A quanto pare i migliori materiali isolanti in commercio sono per la maggior parte sintetici, plastica insomma. Quindi stiamo ricoprendo le case di plastica, infiammabile e poco ecosostenibile. Figurarsi poi quando arriverà il momento di smaltirla in discarica. Gli americani ci sono già arrivati e vivono felicemente in baracconi di plastica, che manco la cuccia del cane, ma costano 40 anni di mutuo.
Noi invece con la bandiera della lotta al riscaldamento globale e al risparmio di energia, stiamo inanellando una coglionata dopo l'altra e tutto questo con la perfetta sicumera del vegano che entra in macelleria ed urla assassini, dimenticandosi come anche la sua scelta di vita abbia delle ripercussioni ambientali mica da poco.
Quindi dietro ad ogni trovata eco-bio c'è sempre un losco tornaconto e da quello non si scappa. A questo punto quale sarebbe la soluzione? perseguire il male minore. L'estinzione.
Impossibile per adesso ma ci stiamo attrezzando. Insomma dovunque ti giri esce sempre una rogna. La possibilità resta sempre quella del fare in sottrazione, cioè non fare. Ma pare che nessuno sia disposto a non fare, perché ci sono di mezzo dei posti di lavoro.
Ci sono sempre di mezzo dei posti di lavoro, e dei conseguenti danni economici per qualcuno, poi succede che scopri che in molte faccende poco sostenibili quel qualcuno è sempre lo stesso e te la sta raccontando. Non importa!
L'impatto ambientale di un gasdotto include l'alterazione del territorio dovuta alla costruzione, le emissioni di metano e gas serra durante il funzionamento o in caso di fughe, e l'interferenza con gli ecosistemi marini se si tratta di un gasdotto sottomarino. Sebbene il gas naturale sia meno inquinante di carbone e petrolio, le emissioni di metano sono un problema climatico significativo, poiché il metano è un potente gas serra.

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