I ragazzi entrano da un varco nella recinzione, su in cima, dopo la siepe di brugo, dove finisce il muro. Prima c'era la staccionata di legno, ma poi hanno messo la rete, e adesso la ruggine ha fatto il suo e si passa senza scavalcare. Non fanno danni, entrano per curiosare, per provare il brivido del proibito, scrivere sui muri il loro disagio, e rovistare negli annessi, dove mani assai più esperte sono già passate. Ascoltano passi inesistenti, sospettano fantasmi o auspicano spiriti inquieti e ridono mentre salgono le scale verso porte chiuse, assaltando il regno dei ragni.
La grande casa è disabitata da troppo tempo, ogni tanto Ugo e la Rosetta ci andavano per dare una ripulita, lui al giardino e lei l'interno, prima dell'inizio del caldo, quando la tata sarebbe arrivata per passare l'estate con i bambini; ma dopo la morte della Signora non c'è più andato nessuno. Per alcuni anni venne rovistata, per prendere oggetti utili altrove. Alcuni decenni dopo il robivecchi è passato col furgone a ritirare cose dimenticate, ravatti (*) che gli avrebbero fatto comodo in negozio. Lo specchio della sala da pranzo, i cassettoni delle camere, un tavolino da gioco appartenuto a Lorenzo, qualche soprammobile di Capodimonte, le stampe delle marine che erano nello studio, qualche libro illustrato, gli stampi in rame dei budini e altre cianfrusaglie accumulate con la distrazione degli anni sereni. Poi buio e silenzio.
Consegnata all'oblio della sua storia quasi centenaria, immersa nel verde di un giardino sempre più irriconoscibile, sono lontane nel tempo le voci dei suoi abitanti, le dispute politiche all'ombra dell'uva americana, i compleanni festeggiati sulla terrazza; gli attori che recitavano su quel copione sono scomparsi ed i loro augusti nomi non riecheggiano da troppo tempo nelle sue stanze, il profumo delle conserve di pomodoro ha lasciato il posto a quello stantio della polvere.
Chissà se poi è questo il destino di ogni casa, dopo tanto vissuto trascorrere anni nella penombra, come assopita in attesa di nuovi arrivi!
(*) Ravatto
Simile a miscellanea, anche se con diversa sfaccettatura, con “ravatto” ci si riferisce ad oggetti di scarsa qualità, sono quegli oggetti non categorizzabili che riempiono cantine, box e case di campagna, quegli oggetti che “mettilo li che può sempre servire”.
... a volte penso che le case dovrebbero sparire coi loro proprietari...
RispondiElimina... spesso mi capita di vedere case abbandonate, giardini dove qualche fiore sparuto resiste alle erbacce...
... e penso alla vita e alle storie che ci sono passate ...
... quotidianità, amori e tragedie ... che nessuno conosce ...
... che se ne sono andate coi loro proprietari ...
... nuove storie, nuovi arrivi e cambiamenti di assetti forse ne stravolgeranno la natura ...
... chissà cosa pensano loro ... le case ...
c'è un bel romanzo dove una casa racconta la sua storia dalla costruzione al passaggio ereditario... Madrigale, di Giulia Alberico.
Eliminala compro!
RispondiEliminabene! prepara i rubli 💰
Eliminaqui in periferia succede con le case pignorate o senza eredi, poi finiscono come rifugio ai barboni
RispondiEliminaqui succede con le case popolari
Elimina