Ci sono cose che è meglio non sapere, e come dice la mia vicina: a volte è meglio vivere felici nell'inconsapevolezza. Poi ci sono cose che vieni a saperle comunque e che intristiscono, non tanto perché sono ineluttabili, ma sarebbero state evitabili con un po' d'attenzione (ed intelligenza).
LaFigliaDellaDonnaRospo la conosco di passaggio, per averla incrociata nei nostri vai e vieni quotidiani; la DonnaRospo invece la sopporto e le dedico un saluto cagato, spesso aspetto che passi per non vederla, perché non ha mai attirato simpatie. Il marito della DonnaRospo, FrateColla, è un asciugone con la voce da adenoico cronico, uno di quelli che appena gli capiti a tiro ti monopolizza con le sue prediche sul destino del mondo, ma se ha altro da fare nemmeno ti vede. Non mi era particolarmente antipatico, quasi lo ritenevo un soggetto degno di studio, ma poi ho scoperto che andava a raccontare i fatti miei a gente che manco conosceva e quindi ho chiuso i rapporti.
Per farla breve, LaFigliaDellaDonnaRospo ha mostrato, sin dall'adolescenza, segni di un certo disagio, ravvisabili nel suo abbigliamento da maitresse di bordello, nel trucco Halloween Style e nell'ostinazione a tingersi i capelli con colori improbabili.
Tutto ascrivibile nell'evoluzione di una normale adolescente ribelle? Non saprei.
Poi c'erano stati alcuni interventi di chirurgia, per estetica, per somigliare sempre meno a MammaRospo. A condire il tutto tatuaggi, piercing e qualche discussione animata in orario notturno. Sicuramente qualcosa è uscito dal controllo, ma come spesso accade i genitori sono gli ultimi a scoprirlo, o forse ad ammetterlo.
E poi questo.
LaFigliaDellaDonnaRospo ha cercato di suicidarsi, per farlo si è buttata dalla finestra della sua cameretta, un volo di 20 metri che si è concluso sulla cancellata del giardino. In tutto questo delirio io non c'ero, ero altrove e mi sono evitato ambulanze, grida e sangue. Ma il palazzo e l'intero quartiere è rimasto sconvolto.
Un atto che a mio avviso dice molto sul clima familiare, perché non è necessario vivere in una famiglia di narcotrafficanti per subire disagio psicologico, a volte bastano ipocrisie e bastardaggine ben dosate, un veleno silenzioso che passa comunque. E la colpa è della famiglia, perché poi è lì che si deve pescare quando accadono queste cose, mica nei testi dei Black Sabbath o nelle poesie di Baudelaire.
L'infelice epilogo di questa faccenda già di per se triste, è che tanto affanno verso bellezza e sicumera, quel volersi mostrare femme fatale senza di fatto esserlo davvero, quel recitare per essere altro, l'ha condotta al trampolino. Ma è stato un boomerang, la fine non è arrivata, ed è rimasta storpia; quale peggior condanna, non è riuscita a lasciare questa vita, ma anzi l'ha resa più complicata.
Mi sto chiedendo cosa farò il giorno in cui ci incroceremo, non salutare come sempre, o esibire un saluto ipocrita. Difficile far come se nulla fosse accaduto. Penserò alla DonnaRospo a FrateColla, al dolore di questa famiglia, al volo insensato, ed a tutte quelle situazioni che la vita ti mette davanti, cose che nemmeno immaginavi con cui fare i conti ogni giorno.
Mamma mia, che tristezza che mi hai fatto venire...
RispondiEliminapenso ai genitori, con la loro arroganza, a volte viene proprio da pensare al karma
EliminaIl suicidio è l'espressione massima del desiderio di essere al centro della situazione e castigare chi non ha compreso il tuo disagio. Purtroppo non è facile da comprendere ma è così!
RispondiEliminaespressione massima di egoismo... sì, anche io fatico a trovare delle attenuanti o provare compassione
EliminaCerca di essere comprensivo verso questi due genitori sfortunati.
RispondiEliminaanche se mi pare che la più sfortunata sia la figlia che si trova tra i piedi due genitori così...
Eliminanon mi comporterei diversamente da come facevo in precedenza, in base al tipo di rapporto.
RispondiEliminalieto giorno
Ciao Poe, credo che lascerò a loro la scelta, se salutano rispondo, altrimenti "amici" come prima
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