco, se poi si pensa allo smaltimento delle bottiglie e tutto il casino conseguente, evitabile semplicemente aprendo il rubinetto del lavello. E per chi voleva l'acqua frizzante c'erano le bustine di Idrolitina.

Detto questo, l'altro giorno incappo in una discussione sul web circa il nuovo (presunto) disagio, effetto combinato della guerra e della pandemia. Tutto parte da un comunicato che lascia poco spazio alle repliche...

L’amministratore delegato di acqua Sant’Anna ha lanciato lo stop della produzione dei prodotti gassati a causa della mancanza di CO2.

TaDan!

Vi lascio solo immaginare i commenti a questa ferale notizia... una deriva mentale con una tipa che vaneggiava un: meritiamo l'estinzione! in risposta ad una querelle tra haters. Per parte mia spesso mi viene da correggere: meritate l'estinzione, ma poi mi pare troppo egocentrico.

Ma tranquilli, per tutti coloro che temono la caduta del proprio stile di vita bengodi, è già in atto una mezza smentita, sia mai che il consumatore, che per comodità chiamerò produci-consuma-crepa, si scompensi per la mancanza di qualcosa che garantisce al business delle minerali in bottiglia di plastica, una fetta di mercato considerevole. Quindi guadagni assicurati e aumenti giustificati.

Comprate Comprate Comprate

mercoledì 3 agosto 2022

GattaLuna e l'albero

GattaLuna ha scoperto l'albero, non che prima non sapesse dov'era, ma a quanto pare aveva bisogno di un incentivo per appropriarsene; io ero già impostato sul taglio delle unghie, ma poi con la questione dei cinghiali ho preferito rimandare, sempre che poi esista una stagione in cui spariranno. Forse in inverno? Per ora meglio si tenga allenata...

martedì 2 agosto 2022

Unum castigabis, centum emendabis

"Questo tipo di commenti piovono di continuo e il web è l’impero di questa merda. Una fogna a cielo aperto. Ha cambiato l’uomo? Io non credo. Ha semplicemente reso - con prove e tracce - visibile il suo essere. Questi messaggi mostrano una strana alleanza tra il mondo criminale e il banale odio qualunquista. Il filo che li collega altro non è che traccia umana, un modo di stare al mondo che ci condanna come specie."

Questa amara considerazione è di Roberto Saviano, in risposta a qualche commento poco gradito lasciato sulla sua pagina fb, a fare il paio con le sue parole ci sarebbero anche le considerazioni di Liliana Segre e di altri personaggi della politica e dello spettacolo che si sono trovati bersagliati da commenti inutilmente aggressivi. Non ho idea di cosa passi nella testa di queste persone, ma spesso sollevano inutili acredini, tutte gratuite in quanto il web difficilmente serve a sviluppare la consapevolezza delle persone. Recentemente sulla pagina fb del mio comune un tizio augurava al sindaco che qualcuno lo prendesse a bastonate, solo perché avevano ridimensionato un parcheggio per eseguire dei lavori stradali.

Ma come dice bene Saviano, non è tanto il web che ha cambiato l'essere umano: Ha semplicemente reso - con prove e tracce - visibile il suo essere. Questo non giustifica ciò che accade e nemmeno serve per accettarlo o peggio per giustificarlo, ma è utile per capire che è arrivato il momento di punire! Sì, punire, perché è chiaro che fino a quando questi poverelli non patiscono le pene per le loro cazzate non impareranno, non la smetteranno e proseguiranno a sputare inutile veleno Quindi: Unum castigabis, centum emendabis dicevano saggiamente i latini, castigarne uno per educarne cento, e trovo che sia un motto da applicare senza indugio.

Da poco tempo il Giappone, che pare brilli per senso civico ed empatia, ha istituito il reato di cyberbullismo, punibile con multe e carcere. Evidentemente per i legislatori nipponici la misura era colma, e dopo il suicidio di Hana Kimura hanno deciso di porre un freno alle derive di questi psicopatici che imperversano nel web, perché di veri e propri psicopatici si tratta.

In ogni caso la parte preoccupante che ravviso è che debba essere la legge a rimediare-redimere-reprimere ciò che invece dovrebbe essere il buon senso, o un bravo psicologo, a fare. Perché se da un lato nella società sono sempre più presenti persone fragili, frutto di varie disfunzionalità caratteriali, dall'altro ci sono sempre più persone arroganti, in crisi con se stesse e col mondo che li circonda. Questi squilibri sociali hanno diverse valvole di sfogo e differenti abitudini comportamentali, e trovano facilità d'espressione nel web, che quindi diventa una sorta di cartina tornasole. 

Ma basta una legge? mi chiedo sempre perché debba servire la paura per far si che gli esseri umani vivano pacificamente tra loro. Ma anche questa sembra essere una domanda ingenua. Allora mettiamola così, il mondo è pieno di feccia, di merda come la chiama Saviano, e la società civile deve difendersi dai danni che questa merda può fare. Danni a se stessa (e poco importerebbe) ma anche e soprattutto danni a chi invece vive per far progredire la razza umana senza rompere il cazzo a nessuno. Quindi ecco leggi e leggine, norme e regolamenti, e più aumentano queste tutele più si alza il livello di allerta della società. Diventa infatti discrezione del legislatore stabilire reato e pena sul campo minato della libera espressione.

Quindi sarà una legge a far mutare la rotta? oppure è l'ennesima ipocrisia di una società oramai alla deriva? La paura della pena redimerà tastiere e coscienze? Servirebbe invece un percorso di riabilitazione.

Quindi la merda resta merda, anche se ci metti sopra delle violette. I coglioni continueranno a commentare a sproposito, e una legge non estirperà il fenomeno rendendo le persone più intelligenti, e poi vogliamo condannare una persona solo perché ha dei pensieri meschini e li esprime sul web?