Ero in giro nel centro quando da una piazzetta fuorimano mi è arrivata alle orecchie la musica di una fisarmonica. Era una musica conosciuta, che non sentivo da moltissimo tempo.
Così eccola e come d'incanto si sono materializzati nei miei ricordi, La Ninin che ballava con Sandrone, in quella pista da ballo improvvisata nel fienile di Luigiotto, quando c'era la festa del Paese e ci trovavamo tutti nell'aia grande per festeggiare San Fermo e la Madonna della Guardia.
Io li vedevo ogni giorno, La Ninin e il Sandrone, contadini dalle scarpe grosse, con i vestiti da lavoro, girare con la gerla e la zappa e poi eccoli lì, a ballare al suono della fisarmonica, leggeri come due farfalle, i volti rossi di sole e di vino, con i vestiti della festa che avevano l'eleganza semplice e la serenità del dopo guerra, il profumo di fieno, lavanda e polvere. Di legna e salsicce.
Quale miracolo poteva mai averli trasformati, loro, per una sera, bellissimi. Tornati giovani ed innamorati e quella malinconia che gli brillava negli occhi, come di chi ha visto e sentito e rimpiange cose che altri non conoscono e mai conosceranno. Giusto il tempo di un giro di danza.
qui crescenta con salame e lambrusco :)
RispondiEliminapoi a ballare, fino a esser sudati fradici.
grazie e ciao
salam, lambrusco e pane casareccio
Eliminache bontà
Ciao OsservatorePoe
stupendo questo racconto e belli la Ninin e il Sandrone che per un breve giro di danza diventano altro dalla fatica quotidiana.
RispondiEliminamassimolegnani
(orearovescio.wp)
e un'agilità nel ballo davvero sorprendente
Eliminaperò questa , di nostalgia, arriva solo ad una certa età, arriva e ti fa rivedere con i pantaloncini corti, ché allora si portavano anche d'inverno, mentre mangi qualche dolcetto casereccio e ti rompi un po' le balle seduto a guardare tutti quei movimenti senza capirne bene il perché
RispondiEliminala nostalgia arriva dopo gli 'anta
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