Tradizione, mai disattesa, dai miei bisnonni fino a mio fratello, nella nostra famiglia la sposa entra in chiesa su queste note; pure altri famigli hanno aderito e così anche Bea ha pensato bene di adeguarsi, e dice con immenso piacere.
La fortuna di questo brano, che Mendelssohn compose nel 1843 all'età di 34 anni, come parte di un'opera più articolata, scritta per una commedia di Shakespeare, inizia nel 1858 quando Federico III lo scelse per salutare l'entrata della sua sposa nella Cappella di St. James's Palace, a Londra.
E da allora la trascrizione per organo ha decisamente spopolato, ed ancora oggi resta nell'immaginario nuziale una delle musiche per eccellenza, assieme a Wagner e Schumann.
E così eccomi là, con lo sguardo benevolo di chi si commuove ma non vuol darlo a vedere, ed un sorriso felicemente malinconico ci ha percorsi un po' tutti, mentre Bea sfrecciava nella navata in stile autovelox, forse sapendo che quelle poche note ricucivano le generazioni. Due soli minuti in cui ogni sentimento si riassume e si completa...
E così eccomi là, con lo sguardo benevolo di chi si commuove ma non vuol darlo a vedere, ed un sorriso felicemente malinconico ci ha percorsi un po' tutti, mentre Bea sfrecciava nella navata in stile autovelox, forse sapendo che quelle poche note ricucivano le generazioni. Due soli minuti in cui ogni sentimento si riassume e si completa...
e il viaggio di nozze, dove?
RispondiEliminaa settembre... un tempo erano le terre sicule, richiamo del sangue.. adesso sarà l'Australia...
EliminaCredo sia stata anche la mia, gran bel momento!nonostante l'epilogo, come da titolo, ho bei ricordi del mio matrimonio.
RispondiEliminal'importante è il viaggio ... :)
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