1) Lui è Agustin Sullivan, attore argentino che compare in una serie tv ispirata a Caccia al ladro, il celebre film di Hitchcock; serie passabile piena di colpi di scena e belle trovate. Ma la cosa interessante di questa foto è il modo in cui abbraccia la fidanzata, se il linguaggio del corpo non mente, è un abbraccio che somiglia molto ad una presa di wrestling. Probabilmente è un movimento abituale ed inconscio, inoltre il pugno chiuso comunica rabbia, ma lei sembra felice.
sabato 13 novembre 2021
La cultura del possesso
2) Altro abbraccio abbastanza simile al precedente, questi sono due sconosciuti in una foto trovata in rete, ma non ha importanza chi siano, c'è la stessa tecnica, lei sorride beata ma la presa al collo resta, simile alla precedente.
Atteggiamenti di questo tipo sono molto frequenti e sono per la maggior parte inconsapevoli; possono nascondere un affetto ossessivo? me lo stavo chiedendo con la stessa curiosità con cui un artificiere osserva un ordigno della 1°GM ritrovato in un ghiacciaio. Potrà esplodere oppure è inoffensivo?
3) Completo la triade con la foto di altri due sconosciuti, dove lui la blocca con entrambe le braccia. Qui si aggiunge la mano di lui che le afferra il polso, per trattenere, ma lei sembra compiaciuta, perché anche questo è un riflesso di questa cultura, se la donna non appartiene ad un uomo, non esiste. Sarà anche ancestrale, per chi ci tiene a riesumare vecchie abitudini, ma davvero davvero vogliamo proseguire su questa strada? evidentemente sì, considerando che per un giovane su 4 la violenza sulle donne è giustificata dal troppo amore, oppure dal livello di esasperazione al quale gli uomini sarebbero condotti da determinati atteggiamenti delle donne. Una società culturalmente impantanata in miti oramai riconosciuti distorti da chi è riuscito a guardare oltre.
4) Qui invece c'è un dettaglio del Ratto di Proserpina (1622), bellissima dea di cui si invaghì Plutone, per poterla avere la rapì... "in due falcate le fu addosso e l'abbracciò voracemente e via col dolce peso" racconta il poeta Claudiano. Tutt'altro che una fuga d'amore tra dei su cui costruire un mito, oggi solleverebbe qualche sospetto. L'idea è quella della donna take away a cui fa spesso da contraltare una svenevole donnetta in attesa del salvatore, spose rimaste bambine indifese e goffe, che frignano ad ogni piè sospinto. Le ritroviamo in molti romanzi, in tv e nei film.
5) Per chiudere la cinquina ci voleva una buona notizia, parzialmente buona tuttavia. Questa statua fu scolpita nel 1190 a.c. e si trova al museo egizio di Torino, ritrae l'artigiano Pendua con la moglie Nefertari; si avverte chiaramente come la donna egizia avesse la stessa posizione dell'uomo, sia nella sfera privata che in quella pubblica. A tutti gli effetti, la moglie, signora della casa, organizzava la vita quotidiana e amministrava i beni comuni.
Questa postura non è un caso isolato e si riscontra anche nelle statue dei faraoni. Un equilibrio che evidentemente si è perduto nel tempo.
A seguire una statistica dei casi di violenza sulle donne negli Stati dell'Unione Europea.
martedì 9 novembre 2021
Il passato ti ferisce solo se glielo consenti
Potevano essere tre incredibili scheletri nell'armadio della storia francese, uno eliminato con l'arsenico, una mandata al rogo e l'ultima ghigliottinata, ma con una buona dose di revisionismo, sono diventati tre personaggi utili per rinverdire l'orgoglio nazionale. Un po' di grandeur post 1815 e qualche chilo d'oro hanno fatto il resto.

Ne hanno usati esattamente 12 kg, tanti sono serviti per rivestire d'oro il Dôme des Invalides, la cupola sotto cui riposano le spoglie di Napoleone e dei suoi figli. Con le mogli è stato più complicato vista la facilità con cui le cambiava.
Spericolato conquistatore, la sua stella decadde al punto da relegarlo su un'isola sperduta nel Pacifico. Oggi è celebrato come l'orgoglio di Francia, sepolto con gli onori di un reduce, al centro dell'ospedale militare più famoso ed antico d'Europa.
Quanto oro è servito per la statua di Giovanna d'Arco che si trova in Place des Pyramides, a Parigi? Non lo so, da come brilla credo molto. Eretta nel 1874 sul punto in cui fu ferita mentre tentava di entrare in città, la statua rende onore ad un altro dei ripensamenti post mortem dei francesi. La pulzella d'Orléans divenne scomoda al punto da lasciarla agli inglesi che la condannarono per eresia. Fu utile ripescarla dalle pieghe della storia quando la Francia, dopo Sedan doveva rialzare la testa contro i prussiani.
Per lei l'oro era finito, ma quando nel 1816 rimisero assieme i cocci della necropoli reale parve naturale destinarle un monumento. Prima regina e poi personificazione della stravaganza e del conflitto di classe, Maria Antonietta oggi è la principale protagonista del mito rivoluzionario, visto dalla parte degli sconfitti.
La sua triste vicenda colpisce l'immaginario collettivo contemporaneo, su di lei storie ed aneddoti si sprecano. I francesi si sono accorti che oltre ad intessere trame con l'Austria e dilapidare le fortune del Regno sui tavoli da gioco, aveva anche buon gusto e commissionò mirabili opere d'arte; ecco così creato il mito della regina martire, che mangiava le brioches quando finiva il pane. Le sue stanze sono una delle principali attrattive turistiche di Versailles assieme al Petit Trianon ed alla sua camera da bagno.
P.S: questa statua ha rischiato di finire nella cinquina del post precedente, per via dei monarchici attirati dalla scollatura della regina; i motivi sono anche in questo caso misteriosi, ma si potrebbe far circolare la voce che chi la tocca, finirà ghigliottinato.
giovedì 4 novembre 2021
E' molto meglio essere vivi che morti
Tuttavia se vi capitasse di morire, pensateci bene prima di farvi fare una statua a imperitura memoria, insomma i soldi godeteveli prima, magari per un bel viaggio come ha fatto la cara vecchia Miss Norma (r.i.p.) che prima di morire si è fatta il giro dell'America in camper. Ancora non siete convinti? Ecco cosa potrebbe accadere...
1) Emanuela Arcuri - lei non è morta ma la sua statua l'hanno inaugurata nel 2002 a Porto Cesareo, ed è già stata rimossa per essere restaurata; il culo marmoreo infatti si era consumato, ma non per colpa del materiale scadente, a consumarlo sono state le ruvide mani dei pescatori, che lo toccavano per avere buona fortuna in mare. E si sa quanto siano superstiziosi i marinai.
2) Pietro apostolo - la statua risale al XIII secolo, e si trova nella Basilica di S. Pietro a Roma. La venerazione è quindi antica, ma tra preghiere, baci e toccatine i piedi si sono particolarmente consumati. Tuttavia non pare che la cosa preoccupi molto, ne i proprietari e men che meno i fedeli, anzi la loro usura è il segnale della verace devozione dei cattolici e dei papi verso il fondatore dell'azienda.
3) Giulietta Capuleti - nata nel 1284 a Verona, la sua statua si trova nel cortile della casa natia dal 1972. Diventata l'idolo delle innamorate ha tollerato le attenzioni dei fans, che a furia di manate hanno provocato un piccolo foro sul seno. Così nel 2014, la statua è stata sostituita con una copia e si potrà continuare a toccarla, con buona pace delle femministe.
4) Victor Noir - il giornalista francese morì all'età di 22 anni, ucciso in circostanze sospette dal cugino di Napoleone III. La sua statua, molto realistica, fu realizzata nel 1870 ed ha attirato l'interesse del pubblico per via della dotazione generosa che madre natura aveva concesso al defunto. Oggi a preoccupare gli storici, ed i restauratori, sono alcune parti della statua, compromesse dall'entusiasmo delle visitatrici del cimitero, al punto che si stanno deteriorando.
5) La spigolatrice di Sapri - personaggio immaginario, di lei ci sono due versioni, la prima sta tranquillamente sdraiata su uno scoglio a guardare il mare, l'altra invece, inaugurata nel 2021 è più malandrina e stando a quello che succede alle statue precedenti presto si consumerà in alcune zone, resta da capire quali saranno; in alternativa verrà tolta dalla circolazione da qualche ordinanza comunale. Nell'attesa pare che le previsioni sulla presenza di turisti a Sapri siano ottimistiche.
sabato 30 ottobre 2021
Night&Day - cronache dalla piccola casa accanto alla ferrovia
Le due gemelle che nel 1985 fecero costruire questa casa, si chiamano Edda ed Emma. La prima aveva una libreria in città, mentre la seconda lavorava alla biblioteca civica, oltre all'amore per i libri le due donne condividevano altre passioni, erano molto unite e nessuna delle due si sposò. Quando la società ferroviaria aprì la linea merci sul terreno confinante, decisero di aver bisogno di maggior tranquillità e si trasferirono in una bella villa in riva al lago, mettendo in vendita la casa.
Abito qui da un paio di anni ed ancora non mi sono abituato al passaggio dei treni, che fanno tintinnare le stoviglie nella credenza. Per fortuna è una linea secondaria su cui passano soltanto due convogli al giorno, il primo verso le dieci del mattino, arriva allo scalo in città, scarica, ricarica e riparte dopo circa quattro ore. L'appartamento verso la ferrovia lo affitto agli stagionali o ai turisti che trascorrono le ferie facendo escursioni nel vicino parco delle sequoie secolari o vanno a pescare al lago. Trovano il passaggio del treno un intermezzo folcloristico alla loro vacanza alternativa e raramente si lamentano.
Alla sera mentre Bix prepara il pollo al curry con verdure e riso basmati, io e Betty, suoniamo una Polonaise di Diabelli al pianoforte del salotto. Questo tocco un po' malinconico è sempre gradito ed esercita un certo fascino sugli ospiti, ed anche su di noi. Le serate invernali invece sono molto più tranquille e quasi verrebbe da chiedersi come mai qualche treno non possa passare anche alla sera, per ricordarci che là fuori c'è un mondo in fermento, anche quando siamo distratti.
mercoledì 27 ottobre 2021
5 luoghi dove è passata la Storia
"La storia entra dentro le stanze, le brucia, la storia dà torto e dà ragione..."
Dice così DeGregori in una sua canzone, evocando l'immagine di stanze in cui il vissuto lascia un segno tangibile, una storia giudice delle vicende umane. Così ho pensato a cinque posti in cui sono stato ed in cui ho sentito la storia passare, anzi la Storia. Probabilmente è tutta suggestione, ma fa sempre un certo effetto...
1) La Salle des Gens d'Armes - alla Conciergerie di Parigi; grande abbastanza per ospitare 2000 commensali, fu costruita nel 1313 e riutilizzata come prigione durante la rivoluzione francese. Da qui sono passati tutti i nobili di Parigi, compresa la famiglia reale. Le illustrazioni d'epoca la mostrano affollata di prigionieri in attesa di essere ghigliottinati. Quanto orrore per una sala così suggestiva.
2) La Rota Porphiretica - nella chiesa di S.Pietro a Roma. Si tratta di un tondo in porfido di due metri e mezzo di diametro, proviene dal recupero di un pavimento della Roma antica che ha buone possibilità di arrivare dalle cave egiziane. E' quel che resta del pavimento della basilica di Costantino; su di esso si sono inginocchiati re, papi ed imperatori, per ricevere l'investitura, uno tra tutti Carlo Magno per mano di papa Leone III nella notte di Natale dell'anno 800. Il suo significato simbolico è molto forte, forse più di quello religioso.
3) Piazza della Signoria - a Firenze. Qui si trova un altro tondo in memoria di un fatto che ha scritto la storia. In quel punto esatto fu messo al rogo Frate Girolamo Savonarola; la vicenda è lunga e complessa, ma gli effetti delle sue prediche sulla cultura del rinascimento provocarono ripercussioni non solo spirituali. Quante opere d'arte finirono in cenere grazie ai suoi roghi delle vanità, non è dato saperlo, ma una cosa è certa, senza di lui oggi agli Uffizi ci sarebbero molti più quadri di Botticelli.
4) Piazza San Venceslao - a Praga. In questo punto il giovane studente Jan Palach si diede fuoco per protestare contro l'occupazione sovietica della Cecoslovacchia; era il 1969. Personaggio scomodo al regime, almeno sino alla caduta del muro, oggi è il simbolo della lotta per il proprio ideale di libertà, e forse la vittima dei soprusi dei governi su una popolazione che voleva e vuole soltanto vivere in pace.
5) Lo scoglio dei Mille - si trova a Genova. Era il 5 maggio del 1860 quando i garibaldini salparono per una spedizione navale che avrebbe cambiato le sorti politiche della penisola. Tutti ne erano ben consapevoli, grandi entusiasmi animarono quella partenza, e questo luogo rimane nella memoria molto più degli altri in cui si combatté per l'unità dell'Italia e per la nascita di una monarchia che durerà 85 anni per terminare nella vergogna. Ma questa è un'altra storia.
sabato 23 ottobre 2021
Non puoi fare la guerra al mondo per tutta la vita
Sarà anche vero, ma... non so perché, quando ho visto questa foto mi è venuto lo sconforto. A vederla così, magari su un social, sembra innocua, eppure c'è qualcosa che mi preoccupa, qualcosa che fa scattare dentro di me una specie di allarme, la voglia di fare la guerra al mondo. Prima o poi scoprirò di cosa si tratta, ma nel frattempo sono felice di non trovarmi seduto in mezzo a queste persone, assieme a tutti coloro che guardano la realtà attraverso lo schermo di un iphone pensando a quanto sarà figo postare quello che hanno prodotto su qualche profilo social. Così è partita una sorta di marcia funebre all'intelligenza umana.
E poi il cesso chimico sullo sfondo ha fatto il resto.
mercoledì 20 ottobre 2021
L'autunno caldo del genovesato
Domenica 10 ottobre - presidio e corteo presso la sede CGIL in risposta all'assalto della sede di Roma. Il corteo si snoda in periferia, ma non mancano gli effetti sul traffico che, seppur domenicale, c'è e ne risente. Una dimostrazione di solidarietà, vicinanza e bla bla, sicuramente necessaria; rimane da capire quanto sia utile ai fini pratici. Lo scrivo perché negli anni ne ho viste molte, moltissime di queste trovate, e proprio il fatto che dopo molti anni siamo ancora qui a farle, mi fa sorgere il dubbio sulla loro efficacia. Comunque belle parole e tanta empatia, quasi come andare alla messa in suffragio del caro estinto.
Lunedì 11 ottobre - sciopero dei sindacati di base - corteo e fermo del servizio pubblico, il motivo?
una protesta contro la politica economica, sociale e del mondo del lavoro portata avanti dal governo Draghi. Tuttavia ad un certo punto compaiono i cartelli contro il green pass, il corteo si sdoppia e il caos è totale. Risultato? Non pervenuto; ma un plauso va ai geni che hanno pensato bene di vandalizzare il Palazzo dell'Autorità Portuale, e poco importa se sono colonne del '500.
Il fine giustifica i mezzi, e riuscire a dimostrare quanto si è incivili ed imbecilli, delegittimando ogni altra argomentazione, non ha prezzo!
Venerdì 15 ottobre - manifestazione no green pass, ore 7,15 inizio presidio sindacale. Alcuni varchi per entrare in porto chiudono, i Tir sono dirottati su altri ingressi. Le richieste? Tutti contrari al green pass, anche se non sono negazionisti. Contrari al green pass per entrare al lavoro, ma se proprio servono i tamponi per garantire la sicurezza allora che siano gratis. Mi sfugge il senso logico di tutto questo, soprattutto considerando che si tratta di una dogana, potenziale veicolo di diffusione del contagio. Insomma non ci sarebbe molto da scherzare, ma tant'è. Risultato? traffico in tilt in tutta la zona centro, con fastidiose ricadute sulla delicata rete stradale cittadina.
In tutto questo la mia percezione è stata quella di assistere a dimostrazioni di disagio, persone arroganti ed incazzate che protestano contro qualcosa, non importa bene cosa, ma nel loro immaginario scendere in piazza rappresenta ancora la libertà dei sudditi contro il tiranno e le sue imposizioni; lo fanno esibendo una prepotenza immotivata ed inutile, creando disagio agli altri ma senza risolvere, qualcosa che non mi rappresenta ed è giustificabile soltanto pensandola come lo sfogo del represso che non riuscirà mai a cambiare le cose.
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