venerdì 25 marzo 2022

Amabili resti

Oggi è difficile credere che i terreni attorno alla chiesa potessero rifornire i monaci di castagne, olio, fichi, vino e 200 cedri, ma gli archivi non mentono, nel medioevo la zona era certamente a vocazione agreste e gli elenchi dei mercanti sono sempre ben dettagliati. Tuttavia nel 1572 la Repubblica di Genova decide di costruire una nuova chiesa, e poco più avanti una loggia, necessaria per le contrattazioni commerciali. Tutta la faccenda si configura più come una speculazione immobiliare che sfrutterà la fine della peste del 1579 per essere certificata come voto alla Madonna. In ogni caso, entrambi gli edifici sono di proprietà pubblica, e San Pietro in Banchi è la prima e forse l’unica chiesa al mondo costruita con i proventi delle attività commerciali sottostanti. Questo espediente tuttavia non serve per completarne la decorazione esterna, che per economia viene eseguita ad affresco. E così la mostra questa stampa del 1773, dove in una prospettiva esagerata, la chiesa e la loggia (sulla sinistra) appaiono ariose oltre il normale, inserite nel tipico contesto urbano di una città dove lo spazio è poco e si deve sfruttarlo al massimo.
Tutto bene sino al 1942 anno in cui a risistemare la zona, e in particolare chiesa e loggia, interverranno le bombe intelligenti degli "alleati". Le recenti citazioni di Zelensky hanno stimolato la mia curiosità e così eccomi a scorrere le cronache dei Soprintendenti del tempo, veri e propri elenchi di una ditta di demolizioni, così assieme ad altri 11.183 edifici del centro storico, scompare anche una buona fetta della chiesa e della loggia (di cui mi occuperò prossimamente).
Difficile scorgere stucchi ed affreschi rinascimentali in quello sfascio, ma con un attento e paziente lavoro di incollaggio dei cocci e molta fantasia storica, oggi possiamo ancora credere di ammirare la cinquecentesca chiesa di San Pietro in Banchi, e scomodare i nomi dei migliori artisti dell'epoca, di cui sopravvivono splendidi resti perfettamente restaurati.
Nota di cronaca nera: sulla scala di accesso della quale è ancora possibile invocare l'autenticità, nel 1682 venne assassinato, per una vendetta d’amore, Alessandro Stradella. Tuttavia non è dato sapere se anche all'epoca piscio e spazzatura facessero parte dell'ambiente in cui i sicari del Lomellini accoltellarono il musicista mentre cercava di rifugiarsi in chiesa.

N.d.R. Il 15 novembre 1942, durante la seconda guerra mondiale, un bombardamento aereo provocò ampi squarci nella facciata e nella volta e distrusse i due piccoli campanili sopra la facciata. La ricostruzione fu avviata nel dopoguerra, ripristinando l'aspetto precedente sulla base di fotografie e stampe che raffiguravano l'edificio.

Dopo un periodo di affidamento ai missionari della Consolata, la chiesa è stata abbandonata. 

Nel 2014 è nata un'esperienza di vita comunitaria a tempo per giovani. Il Centro animato dalla comunità giovani dà vita negli anni ad ospitalità, eventi, incontri, reti territoriali e iniziative socio-politiche, artistiche, spirituali di vario genere. I volontari, oltre a tenere aperta la chiesa alle visite di turisti e cittadini, sono impegnati nell'ascolto di persone in difficoltà per metterle in contatto con le associazioni e gli operatori più adeguati alle loro necessità.

4 commenti:

  1. Non ci vedo qualcosa di terribile nella distruzione di una chiesa, ciò che rende santo un luogo, a parte l'intervento divino, è la partecipazione e la preghiera ripetuta della gente.

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    1. in questo caso è la distruzione di un edificio storico, spesso con elevato valore artistico... perdita sempre deprecabile indipendentemente dall'uso e dalla funzione

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  2. Dico una banalità. Almeno queste pietre hanno un passato, purtroppo spesso fatto di vicende tragiche. Il vetro e il cemento dei grattacieli non hanno nessun passato.

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    1. dici bene, ma serve distinguere tra architettura ed edilizia, la prima nasce da un progetto artistico e veicola molti valori, la seconda invece è banale speculazione, difficilmente resta nell'animo di una città

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