Primo esperimento con l'Intelligenza Artificiale; e vi anticipo subito che ne seguiranno altri. Per il titolo ho utilizzato una frase-battuta detta da Amanda Lear durante un'intervista. Ho chiesto all'AI di scrivere un racconto di 250 parole utilizzando il titolo come ispirazione.
Ecco il risultato.
La nonna diceva sempre: "La bellezza interiore è ciò che conta davvero". E io, brava nipotina obbediente, ho coltivato la mia gentilezza, la mia empatia, la mia generosità. Ho innaffiato il mio giardino interiore con pazienza e dedizione, convinta che prima o poi i fiori avrebbero sbocciato e attirato le farfalle. Ma le farfalle, a quanto pare, hanno un debole per i fiori appariscenti, per quelli che ostentano petali sgargianti e profumi intensi. E io? Io sono un piccolo fiorellino selvatico, discreto, quasi invisibile.
A cosa serve essere belli dentro se poi non entra nessuno? La domanda mi tormenta, si insinua tra i miei pensieri come un'erbaccia infestante. Ho letto libri sulla crescita personale, seguito corsi di autostima, cercato di amare me stessa incondizionatamente. Ma a che pro, se la mia autenticità, la mia genuinità, sembrano passare inosservate? Se il mio sorriso, sincero e raggiante, non riesce a conquistare un sorriso in cambio?
Forse la nonna aveva ragione solo a metà. Forse la bellezza interiore è fondamentale, è la base su cui costruire una vita appagante e significativa. Ma da sola non basta. Serve anche sapersi mostrare, sapersi valorizzare, saper comunicare la bellezza che portiamo dentro. Serve trovare il modo di farla brillare, di farla vedere, anche se questo significa uscire dalla nostra zona di comfort, affrontare le nostre paure e lasciare che la nostra luce si diffonda.
Non si tratta di diventare qualcun altro, di indossare una maschera. Si tratta di trovare il modo di esprimere al meglio la nostra essenza, di condividere la nostra bellezza interiore con il mondo, trovando il linguaggio più adatto per farlo. Magari non tutti vedranno il nostro splendore interiore, ma qualcuno, prima o poi, lo farà. E quel qualcuno, varrà la pena di aspettare. La battaglia per far conoscere il nostro giardino interiore è lunga, ma la ricompensa, ne sono certa, è immensa. E allora, continuiamo a coltivare i nostri fiori selvatici, sperando che le farfalle, un giorno, imparino ad apprezzarne la delicata bellezza.
A cosa serve essere belli dentro se poi non entra nessuno? La domanda mi tormenta, si insinua tra i miei pensieri come un'erbaccia infestante. Ho letto libri sulla crescita personale, seguito corsi di autostima, cercato di amare me stessa incondizionatamente. Ma a che pro, se la mia autenticità, la mia genuinità, sembrano passare inosservate? Se il mio sorriso, sincero e raggiante, non riesce a conquistare un sorriso in cambio?
Forse la nonna aveva ragione solo a metà. Forse la bellezza interiore è fondamentale, è la base su cui costruire una vita appagante e significativa. Ma da sola non basta. Serve anche sapersi mostrare, sapersi valorizzare, saper comunicare la bellezza che portiamo dentro. Serve trovare il modo di farla brillare, di farla vedere, anche se questo significa uscire dalla nostra zona di comfort, affrontare le nostre paure e lasciare che la nostra luce si diffonda.
Non si tratta di diventare qualcun altro, di indossare una maschera. Si tratta di trovare il modo di esprimere al meglio la nostra essenza, di condividere la nostra bellezza interiore con il mondo, trovando il linguaggio più adatto per farlo. Magari non tutti vedranno il nostro splendore interiore, ma qualcuno, prima o poi, lo farà. E quel qualcuno, varrà la pena di aspettare. La battaglia per far conoscere il nostro giardino interiore è lunga, ma la ricompensa, ne sono certa, è immensa. E allora, continuiamo a coltivare i nostri fiori selvatici, sperando che le farfalle, un giorno, imparino ad apprezzarne la delicata bellezza.
Considerazioni:
Il testo è gradevole, scorrevole, forse manca di carattere, ma devo rifletterci meglio. Una cosa certa è che senza alcuna richiesta precisa, l'AI ha deciso che la bellezza interiore è una questione tra donne, creando un dialogo nonna-nipote, con un finale in stile libro Cuore. L'utilizzo di parole come: speranza, ricompensa, affrontare le paure, è indicativo di chi vuol trasmettere un atteggiamento fattivo e motivazionale. Insomma ci trovo un certo buonismo che non appartiene allo stile di questo blog. Ma essendo un esperimento si presta ad altre valutazioni ed infinite varianti. E poi l'AI è buona, gentile e positiva, per adesso pure amica degli umani. Quasi una crocerossina del web.
Ho chiesto a Copilot. Stesso tuo sistema ma con 50 parole:
RispondiEliminaEssere belle dentro è come avere un giardino segreto pieno di fiori rari e profumati. Anche se nessuno lo vede, la sua bellezza esiste e arricchisce l’anima. Un giorno, qualcuno troverà il cancello e scoprirà quel tesoro nascosto, apprezzando ogni petalo e ogni profumo.
Bello vero?
Ciao Sara, ben ritrovata. E quindi ecco la sintesi...
EliminaInteressante questa sperimentazione
Grazie Pier!
EliminaPossiamo fare di meglio, un racconto ispirato al titolo con meno parole possibili;
Lei era bella dentro, ma nessuno lo vedeva. Un giorno, lui, curioso, entrò nel suo mondo interiore. Scoprì un universo di luce e calore. Da allora, non volle più uscire.
🥰
certo che, con tutti i variegati sessi odierni essa ha ben specificato che trattavasi di nipote fimmina in attesa di esser penetrata da qualcuno con la o finale
RispondiEliminail lato sexy dell' AI - dici che è pudica nelle sue scritture? si potrebbe metterla alla prova....
Eliminaè un po' come l'oracolo di Delfi, con le domande giuste riesce pure a stupirti
RispondiEliminaInteressante! però un po'inquietante. Mi sa che nel giardino interiore i fiori appassiscono e secca tutto.
RispondiEliminala frase di Amanda era sarcastica - una cosa che l'A.I. non percepisce
EliminaQuesti sistemi esperti utilizzano quanto presente in rete per l'apprendimento. Quindi, rispondono con quanto c'è in essa, ovvero con la media mediocrità.
RispondiEliminaIn effetti chiunque abbia fatto qualche lavoro di miglioramento personale, è a conoscenza che il ben-vivere si basa tutt'altro che sull'avere riconoscimento dall'esterno.
Come diceva lo zio Osho, un bel fiore bianco e profumato, o a colore acceso, se ne strabatte l'anima che qualcuno lo annusi o che lo guardi con attenzione, esso è ciò che è a prescindere dagli osservatori, annusatori.
Ciò nonostante molte persone con autostima scarsa o traballante, dipendono, nel loro benessere, da valutazioni esterne. Questo è ciò che scaricano in rete, questo ò ciò che i sistemi (intelligenti? direi di no) poi riportano quando interrogati.
in effetti capire se l'A.I. sceglie e riesce a distinguere le fregnacce dalle cose serie è una delle mie curiosità
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