Sembra ieri che i media parlavano del Tycoon che se la giocava al rimbalzello con la Harris e già oggi è lì che bombarda a tutto spiano esporta l'ideologia democratica statunitense, il famoso destino manifesto di cui si è già parlato in queste paginette; esattamente come tutti i suoi predecessori. Se non capite come funziona la Democrazia statunitense, ve lo spiegano con un paio di bombe. Porto per esempio l'Italia, ma potrei farne molti altri. C'è anche da dire che radere al suolo è parte di un 'vizietto' diffuso. Quindi lascio a voi altre considerazioni intelligenti.
Nel frattempo la nostra premier gli cita detti latini a caso, sarà perchè vivendo a Roma si sente la diretta discendente di qualche matrona imperiale. Poi la trovi a rovistare nei fondi del PNRR per trovare qualche spicciolo per il riarmo; e noi già sappiamo che tagliare fondi alla sanità ed alla scuola è sempre cosa buona e giusta. Perché chi può la salute se la paga nel privato ed avere sudditi ignoranti è assai comodo per un sacco di altre cose.
Per contro delle questioni ucraine non frega più un cazzo a nessuno, tutta quella smania di pace e parliamone, che era intervenuta all'inizio, si è infranta contro l'ostinazione di Putin a volere il Donbas e tutto il resto della torta. Nel frattempo noi da bravi voltagabbana abbiamo cambiato il ministro della cultura ed è certissimo che il giurin giuretto di Franceschini sulla ricostruzione a nostre spese del teatro di Mariupol, (era il 2022) possa restare lettera morta e dimenticata, esattamente come le 600 vittime che ancora giacciono sotto quelle rovine. Evitata così una fastidiosa gatta da pelare per Sangiuliano; sempre per la questione che si vis bellum para culum e quei soldi li useranno per comprare (dagli USA) qualche indispensabile manufatto bellico da tenere in garage.
Ora il vero centro del ciclone si trova in Cisgiordania, tra Israele e Siria, a volte in Palestina, a volte a Gaza, altre ancora in Iran dentro qualche sito nucleare (pare ne abbiano diversi modelli). Sempre luoghi dove Netanyahu prima e il Tycoon dopo, esportano lungimiranza, democrazia e sobrietà nell'arricchimento dell'uranio, anche se la strada l'aveva già aperta Khamenei e gli altri si sono uniti al festino per quella questione della condivisione di intenti e linea politica.
Come andrà a finire?
Non lo sappiamo, e nemmeno la Vaticano SpA nonostante il recente avvicendamento, riesce a venirne a capo. Di sicuro c'è una questione, per noi sudditi ignoranti di cose di guerra, se la chiusura dei porti ucraini sul Mar Nero aveva fatto schizzare i prezzi del grano e le conseguenti speculazioni su pane, pasta e pastine, ora la minaccia che incombe sullo Stretto di Hormuz già fa luccicare gli occhi agli speculatori del petrolio, che a questo punto possono aumentare ciò che meglio gli conviene.
Insomma vada come vada, la guerra è sempre e solo una questione di soldi. Inutile farsi altre illusioni scomodando diritti umani e ideologie varie.
Ma intanto parliamone a tavola...