Oramai entrare in una libreria è diventato un atto di disobbedienza civile, qualcosa che molti fanno in via del tutto eccezionale, oppure che non fanno per i più svariati motivi. Che si legga di meno è oramai un dato di fatto, leggere è un piacere in via di estinzione.
Come sempre gli Usa sono i capofila delle malsane tendenze europee con meno del 40% di lettori. Per quanto riguarda l'Italia i dati sono altrettanto disarmanti, oltre agli analfabeti di ritorno e quelli funzionali, aggiungo quella fetta di 'nuovi' italiani cui di leggere, entrare in un museo oppure in una biblioteca, non frega un cazzo; non lo facevano nei loro paesi di provenienza e non lo fanno in Italia. Poi c'è una fetta di popolobue che ha dismesso il cervello e preferisce il furbofono a qualunque altro tipo di pensiero.
In questo scenario in continuo, progressivo, declino è naturale che spariscano tutta una serie di avamposti della cultura, come era intesa in passato.
Quindi dalla scena urbana e commerciale scompaiono le librerie ed assieme a loro tutto ciò che è collegato, cartolerie, edicole, biblioteche.
Il centro città si sta trasformando in Luna Park per turisti babbei, per croceristi da zoo safari, alla ricerca di una città storica verace, di una Genova che scompare proprio mentre loro la percorrono.
E' un po' come se un archeologo distruggesse i reperti mentre li sta scoprendo. Ma a questo paradosso ci aveva già pensato Fellini nel film Roma, dove la grande talpa che scava le gallerie della metropolitana fa entrare l'aria dell'innovazione che cancella le vestigia del passato.