martedì 16 marzo 2021

Non tutti possono essere salvati


Era il 12 maggio del 1806 quando la ghigliottina fece la sua comparsa a Genova, esattamente dentro una delle torri di Porta Soprana, e ad azionarla fu un esperto del settore, il boia Sanson, proveniente direttamente da Parigi, dove evidentemente le sue capacità non erano più richieste.

Durante i giorni della fine del periodo del Terrore (28-31 luglio 1794) quando furono decapitati Robespierre e seguaci, si racconta che il boia Sanson ed i suoi figli, abbiano battuto il record, poco invidiabile, di 12 esecuzioni in 13 minuti. Comunque in tre giorni ci finirono sotto 1306 persone.
Le cronache del tempo narrano che il palco della ghigliottina doveva essere spostato con frequenza sia perché il sangue dei condannati non venendo completamente assorbito dal terreno rendeva scivoloso il passaggio, sia perché anche cospargendo il suolo di segatura, stagnava per giorni mandando un cattivo odore. Si stima che durante tutto il periodo rivoluzionario, dal 1789 al 1799 vi furono due milioni e mezzo di morti, prevalentemente nobili, religiosi e loro simpatizzanti. Il boia Sanson si congedò da Parigi con una media di 685 morti al giorno. Ma Genova non fu accolto con molto entusiasmo, è risaputo che i genovesi siano poco inclini alle confidenze, soprattutto con chi potrebbe decapitarli.
Ma la questione è un'altra.
Era inevitabile che tutte queste morti suscitassero la curiosità dei medici; già dai tempi di Anna Bolena, decapitata a fil di spada nel 1536, qualcuno si era accorto che per qualche istante la regina aveva mosso gli occhi e mostrato di essere parzialmente cosciente.
La domanda fu inevitabilmente: per quanto tempo dopo aver perso la testa un nobile può restare cosciente? A cosa servisse avere una risposta concreta non è dato saperlo.
Le risposte in merito furono le più disparate, tuttavia oggi sappiamo che la mancanza di ossigeno al cervello porta alla perdita di coscienza dopo circa 10 secondi, quindi tutti i riflessi successivi alla decapitazione dovrebbero essere inconsapevoli e casuali.
Ma la vera risposta sarebbe arrivata dalla vicenda del Pollo Mike nel 1945, che sopravvisse alla decapitazione e non finì in pentola.

4 commenti:

  1. Chissà se l'Archivio di Stato di Genova, che ha un patrimonio straordinario, conserva memoria di questo boia.

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    1. potrebbe esserci qualcosa nel Censimento napoleonico... roba da detective storico

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  2. quindi la casa del boia di piazza cavour era per lui...?

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