sabato 27 maggio 2023

Se ne accorgono ‘i parenti’, pioverà altri giorni 20


In questo grafico si può vedere l'andamento demografico storico della popolazione residente in Rovigo e provincia, dal primo censimento del 1861, poco dopo l'unità d'Italia, sino al 2021. Una cosa che salta subito all'occhio è il drastico calo dei residenti nel 1951.
Cosa accadeva in quell'anno per giustificare una fuga così massiccia di persone? la oramai famosa alluvione del Polesine è la risposta; ben descritta nel film Don Camillo e l'onorevole Peppone del 1955, in cui il set si trova proprio nei luoghi del disastro e molte scene sono girate in diretta; quell'evento rappresentò il colpo di grazia ad un'economia agricola che già faticava a riprendersi dopo la guerra. Un'altra cosa che si può osservare dal grafico è che quei valori di residenti non saranno mai più raggiunti.


Pensavo a questa faccenda che alcuni famigli mi hanno ricordato invocando le cronache dei giornali dell'epoca, che certo non rendevano l'effettivo disastro, mentre sentivo sui social l'ennesimo balletto delle istituzioni, condito di vari aneddoti dei locali, come il sindaco TalDeiTali che afferma che l'acqua è potabile e la signora che dopo aver cambiato l'acqua al pesce rosso lo trova stecchito e posta la foto su FB; al contorno ora le acque stagnanti diventano infette e parte la campagna vaccinale contro tetano ed epatite, con l'allerta sanitario che invita tutti ad abbandonare le abitazioni.
A condimento di questo che promette di diventare l'ennesimo teatrino in cui sciorinare tutti gli stereotipi dell'italica incapacità in cui lo Stato promette di aiutare, incontrare, sovvenzionare, sollevare da tasse e balzelli i contribuenti, elargire elemosine agli alluvionati e bla bla bla, io vedo l'incredibile concretezza degli italiani del '51. 
Andarsene altrove e vivere una vita di lavoro lontano da zone che non avrebbero promesso altro che fastidi, sacrifici e costi inutili. E dopo 72 anni penso sia stata una scelta assai avveduta, considerando che in tutto questo tempo nessuno è stato capace di gestire il territorio in modo adeguato, ma anzi ne hanno aumentato la fragilità. E adesso la natura presenta il conto.

9 commenti:

  1. l'acqua è ricchezza, occorre investirci denari e faticando faticando in futuro si potrebbe esportare verso quei paesi i cui residenti stanno migrando per via della siccità e desertificazione

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  2. Alcuni vennero ad abitare anche dalle mie parti.

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    1. alcune strade di Genova, negli anni '60 venivano soprannominate 'via degli emiliani' per la grande quantità di emigranti di quelle zone, intere famiglie...

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  3. e noi lo lasciamo in sospeso (il conto :)
    ciao

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  4. ... non è che gli altri territori siano meno "fragili", dove l'alluvione ha colpito i danni sono sempre stati ingenti ... fuggire quindi non so se sia la soluzione migliore ...

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    1. credo che andarsene altrove, nel breve tempo di una vita umana dia molte più possibilità che passare decenni ad incaponirsi di vivere in un territorio devastato, con uno Stato che è obiettivamente 'nemico'... un po' come emigrare per darsi un futuro migliore

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