giovedì 3 ottobre 2024

Hic et ubique - qui e ovunque

Le case dei sestresi che con i loro polmoni hanno alimentato la Fincantieri e poi i reparti oncologici, oggi diventano appetibili per nuove etnie. Altre braccia si apprestano, desiderando le stesse stanze, incastrate in scatole di cemento, simili ai dormitori loro assegnati dai colonizzatori e forse per questo rifugi rassicuranti, bastanti per sfuggire al destino di popoli soggiogati da governanti troppo impegnati al lucro personale per occuparsi del bene comune.

3 commenti:

  1. siamo solo di passaggio e sarebbe un peccato se i mortidifame si privassero di quei beni ereditati dai loro nonni

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    1. generazioni di mortidifame per i secoli dei secoli....

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  2. Hai sollevato un tema davvero profondo e attuale. La trasformazione delle case, in questo caso dei sestresi, in luoghi ambiti da nuove etnie riflette le dinamiche di cambiamento sociale e culturale in corso. È triste pensare che questi spazi, un tempo testimoni di storie e sacrifici legati al lavoro e alla comunità, possano diventare simboli di una lotta per la dignità e la sicurezza abitativa. La tua osservazione sul destino di popoli soggiogati da governanti interessati solo al profitto personale è una critica forte e necessaria, che invita a riflettere sull'importanza del bene comune. Speriamo che queste nuove comunità possano trovare nei loro rifugi non solo un angolo di sicurezza, ma anche la possibilità di costruire un futuro migliore insieme. Grazie per aver condiviso queste riflessioni così significative!

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