Dice così, Rober Capa, fotografo di guerra, dopo aver seguito un assalto delle truppe statunitensi in Sicilia. Ed è ancora esattamente così. Tanto per dire quanto gli eventi della cronaca di oggi, possano essere ancora riconducibili a fatti di 80anni fa, che si pensavano superati. Accidenti!
E adesso la notizia di oggi:
"L'invasione russa sta distruggendo le famiglie, la guerra continua a devastare città ucraine, alcune sono completamente distrutte come Mariupol, che aveva mezzo milione di abitanti, è come Genova, immaginate Genova completamente bruciata"
Il paragone fatto da Zelensky ha scatenato le memorie dei famigli in guerra, loro c'erano e ricordano. Alcuni potrebbero dire esattamente dove e come, l'agonia di una città in ginocchio. Sono cose che non si dimenticano, magari restano assopite nella memoria, ma basta un nulla per riviverle. Poi chiaramente è partita la polemica sulle dichiarazioni di
Franceschini. circa la ricostruzione del teatro di Mariupol. Insomma, hanno bombardato un ospedale pediatrico e vari altri ospedali, non saprei quanta altra roba importante oltre le case, e lui pensa al teatro?
A Genova, terminato il conflitto le prime ad essere ricostruite furono le fabbriche, i ponti, le stazioni, il porto, perché la gente doveva mangiare e per farlo serviva un lavoro, poi pensarono alle case e solo alla fine iniziò la ricostruzione delle chiese, dei musei e dei teatri.
Ma dopo quanto? Quando ci fu bisogno di un teatro; che vuol dire nel 1985.
Quarant'anni dopo la fine della guerra.
Non prima... questo forse a Franceschini bisognerebbe farlo sapere, perché la sua dichiarazione che impegna l'Italia ad una spesa importante, arriva un po' troppo presto, e passato l'entusiasmo del momento, pare proprio una fretta ingenua e fuori luogo, segnale forse di chi non ha assolutamente la più pallida idea di cosa serva davvero ad un popolo al termine di un conflitto. Soprattutto adesso che la situazione è ben lontana dal trovare una fine.
Quindi all'
immaginate Genova completamente bruciata... detto da Zelensky! Ebbene...
“emmo za dæto”. Anche se mi chiedo quanti in Parlamento avranno compreso il paragone, perché già per me è difficile capire esattamente com'era Genova alla fine della guerra, anche se in alcune zone del centro storico le macerie ci sono ancora oggi. Ma l'esatta portata di quella distruzione e la disperazione degli abitanti di allora è comprensibile solo dopo aver scrutato attentamente le foto, aver ascoltato e letto racconti e cronache, ed anche così non è come averla vissuta. Quindi cosa avranno capito oggi in Parlamento?
N.d.R nelle foto le immagini del Teatro Carlo Felice di Genova, prima e dopo il conflitto. Le rovine restarono visibili in centro città sino al 1985, anno in cui furono tolte le macerie, la spazzatura e sfrattati i gatti, per iniziarne la ricostruzione.
so solo che ho pensato: ma proprio genova doveva nominare?
RispondiElimina(che per come girano le notizie, domani 'quello' si sbaglia, pensa che siamo una derivazione ucraina e fa fuori quel poco che ci resta:(
In aria di elezioni è un attimo che parte il gemellaggio... pare ci sia stato, forse qualcuno gli ha raccontato qualcosa del periodo.
EliminaPer il resto mi pare che molte delle citazioni che fa sono mirate ad emozionare l'auditorio, forse lecito nella sua condizione di supplicante, ma lo trovo comunque un atteggiamento discutibile.
Passati 75 anni abbiamo ancora 60 e passa basi di invasori statunitensi utili a tenerci miti e ubbidienti.
RispondiEliminaGli stessi che bombardamento e resero al suolo interi quartieri delle ns. città.
Gli stessi di Dresda, Hiroshima, Nagasaki.
La cosa buffa è che ipocritamente vengono chiamati liberatori.
Talmente liberatori che non ci liberiamo più da loro.
ci sono alcune (poche) foto d'epoca in cui sulle rovine ancora fumanti qualcuno affiggeva dei manifestini con su scritto: opera dei liberatori
Eliminaevidentemente i conti non tornavano già allora!
Per farsi notare qualcosa bisogna pur dire!
RispondiEliminaVero, soprattutto parlare a caso, che pare sia l'unica capacità di certa politica. Verrebbe da dirgli di metterci del suo visto che fa il generoso con i soldi degli italiani. Un popolo di quaquaraquà, per citare Sciascia.
Eliminaaggiungerei anche la totale incapacità amministrativa di gestire un teatro, cosa che sembra diventata endemica, la gestione perennemente in perdita fa dubitare sull'effettiva utilità di ricostruzione di questi baracconi
EliminaLa guerra e i sentimenti da cui nasce e che nutre danno solo questi risultati: discussioni letali, odi, inimicizie, ripicche, altre guerre in minore che preparano quella vera e definitiva. Che genere bastardo l'umanità-
RispondiEliminachiaro siamo davanti ad atteggiamenti deviati, per alcuni ovvio, per altri invece sono la normalità
Eliminatutto ha un senso, pensate a quanti amanti del tiro al bersaglio corrono a schierarsi con i due belligeranti e vengono persino retribuiti per dar sfogo ai loro sentimenti, addirittura i fascisti che si schierano coi comunisti e viceversa.
RispondiEliminaMolto mejo der colosseo ar tempo de NOI romanisti
i mercenari siriani, i cecchini... il crogiolo del peggio che l'umanità poteva produrre
EliminaChe coincidenza che tu abbia citato Capa, sto appunto leggendo la sua autobiografia.
RispondiEliminaDall'ultima guerra che ci ha colpiti è passato troppo tempo perchè ce lo ricordiamo. Credo che nessuno di noi, a parte quei pochi anziani sopravvissuti, possano rendersi davvero conto di che cosa significa. Voglio sperare che sia questo il motivo delle tante idiozie che sento in questi giorni.
Tempo fa da queste parti è passata una sua mostra di fotografie; è interessante anche l'opera della sua compagna Gerda Taro.
EliminaZelensky ha citato Genova perché un legame storico lega la città alle coste del mar Nero come potete leggere QUI. In quanto a Franceschini e ad altri politici vivono nella loro bolla, staccati dalla realtà quotidiana.
RispondiEliminaInteressante, non sapevo di questo contatto storico che risale alle repubbliche marinare... Grazie!
Elimina