L'Italia si divide con una certa precisione tra chi capisce e chi no e questo si vede bene un po' ovunque, dai seggi elettorali, alle Camere romane, agli hub vaccinali, perfino nei bar e nelle piazze è possibile percepire questa frattura. Spesso è l'esempio particolare che dettaglia il generale andazzo da cui pare non si riesca ad uscire.
E' un mondicchio di sorrisini, di "non sono razzista/sessista/omofobo ma...", della battutina idiota anche se non cattiva, della leggerezza dei commenti da caserma, dell'imbecillità, dei comportamenti sciatti, che sono la punta dell'iceberg di un universo di superficialità costruito ad arte e con un certo impegno da una classe politica occupata solo a ricavarsi privilegi. Nella fiera della cultura al ribasso, entrano a tutto diritto i mezzi d'informazione, infestati da stuoli di pennivendoli mediocri, capaci di montare casi giornalistici dal più banale fatto di cronaca, di creare la polemica là dove non c'è, abili a far finire in caciara ogni dibattito e confronto, con il solo risultato di sviare l'attenzione dalle cose realmente importanti, regolarmente accantonate e disattese.
Ogni tanto questo mondicchio emerge prepotente, con regolari appuntamenti mondani, organizza eventi, promette cambiamenti, appellandosi ad un revisionismo fasullo e pericoloso, credendo pure di far cultura, di risolvere in qualche modo tutte, o gran parte, delle secolari magagne che affliggono se non la Repubblica, che è istituzione giovane, gli italiani, che sono popolo antico e come tale affetto dalle peggiori piaghe. A tutti quei prodi, rispondo con una frase:
Semplicemente, non è possibile!
Ci sono più Italie che convivono, ignorandosi.
RispondiEliminae poi ci sono più Italie che convivono, ostacolandosi!
Eliminasono razzista senza pregiudizi :)
RispondiEliminaciao
Poe il poeta... io non lo so, non giudico ma
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