giovedì 18 maggio 2023

Legere et non intelligere est negligere


(Leggere e non capire equivale a non leggere). 

Dice così il motto latino che la scimmia ha sul suo libro, nonostante il dotto cappello e gli occhiali, l'animale non riesce a comprendere il significato del testo scritto.
Il monito compare in uno degli affreschi della Libreria Albèri, nel Duomo di Orvieto e risale al 1501.

Un frizzo per lettori distratti, o un ammonimento; non lo sappiamo, resta la nota curiosa di come già in antico vi fossero persone, letterati o monaci, che non comprendevano il senso di un testo e per questo erano paragonati a scimmie (*).

Oggi, a distanza di oltre 500 anni le cose sono simili, noi li chiamiamo analfabeti funzionali ed assegniamo loro diversi gradi di analfabetismo.

Ma la questione è più sottile e va oltre, come ricorda per esempio Alba Donati scrittrice, poetessa e libraia, che consiglia ai lettori di rispondere a quattro domande al termine di ogni lettura:

1) A cosa mi è servito?
2) Perché mi è piaciuto?
3) Cosa ha cambiato nella mia mente?
4) Cosa cambierà nelle mie azioni?

Quattro domande interessanti, perché anche nel caso dei libri, non è importante la quantità, ma la qualità e non solo quella. Lo dico perché mi capita spesso di parlare a coloro che macinano letture su letture, ma poi a conti fatti è come se leggessero per tutta la vita libri di barzellette.



(*) nella cultura medievale la scimmia incarna quanto ci sia di peggio: esteticamente brutta, simulatrice, falsa, lunatica e pessima madre, pronta a sacrificare i propri figli pur di salvarsi.

14 commenti:

  1. Io non leggo.
    Non posso pormi le 4 domande.

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    1. nemmeno i volantini degli sconti al supermercato?

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  2. che bello quando leggevo quelle 3 o 4 pagine la sera, a letto per conciliarmi il sonno e riappacificarmi col mondo.
    Poi la mente cominciò ad appassire, ogni volta dovevo ricominciare da capo non ricordavo più cosa avevo letto, proprio lì, nel letto

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    1. andando al lavoro in treno ho venti minuti di relax per leggere... poi spesso la storia mi prende e rischio di scendere alla seguente

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  3. I libri mi servono per essere meno sola, sono amici sinceri, li lasci ,li riprendi e loro sono sempre a tua disposizione. Mi piacciono i libri che mi emozionano e al termine mi sento più ricca. Spesso ho capito attraverso le letture cose che mi hanno aiutato a vivere meglio e soprattutto ad aprire la mente ed essere più tollerante.
    Leggere è la parte più bella della mia vita.

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    1. ci sono libri che passano, senza lasciare traccia, altri invece li tengo con me gelosamente e li rileggo ogni tanto...

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  4. Monaci spocchiosi gli uni con gli altri!

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    1. Mi pare di ricordare che effettivamente ci fosse questo problema.

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  5. la prima domanda a me pare decisamente brutta.
    anche se comprendo il senso ispiratore.
    lieto giorno

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    1. non è detto che la risposta sia meramente utilitaristica
      lieta sera

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    2. l'utilitarismo era interessante come concezione.
      è proprio l'utilità, intesa come bisogno (preferisci servitù?), che non appaga.
      ciao

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  6. ... odio i libri brevi, non mi danno il tempo di entrare nel racconto, di diventare un personaggio, non presente nel libro, che si muove nella storia e vede e ascolta ciò che leggo...

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