“Genova è la città del marmo. In nessuna parte d’Italia, né del mondo, si è usata tanto, sino all’abuso, questa pietra, preziosa e carissima in altri paesi, ma qui trattata col disprezzo dell’abbondanza fino al punto da servire molte volte per acciottolare le strade”.
Questo scrive Vincente Blasco Ibanez nel 1896, dopo aver visitato la città. Cosa potesse averlo colpito a tal punto lo si può soltanto immaginare, perché all'epoca non erano solo i palazzi e le chiese ad essere ricoperte di marmo. Un'opulenza che aveva poco da spartire con la proverbiale parsimonia dei genovesi. Tuttavia gli esempi in merito sono moltissimi, uno di essi è rappresentato dalle Terrazze.
Le terrazze di marmo, erano un lungo passeggio balaustrato, vista mare e porto da un lato, vista città antica dall'altro; voluto e finanziato per la quasi totalità, dalle casse comunali. Costruzione molto alla moda ed esageratamente elegante, impiegava 5330 metri quadrati di marmo bianco di Carrara. Il costo fu di 8 milioni di lire dell'epoca (1835) corrispondenti a circa 43 milioni di euro attuali, con un costo al metro di centomila euro; insomma non propriamente un'economia. L'opera tuttavia durò pochissimo, e già dopo 40 anni dalla costruzione si decideva di smantellarla per necessità di spazio e per snellire la viabilità cittadina.
Ancora una volta quindi, il pensiero di Ibanez trova conferma, il disprezzo dell'abbondanza sembra proprio la causa di moltissimi sprechi a cui assistiamo da quel 1896 in poi.
Appena ho letto il titolo ho pensato che fossi venuto in gita dalle mie parti!
RispondiEliminain realtà è la città che il marmo lo usa... quella che lo produce è altrove... bisognerebbe parlarne al plurale di questa pietra, preziosa e carissima
EliminaSai che a Carrara c'è un monumento ad Andrea Doria, raffigurato come Nettuno, in effetti era destinato a Genova!
Eliminainteressante! sapevo che la statua del Nettuno presente nella fontana della sua reggia lo rappresenta, ma non sapevo di una copia
Eliminasi tratta di mode, da tempo gli architetti lo lasciano usare ai geometri
RispondiEliminaper non parlare degli ingegneri col cemento armato... fortunati questi geometri
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