sabato 15 gennaio 2022

Crudeli con chi ci è vicino, ma capaci di commuoverci per delle foto di sconosciuti

Questa foto, intitolata "Mother", è stata scattata a Homs, in Siria, da Hassan Ghaedi fotografo iraniano freelance e mostra una madre che dopo i bombardamenti, torna in quello che resta della sua casa per recuperare l'auto giocattolo al figlio.
L'immagine ha vinto il Siena International Photo Awards dove c'erano anche molte altre foto davvero di una qualità e di una bellezza elevata.
Però... pensavo, ma saranno finiti i tempi in cui si premiavano le foto dei momenti felici? Sembra sia iniziata una gara a chi espone la tragedia più toccante, a cominciare dalla foto del piccolo Aylan annegato sulla spiaggia di Bodrum nel 2015.

Ora... smuoveranno anche i migliori sentimenti tutte queste foto che da anni circolano sulla questione siriana, sui profughi e sulle distruzioni dei Talebani. 
Ma anche basta?
Insomma passi il giornalismo informativo, ma secondo me qui si sta andando oltre, qui si arriva ad essere guardoni e dico guardoni e non lurker, c'è differenza.

Io al posto di quella madre mi sentirei preso per il culo, sì, mi incazzerei con quel fotografo, gli direi: vai a fotografare casa tua, vinci un premio pubblicando le facce di quelli che hanno lanciato la bomba sulla mia casa e poi vieni ad aiutarmi invece di startene li con la fotocamera in mano.

Ecco io direi così, a tutti quelli che sono lì per 'testimoniare' perché il mondo deve sapere, ma credo ci sia una grande differenza tra l'informazione e questo tipo di esposizione della realtà, non saprei dire esattamente cosa, ma mi viene da pensare ad una realtà edulcorata, fatta per colpire i sentimenti di chi la guarda e poi diventare effimera. Insomma non mi piace!

E poi ci sono le 60 foto notevoli, che forse non avranno vinto nessun premio ma anche queste smuovono qualcosa...

10 commenti:

  1. Purtroppo ci stiamo abituando alle immagini di queste tragedie. E comunque si dice che le belle notizie non facciano notizia.

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    1. e anche: ci stiamo abituando alle tragedie, non che prima non ce ne fossero, ma ora è cambiato qualcosa

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  2. bravo il fotografo professionista, ha capito cosa era in e subito ha scattato e raccolto il frutto della sua intelligenza

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    1. mi chiedo i diretti interessati cosa ne pensano...

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  3. Come sai mi piace fotografare, ma non credo che sarei mai in grado di scattare foto alle tragedie altrui. C'è una linea sottile tra il documentare ciò che succede e una sorta di pornografia del dolore che alla fine riesce solo a renderci indifferenti.

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    1. mi è capitato una volta, ero al cimitero e c'era una vedova seduta sulla tomba del marito, una bella foto! l'ho tenuta in archivio per molto tempo, volevo anche farci un post, ma non l'ho mai pubblicato, perché mi sembrava di aver rubato qualcosa che non mi apparteneva

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  4. D'altro canto, come si dice, occhio non vede...già troppa gente se ne frega di quello che accade fuori dal proprio orticello!

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    1. ed in effetti il recinto dell'orticello è sempre più stretto

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  5. spesso le foto sono talmente belle che il dramma che si propongono di rappresentare passa in secondo piano e ci fa pensare che in fondo è solo una foto così come si dice per i film che fanno paura...

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    1. a volte ho il sospetto che una foto sia la sola cosa possibile, l'unico atto utile per tragedie a cui nessuno vuole o riesce a porre rimedio.

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