Via Assarotti - dal web |
Se c'è un merito da assegnare agli speculatori dell'ottocento è quello di aver creato loro malgrado scenografie urbane uniche, in cui le delicate decorazioni eclettiche, tanto eleganti quanto eccessive, quasi si sfiorano; magra consolazione per una città dove gli spazi verdi sono piccoli ritagli soffocati nell'asfalto e la densità abitativa è degna di un sobborgo di Calcutta. In questa vertigine costruttiva l'unico a salvarsi è il mare, che da sempre conclude le prospettive più spericolate con il suo quieto movimento.
Questa foto gira spesso nelle pagine web cittadine, ritrae la via dei carri funebri, titolata ad un religioso dell'epoca inventore dell'alfabeto dei segni per i sordomuti, è chiamata così perché quando fu tracciata nel 1848 era la strada carrabile più breve per raggiungere il cimitero monumentale. E questo riferimento chiude il cerchio con la faccenda di Simonetta Vespucci.
allora il 34 (per la cabala) dovevano chiamarlo 28, 14 o 36:)
RispondiEliminae per la smorfia 47... :)
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